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martedì 22 marzo 2011

VISTO DA LEI - "150°: urgentissimo reinventare l’Italia"

Cara Mariella Alberini,
con la catastrofe sismica in Giappone, ritornano le diatribe contro le centrali nucleari per la produzione dell’energia. E subito i media italiani si scatenano con una campagna allarmistica per contrastare il recente piano del governo. Lei è pro o contro il nucleare?
P.G., ricevuta via e-mail

Gentile lettore,
non si poteva dubitare che la terribile sciagura in Giappone non risollevasse l’annoso problema del nucleare. Il popolo giapponese ha avuto le spaventose esperienze di Hiroshima e di Nagasaki, ma ha costruito sul suo territorio ben 52 centrali nucleari per far fronte  ai problemi  energetici, industriali e civili del Paese. Al momento, non si può ottemperare alla produzione di energia in altro modo poiché il prezzo del petrolio è già altissimo e continuerà a salire in verticale, quindi le centrali nucleari sono indispensabili al funzionamento delle nazioni e delle loro infrastrutture ad alto grado di civiltà industriale. Ricordiamo il famigerato referendum istituito in Italia nel novembre del 1987 che ha bloccato lo sviluppo del nostro Paese oltre a far salire alle stelle la bolletta energetica. Ora non possiamo pensare di essere solo noi gli “IllUMINATI” quando tutti gli altri Stati in continuo sviluppo si sono dotati di questo strumento. Certo, sarebbe meglio poter ottenere il nostro fabbisogno di energia attraverso i sistemi naturali: eolici o solari. Ma alla resa dei conti, hanno dato la dimostrazione di coprire solo la minima parte delle necessità energetiche. In Europa ci sono 200 centrali nucleari attive, dalle quali anche noi attingiamo a caro prezzo energia (vedi dalla Francia ecc.): appare  evidente l’impossibilità di continuare ad essere il fanalino di coda dei Paesi europei. Il nostro sviluppo è condizionato dal fabbisogno energetico e  non possiamo parlare di progredire e nello stesso tempo limitare la produzione delle centrali che tutto il mondo avanzato utilizza.
Quanto sopra susciterà l’indignazione delle anime pie sempre pronte a protestare, ma non a indicare soluzioni alternative valide. Il nostro microcosmo imperfetto ci costringe ad andare avanti per ottemperare alle crescenti necessità di un’umanità in vertiginoso aumento e senza alcuna possibilità di arginarlo. 
Ricordiamo che le famose istallazioni di impianti eolici in alcune regioni italiane hanno suscitato l’ira degli ambientalisti-protettori del panorama, bravi a protestare, ma incapaci di proporre soluzioni efficaci. Insomma l’Italia dei Santi, dei Poeti e dei Navigatori non basta più. A questo punto, considerando gli 8 milioni di extra comunitari in loco, oltre alla valanga di migranti all’arrembaggio delle nostre incomparabili ma indifese coste, dobbiamo con urgenza ridiventare anche INVENTORI. Per un’Italia che, dopo 60 anni di governicchi inconcludenti non si può continuare a lasciare in mano a 900 politicanti improvvisati che si preoccupano solo dei loro privilegi e della pensione. Ne basterebbero la metà e diminuirebbero anche scandali e casini vari. L’Italia del 150ennio ha urgente bisogno di ITALIANI capaci di reinventare il nostro Paese.  

m.alberini@iol.it                                        

venerdì 11 marzo 2011

VISTO DA LEI - “Pianeta Arabia: emergenza 2011.”

Cara Mariella Alberini,
la situazione è esplosiva. La regia è chiara e viene da Teheran. Teheran, dopo la guerra dei 10 anni e più con l'Iraq, ha imparato che le guerre si possono vincere anche senza combatterle. Sta vincendo quella in Iraq dove gli Americani cercano di sganciarsi e saranno sostituiti dall'Iran tramite i suoi alleati Sciiti, come l'osannato El Madhi. Nel sud del Libano hanno gli Hezbollà che sono la punta della lancia iraniana guidata dai preti di Teheran. L'Iran non è popolazione araba ma solo Islamica, come  è solo Islamica in Pakistan e sono 2 nazioni che hanno e avranno l'atomica……  
B.G. - ricevuta via e-mail

