Signor Presidente della Repubblica,
da anni ovunque in Italia si alzano grida di dolore per l’insostenibile
pesantezza della zavorra tributaria che fa colare a picco il bilancio delle
famiglie. Il concetto di famiglia come cellula primaria del vivere civile dai Progressisti
combattuto e vilipeso si rivela, alla luce dei fatti, la colonna portante della
società.
Oggi non è facile ricostruire quanto è stato
distrutto. Il termine famiglia, condotta dal buon padre, è stato mutuato dalla
malavita che ha partorito le famiglie camorriste, n’dranghetare, mafiose ecc.
Come risultato non c’è male. Si vuole combattere
l’evasione fiscale impedendo gli scambi
in contanti oltre i mille euro con il risultato che in Italia, a memoria
d’uomo, non erano mai esistite tante
transazioni in contanti come oggi.
Non possiamo versare sui nostri conti in banca due banconote da cinquecento euro senza essere
schedati. Non succedeva nemmeno nella Russia di Stalin. Il risultato è che la
nostra politica dai costi vergognosi continua imperterrita in barba ai vari
personaggi della Kasta che si alternano nel ruolo di responsabili della
Spending Review.
Da poco tempo, in tono sommesso, qualcuno dei
commentatori politici, chi timoroso, chi più deciso ma, comunque, tutti
convinti, avanzano ipotesi sulla necessità di una Leadership carismatica come,
sin dai tempi di Pericle, è stata la soluzione al caos incontrollabile. Che
cosa ci aspetta, signor Presidente, dati i suoi continui moniti sprofondati nel
baratro? Ci dobbiamo aspettare quanto
sopra ipotizzato? Se sì, questa democrazia ci ha portato lacrime e sangue e non
vediamo orizzonti nitidi. Non la preoccupa la situazione che lascerà alla fine
del suo mandato?
Lo sa che gli italiani sognano le figure carismatiche
ed efficienti del secolo scorso?
Oggi le nazioni emergenti sono guidate da poteri forti
e accentrati: anche l’Italia, sempre più condizionata dall’ottica europea,
necessita al più presto di una scelta definitiva.
Felice 2014 signor Presidente, anche se per la
maggioranza degli Italiani sarà ancora un anno disperato. Con ossequio.