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lunedì 2 maggio 2016

V I S T O D A L E I - "Sanità, ASL, burocrazia"

Dopo aver lavorato per dieci anni in politica dirigendo uffici stampa, chi scrive è nauseato di tutto l’apparato al punto da disinteressarsi delle frequenti campagne elettorali che generano comunque personaggi  incapaci  sovente colpiti da avviso di garanzia per reati finanziari. Pensiamo piuttosto al prioritario problema della Salute. La situazione di sofferenza economica negli istituti Ospedalieri Italiani resta  drammatica anche durante lo tzunami dell’attuale campagna elettorale che polarizza i Media. Gli Italiani adesso hanno capito dove vanno comunque dispersi  gli sperperi della  procellosa economia italica, ritmata da ammanchi miliardari. Il fatto che le ASL non abbiano i soldi per rimborsare gli Ospedali e li metta in condizione di non poter far fronte al sacrosanto dovere di curare gli Italiani va ricercato nello spaventoso esubero di dipendenti che assorbono le risorse della Sanità pubblica. Non è mai esistito in Italia uno “stipendificio” come La SSN che è diventata di gran lunga la massima “impresa” nazionale. Ne’ le Ferrovie, ne’ le Poste, ne’ le Forze Armate hanno mai avuto un tale surplus di dipendenti. E’ cosa nota: la priorità degli esborsi deve privilegiare la paga ai dipendenti, poi le tangenti, poi gli sprechi e quel che resta finalmente arriva, sempre in ritardo, agli Enti ospedalieri che curano il popolo. Unico, urgentissimo rimedio, tagliare personale non medico o paramedico che forma il “tumore” burocratico più assurdo della Sanità. Si tratta di un antico male italiano: alla fine dell’Ottocento fu messo in risalto il caso di un ospedale della Basilicata che aveva il personale triplo rispetto al numero dei pazienti. Sovente la nostra Sanità periferica, in particolare al sud, è tanto carente di qualità da spingere una moltitudine di Italiani verso gli Istituti di eccellenza del Centro Nord: i quali oggi, insieme a tutti gli altri, traballano per mancanza dei fondi necessari previsti. Emerite personalità medico-scientifiche cercano sbocchi all’estero nel timore del loro futuro: danno irreversibile per tutta la nazione. Paventiamo che per ogni personalità scientifica persa, il vuoto sarà riempito da privilegiati protetti politicamente, ma digiuni di scienza e di  qualifica. Brividi di paura serpeggiano fra il popolo e in tutta la categoria medici.  E’  di indispensabile urgenza una rivolta generale dei principali Dirigenti  clinici di tutti i Centri Ospedalieri del Paese: imperativo creare una forte scossa nelle coscienze sporche dei responsabili della burocrazia più mostruosa e inefficiente d’ Europa. Una burocrazia  in metastasi in tutti i gangli vitali della nostra nazione.                                        
m.alberini@iol.it

      



Dopo aver lavorato per dieci anni in politica dirigendo uffici stampa, chi scrive è nauseato di tutto l’apparato al punto da disinteressarsi delle frequenti campagne elettorali che generano comunque personaggi  incapaci  sovente colpiti da avviso di garanzia per reati finanziari.
Pensiamo piuttosto al prioritario problema della Salute.
La situazione di sofferenza economica negli istituti Ospedalieri Italiani resta  drammatica anche durante lo tzunami dell’attuale campagna elettorale che polarizza i Media. Gli Italiani adesso hanno capito dove vanno comunque dispersi  gli sperperi della  procellosa economia italica, ritmata da ammanchi miliardari.
Il fatto che le ASL non abbiano i soldi per rimborsare gli Ospedali e li metta in condizione di non poter far fronte al sacrosanto dovere di curare gli Italiani va ricercato nello spaventoso esubero di dipendenti che assorbono le risorse della Sanità pubblica. Non è mai esistito in Italia uno “stipendificio” come La SSN che è diventata di gran lunga la massima “impresa” nazionale. Ne’ le Ferrovie, ne’ le Poste, ne’ le Forze Armate hanno mai avuto un tale surplus di dipendenti. E’ cosa nota: la priorità degli esborsi deve privilegiare la paga ai dipendenti, poi le tangenti, poi gli sprechi e quel che resta finalmente arriva, sempre in ritardo, agli Enti ospedalieri che curano il popolo. Unico, urgentissimo rimedio, tagliare personale non medico o paramedico che forma il “tumore” burocratico più assurdo della Sanità. Si tratta di un antico male italiano: alla fine dell’Ottocento fu messo in risalto il caso di un ospedale della Basilicata che aveva il personale triplo rispetto al numero dei pazienti. Sovente la nostra Sanità periferica, in particolare al sud, è tanto carente di qualità da spingere una moltitudine di Italiani verso gli Istituti di eccellenza del Centro Nord: i quali oggi, insieme a tutti gli altri, traballano per mancanza dei fondi necessari previsti. Emerite personalità medico-scientifiche cercano sbocchi all’estero nel timore del loro futuro: danno irreversibile per tutta la nazione. Paventiamo che per ogni personalità scientifica persa, il vuoto sarà riempito da privilegiati protetti politicamente, ma digiuni di scienza e di  qualifica.
Brividi di paura serpeggiano fra il popolo e in tutta la categoria medici.  E’  di indispensabile urgenza una rivolta generale dei principali Dirigenti  clinici di tutti i Centri Ospedalieri del Paese: imperativo creare una forte scossa nelle coscienze sporche dei responsabili della burocrazia più mostruosa e inefficiente d’ Europa. Una burocrazia  in metastasi in tutti i gangli vitali della nostra nazione.                                        
 
m.alberini@iol.it