Cara Mariella Alberini
a chi in questo frangente conviene la destabilizzazione a livello Medio-Orientale ed Europeo? Esiste il controllore che ha sempre cercato di destabilizzare l'intero pianeta per un unico scopo "il profitto". Profitto dei suoi settori economici e finanziari a discapito del mondo intero utilizzando anche le armi e la guerra per raggiungere i suoi scopi. Vietnam, Cuba, Irak, Iugoslavia, Afganistan, sono i conflitti più eclatanti dove l'America è intervenuta, a suo dire, per salvaguardare la democrazia e la libertà, ma avendo nei suoi scopi primari il controllo sia dei territori, sia dell'economia. Ora visto che in Medio Oriente l'intervento militare procurerebbe una guerra di religione, si ricorre a  istigare una rivoluzione a livello locale. L'America non vuole l'autonomia, la libertà e la democrazia ma la sottomissione, l'ingovernabilità di paesi ricchi di materie prime per poterli controllare e sfruttare… 
A.M. - ricevuta via e-mail
                 
Gentilissimi lettori,
in un quadro fantapolitico, le vostre ipotesi potrebbero essere interessanti, ma da analizzare con attenzione da parte di uno politologo specialista di questi due Paesi. Di certo i saggi sanno quanto l’Iran possa essere pericoloso. “Guai a Israele se oserà attaccare l’Iran” disse tempo fa il mio amico Zaky Jamani, per 26 anni ministro del petrolio saudita. In realtà, se mai una guerra mondiale dovesse scatenarsi, la miccia potrebbe essere quella sopracitata. Non sappiamo se la regia della rivolta nord africana e dintorni parta dall’Iran. Però pensiamo che un fattore importante possa essere il notevole aumento dei generi di prima necessità, ai quali le popolazioni di questi Paesi non riescono a far fronte con i miseri salari ( 200 euro mensili di media). A questo punto, chi ha generato questa impennata dei prezzi? Il primo produttore dei generi di sussistenza è di certo gli Stati Uniti. Alla rabbia dei diseredati si associa poi tutta la classe delle nuove generazioni acculturate non più succubi come i loro padri dei vari Presidenti, un tempo rivoluzionari, ma ora mummificati da un potere trentennale prodigo di benefici limitati alla stretta cerchia di accoliti e parenti vari. Su questa situazione potrebbe avere buon gioco l’Iran ben edotto sulla tecnica del dialogo con queste masse in virtù della comune religione. Si profila uno scenario difficile da interpretare. Ma guai all’invasione migratoria che colpirà soprattutto l’Italia con danni incalcolabili limitando anche la faticosa ripresa economica perseguita dal Governo. Al nostro Paese, già in preda a terremoti di vario tipo, non occorre tale ulteriore invasione “barbarica”. Hinc sunt leones.

m.alberini@iol.it                                                      http://www.mariellaalberini.it/                                                                                                                                                                                

VISTO DA LEI - “Il Partito delle donne italiane è indispensabile”

Cara Mariella Alberini, sono moglie e madre di due figli ultraventenni e titolare di un studio di commercialista. Le scrivo in merito all’8 marzo, una data da cancellare poiché consiste in una ipocrita celebrazione delle donne con pochissimi diritti. A mio avviso, cinquanta fa, la donna si trovava in migliori condizioni rispetto ai giorni nostri. Oggi lavora in casa e fuori e continua ad essere trattata in modo discriminato nella professione e anche in ambito familiare. A sua opinione…?
F. M., ricevuta via e-mail

