Cara Mariella Alberini,
la situazione
del nostro Paese tra sfacelo economico, Isis in arrivo sui barconi dei
cosiddetti migranti, guerra in Ucraina e una Grecia che, disperata, batte
elemosina in Europa ci porta uno scenario da Apocalypse now. Mentre la politica
blatera di diplomazia, non pone argine allo sbarco di terroristi camuffati. La
cosiddetta “primavera dei paesi arabi” tanto voluta e fomentata dagli USA, ha
portato in quei paesi una instabilità che sfugge ad ogni controllo e continua a
generare eccidi di civili inermi quali i precedenti dittatori (Ben Alì,
Gheddafi, Mubarak, Saddam Hussein) non avevano mai provocato. Il vuoto di
potere conseguente ha portato alla ribalta l'ISIS che vuole colmare questo
vuoto con un terrorismo spinto ad efferatezze inimmaginabili. Mi chiedo se questi infedeli non hanno in parte
ragione nel non volere una democrazia imposta e interessata.
Lettera
firmata, ricevuta via e-mail
Caro lettore,
creare instabilità si riallaccia alla politica degli
antichi Romani : “divide et impera”.
Nulla di nuovo sotto questo cielo.
Il problema, come lei rimarca, è l'eccidio delle
popolazioni civili che ne fanno le spese. E questo comporta l'adesione sempre
più massiccia all'ISIS. Ma non è con l'impiego dei Droni e dei bombardamenti
indiscriminati che si risolve la questione quando sono gli stessi USA ad armare
il presunto alleato di oggi che domani si rivolta contro. E intanto una marea
di disperati si affaccia sulle nostre coste ben conscia che rappresentiamo il
ventre molle dell'Europa, di quell'Europa di burocrati che invece di risolverli
i problemi li complica o li ignora. Aspettiamoci il peggio.
Se sono bastate alcune centinaia di tifosi olandesi
ubriachi a mettere a ferro e fuoco Roma, figuriamoci se tra gli emigranti
arrivassero alcune squadre di terroristi addestrati a scatenare la guerriglia. Nessuno
ricorda l'attentato dei Palestinesi di alcuni anni fa a Fiumicino con un alto
numero di vittime.
Speriamo che le Diplomazie facciano uno sforzo
concorde e si trovino reali soluzioni per ristabilire la pace. Al petrolio
ci si penserà dopo.
Intanto nel nostro panorama interno continuiamo a
imbatterci in “compagni che sbagliano”. Si da il caso che il cantautore Gino
Paoli, da poco nominato Presidente della SIAE, l'organo che tutela i diritti
d'autore, sia indagato per esportazione di capitali in Svizzera. I quattro
amici si sono spostati da un bar di Genova ad uno di Lugano.
m.alberini@iol.it