m.alberini@iol.it
Dopo aver lavorato per dieci anni in politica
dirigendo uffici stampa, chi scrive è nauseato di tutto l’apparato al punto da disinteressarsi
delle frequenti campagne elettorali che generano comunque personaggi incapaci
sovente colpiti da avviso di garanzia per reati finanziari.
Pensiamo piuttosto al prioritario problema della
Salute.
La situazione di sofferenza economica negli istituti
Ospedalieri Italiani resta drammatica
anche durante lo tzunami dell’attuale campagna elettorale che polarizza i
Media. Gli Italiani adesso hanno capito dove vanno comunque dispersi gli sperperi della procellosa economia italica, ritmata da
ammanchi miliardari.
Il fatto che le ASL non abbiano i soldi per rimborsare
gli Ospedali e li metta in condizione di non poter far fronte al sacrosanto
dovere di curare gli Italiani va ricercato nello spaventoso esubero di
dipendenti che assorbono le risorse della Sanità pubblica. Non è mai esistito
in Italia uno “stipendificio” come La SSN che è diventata di gran lunga la
massima “impresa” nazionale. Ne’ le Ferrovie, ne’ le Poste, ne’ le Forze Armate
hanno mai avuto un tale surplus di dipendenti. E’ cosa nota: la priorità degli
esborsi deve privilegiare la paga ai dipendenti, poi le tangenti, poi gli
sprechi e quel che resta finalmente arriva, sempre in ritardo, agli Enti ospedalieri
che curano il popolo. Unico, urgentissimo rimedio, tagliare personale non
medico o paramedico che forma il “tumore” burocratico più assurdo della Sanità.
Si tratta di un antico male italiano: alla fine dell’Ottocento fu messo in
risalto il caso di un ospedale della Basilicata che aveva il personale triplo
rispetto al numero dei pazienti. Sovente la nostra Sanità periferica, in
particolare al sud, è tanto carente di qualità da spingere una moltitudine di
Italiani verso gli Istituti di eccellenza del Centro Nord: i quali oggi,
insieme a tutti gli altri, traballano per mancanza dei fondi necessari
previsti. Emerite personalità medico-scientifiche cercano sbocchi all’estero
nel timore del loro futuro: danno irreversibile per tutta la nazione.
Paventiamo che per ogni personalità scientifica persa, il vuoto sarà riempito
da privilegiati protetti politicamente, ma digiuni di scienza e di qualifica.
Brividi di paura serpeggiano fra il popolo e in tutta
la categoria medici. E’ di indispensabile urgenza una rivolta
generale dei principali Dirigenti clinici
di tutti i Centri Ospedalieri del Paese: imperativo creare una forte scossa
nelle coscienze sporche dei responsabili della burocrazia più mostruosa e
inefficiente d’ Europa. Una burocrazia
in metastasi in tutti i gangli vitali della nostra nazione.
m.alberini@iol.it