Gentile Francesca,
iniziamo dalla situazione femminile in casa come madre e moglie. Viene trattata in modo ingiusto la donna che permette a marito e figli di sovrastarla sia nei suoi compiti di angelo del focolare sia nel rapporto con il coniuge. Oggi le donne che lavorano e hanno un’indipendenza economica devono essere in grado di difendersi da eventuali trattamenti iniqui. La dignità personale deve essere il primo traguardo da non dimenticare mai in nessun caso. Quindi è indispensabile pretendere da marito e figli regole di rispetto inderogabili. Le quali sono da inculcare durante il periodo prematrimoniale e fin dai primi giorni di vita dei figli. La donna che non si attiene a questi principi soccomberà a probabile mancanza di riguardo da parte dell’eventuale pessimo carattere del coniuge e di conseguenza dei figli che seguono l’esempio del padre. Di certo, nel primo dopo guerra del secondo conflitto mondiale, la donna era trattata con più devozione e rispetto in ambito familiare. Perché esisteva un altro tipo di educazione affettiva e sentimentale che i genitori di oggi non sanno neppure che cosa sia. Dal punto di vista professionale, la donna è ancora molto al disotto della tanto decantata parità. E qui si deve ammettere che esiste sempre la sciagurata dipendenza dalla prepotenza maschile. Ma la donna che accetta determinati do ut des si mette nelle condizioni di essere succube dell’uomo nel suo futuro quotidiano. Inutile far menzione dell’attuale posizione indecente di quelle signore sedute su poltrone di potere guadagnate con la mercificazione del sesso. E’ uno status quo ottenuto male e non futuribile. Tutto ciò che non si basa su professionalità solida e capace non può durare.  L’attuale negletta situazione politica, sociale e culturale in Italia proviene dal malcostume in vigore da cinquant’anni di sistematica erosione dei principi morali nella famiglia e nella società.
Da tempo, le appartenenti al gentil sesso  avrebbero dovuto unirsi e creare il Partito delle Donne Italiane. Ma purtroppo ciò è reso difficile da quella ancestrale rivalità che le divide mentre l’uomo è solidale con i congeneri. Se ciò non fosse il Partito delle Donne diventerebbe una forza politica che annienterebbe qualunque altro Partito al maschile poiché siamo in grado di lavorare in modo più diligente: siamo più forti moralmente, meno corruttibili, capaci di infinita pazienza, spirito di sacrificio e costanza poiché da millenni sopportiamo efferate ingiustizie. Così è.

m.alberini@iol.it                                                   http://www.mariellaalberini.it/    

VISTO DA LEI - “Perché l’Oscar italiano è così arduo?”

Cara Mariella Alberini,
perché  il cinema italiano da molto tempo non produce film da Oscar? Non solo: ormai sono ben pochi anche i film buoni prodotti anche dal cinema internazionale. Come avrà intuito, sono una cinefila appassionata però vedo solo film degni di essere guardati. Non voglio perdere due ore del mio tempo per spettacoli senza valore. Da molte stagioni, i film decenti sono diventati una rarità. Mi domando perché i produttori internazionali si ostinano a scegliere i soliti copioni di thriller catastrofici, horror oppure spettacoli carichi di violenza ecc. Lei cosa ne pensa?
A.N. -  ricevuta via e-mail

Gentile Arianna,
andare al cinema è sempre stato uno dei miei svaghi preferiti. Concordo su quanto scrive: penso che il cinema italiano e il cinema internazionale siano in crisi non solo economica, ma soprattutto di idee. Poiché film deliziosi come “Matrimonio all’inglese”, “Cherie” o ancora il pluripremiato “King’s speech” sono di certo poveri di costi, ma ricchissimi di contenuto artistico. Pare che libri e copioni di valore vengano scartati per dare spazio a sceneggiature fitti di esplosioni dinamitarde, auto che rimbalzano per aria, pestaggi sanguinolenti  perché si ritiene possano dare pingui incassi. Nulla di più errato. Il grande pubblico non è affatto di gusti grossolani e sa invece apprezzare  film di valore. E’ un vero peccato che il cinema italiano sia finito in fondo alle classifiche. A parte l’eccellenza di certi registi e attori, si producono film sovente banali, ripetitivi nei copioni adatti soprattutto a un pubblico di teen ager. Ricordo un’intervista con Ben Gazzarra, il quale molto amareggiato disse che a Hollywood non c’era più lavoro per lui poiché si ostinavano a produrre  solo film per dodicenni. Di certo, se in Italia si continua così, sarà ben difficile ritrovare la strada dell’Oscar. Intendiamoci, non sempre il Premio Oscar è davvero meritato come pare non lo sia il Nobel. Nell’intervista che Francesco Cossiga mi concesse pochi mesi prima della sua scomparsa, sue testuali parole furono “da quando il Nobel è stato sempre meritato?” Nel 2010, non ho assolutamente capito perché  Katherine Bigelow abbia avuto l’Oscar per la regia di The Hurt Locker, un film colmo di deja vu e anche noioso.  Allo stesso modo, il potentissimo ingranaggio degli Accademy Awards può venire manipolato dal potere occulto dei botteghini, degli interessi speculativi, del do ut des. “Mediterraneo” era un film piacevole, ma non certo da Oscar. A differenza di “La vita è bella” che faceva volare lo spettatore  nelle alte sfere dello spirito. Insomma, amica mia, continuiamo a rifugiarci con delizia nella sala buia sperando di trovare svago e cultura. In questa nostra vita complicata, abbiamo diritto di uscire da un cinema con animo leggero. O almeno alleggerito.
m.alberini@iol.it                                         http://www.mariellaalberini.it/