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lunedì 29 febbraio 2016

V I S T O D A L E I - "Siti italiani in rovina"

Dalle opere d’arte che ammuffiscono nelle cantine dei musei alle centinaia di siti disastrati già Patrimonio  dell’ Umanità fino alla Città eterna in condizioni  deplorevoli o forse anche invivibili con il Comune con circa 37 miliardi di debiti, l’Italia sta rovinando in un baratro senza fondo. Molto bello l’articolo di Claudio Magris (Corsera 27.2) . Ci paragona alla caduta dell’impero Asburgico dopo la Prima Guerra  mondiale.  Ma questo Governo ha un orecchio “da mercante” levantino quando si tratta di spendere per la gloria del nostro Paese. Si privilegiano tangenti miliardarie, distribuite ai soliti furbi che ci farebbero tornare al Pil dell’Estonia del 7,5%, e potrebbero risanare le “rovine romane”,  Pompei ecc.
Che cosa troveranno, cari lettori, i vostri nipoti (io non ne ho) quando i migranti avranno creato un melting pot color cappuccino in un Italia incapace di regolamentare in modo decente i milioni di africani, pakistani ecc. mescolati a quelli dei siriani e a tutti coloro i quali trovano comodo piazzarsi nei campi di accoglienza italici? Poi cercheranno di andarsene ma dove? Il quadrangolo Austria, Slovenia, Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacca ha chiuso i confini e fa passare il minimo di chi ha documenti. Alzi la mano chi si sente di biasimarli. Alcuni di questi Paesi hanno  subito il dominio dell’URSS e si sono appena rimpannucciati dopo la guerra con la Serbia. Non cercano altri guai. Hanno territori limitati che appena bastano per la loro espansione demografica.
Adesso Renzi si glorifica ancora  con la visita di Junker e le sue promesse: cerca di dare agli Italiani, ma solo a quelli afflitti da gravi problemi di udito, di vista e di limitata comprensione, il solito fumo negli occhi.
Dalla sua parte ha un pezzo di PD con la sua maxi burocrazia che gli garantisce una percentuale alta nelle urne. Può permetterselo, ma riflettiamo a cosa succederà all’Italia con un altro Governo da lui guidato fino al 2022?
Vogliamo concentrarci su questo Governo che ha lasciato sbarcare milioni di migranti (intendiamo anche quelli che in parte hanno proseguito in Europa) senza sapere chi sono ne’ prendergli le impronte, molti dei quali oggi delinquono nelle nostre periferie oppure a Roma vanno in massa a protestare perché non hanno casa, lavoro e quant’altro?
Come è possibile che gli Italiani non capiscono che sono di continuo presi in giro e non abbiano il coraggio di ribellarsi? Ci sono due opzioni:  battaglie in piazza oppure astensione totale nelle urne anche da parte dei burocratizzati ma che desiderano un Paese con il Pil dell’Estonia e se si ribelleranno  riusciranno ad avere comunque il famoso “posto fisso”.


m.alberini@iol.it 

lunedì 15 febbraio 2016

V I S T O D A L E I - "L'Italia in caduta libera"

Cara Mariella Alberini,
siamo un popolo sopraffatto dalla caduta libera dell’Italia. Ragazzi, avete perso il midollo celebrale? Con la grande battaglia per l’insediamento nelle poltrone di Comando, negli Italiani non si intravvede la serietà e le preoccupazioni necessarie per salvare il Paese dalla grave recessione in cui si trova. Un debito pubblico da capogiro, oltre ai debiti contratti dalle Regioni, Province, Comuni, di cui moltissimi in stato fallimentare. Fabbriche e Artigiani che hanno chiuso bottega a causa della politica Fiscale distruttiva. Un Padano rammollito dalle chiacchiere che circolano dice: preferirei Maroni a capo del Governo perché ha i baffetti e in ogni pelo c’è un desiderio sessuale compromettente. Un altro dice: io vorrei Monica Bellucci, almeno ci rallegrerebbe lo spirito. Forse non avete capito che è in gioco il presente e il futuro del nostro Paese. Occorre pescare, in ambiente diverso dalla politica tradizionale, persone capaci di riportare il paese agli antichi splendori con programmi alla mano. Io, per prima cosa farei erigere ventimila croci a Roma, per riscattare il debito pubblico rubato dalla politica in cinquant’ anni di regimi truffaldini. Ridurrei i costi della Politica per favorire lo sviluppo del paese. Eliminerei tutte le centrali a Carbone, Petrolio, Gas con sistemi a Energie Naturali. I Ministeri sono nella Capitale e li devono rimanere, migliorando l’efficienza e condizionando le rimunerazioni alle presenze effettive. Il programma integrale è disponibile su richiesta.

Lettera ricevuta via e-mail

Gentile lettore,
numerosissime lettere sono su questo tono. Ma bisogna aggiungere che gli Italiani davvero capaci e onesti scelgono strade molto diverse e non sono attratti dalla palude della politica. Ormai siamo tutti disperati della gravissima situazione del Paese. Molti auspicano il ritorno a una dittatura purché illuminata. Sogni irrealizzabili, ma ci danno una visione chiara del febbrile disagio in cui stiamo vivendo. Le sue immagini folcloristiche sono divertenti.  Ma, battute a parte, sono davvero tanti che vorrebbero al Governo una mano forte per riformare tutto il sistema ormai completamente degenerato. E non sarà certo di Renzi quella mano. Anche se balla un po’ dappertutto senza concludere nulla.  L’antica atarassia dell’italico ha lasciato il posto all’angoscia del domani. Tutti si chiedono cosa succederà. E tutti continuano a non identificare alcun soggetto politico in grado di rimediare davvero la situazione. Intanto continuano gli scandali e l’invasione dei migranti, i quali non trovano in Europa quello che vorrebbero. E l’Europa, sempre in ritardo, si è accorta da pochissimo che non sa più dove metterli. Oggi agli italiani non piace più nessuno: ne’ la Destra e tanto meno la Sinistra. I Greci antichi ci hanno lasciato un grande insegnamento: in politica l’alternativa è tra vivere sotto l’egemonia di pochi o sotto l’egemonia della plebe. Adesso in Italia è stata inventata la terza strada: vivere nel nulla con il grande incubo degli attentati. Ma non si potrà andare avanti così. E allora? Il fantasma di Mussolini, un figlio del popolo, aleggia su “questo volgo disperso che patria non ha”, come scriveva Alessandro Manzoni. In effetti oggi la parola patria è diventata obsoleta. E purtroppo anche la dignità, la serietà, la religione, la solidarietà umana sono termini ormai vuoti del loro significato. Bisognerebbe riuscire a tornare indietro di almeno un secolo per poter andare avanti
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m.alberini@iol.it





lunedì 8 febbraio 2016

V I S T O D A L E I - "Unioni civili e giovani di domani"

Il problema delle unioni civili è un problema della società odierna, ma non si possono dimenticare le parole di Papa Francesco al riguardo: “Esse non possono riguardare l’Istituto della famiglia ne’ l’unione rappresentata dal matrimonio fra persone di sesso diverso,”
Oggi stiamo vivendo in un periodo oscuro con sempre maggiore di mancanza di rispetto umano, di educazione, di convivenza civile nelle strade, nei locali e mezzi pubblici. Alla signora anziana oppure ad una donna in gravidanza avanzata, il giovane italiano come il giovane africano non cedono il posto con la massima indifferenza.
Come vogliamo  si comportino i figli adottivi delle coppie gay che vivono in casa con due uomini o due donne? Quale tipo di vita e di educazione normale possono avere con due padri o due madri?
I genitori eterosessuali cinquantenni oggi conoscono molto poco le regole della vera educazione: quella inculcata con anni di attente cure severe ma affettuose. E quindi già i ventenni di oggi sono ignari  del normale comportamento  rispettoso sia in casa che per le strade cittadine.
Il linguaggio scurrile è ormai un’abitudine dovunque e purtroppo quasi non stupisce più nessuno. Chi scrive  ha ricevuto  l’ultima sberla materna a vent’anni per essere uscita con l’eye liner sulla palpebra superiore.
Fino a trent’anni fa esistevano le signorine vestite da ragazze di buona famiglia. Oggi dopo i venticinque anni hanno diritto ad essere chiamate signore senza essere sposate, ma con le vere signore hanno ben poco in comune. Girano paludate alla moda più ridicola che le imbruttisce e le rende tanti cloni senza alcun vero charm.
Fascino, una parola della quale le giovani di oggi hanno dimenticato il significato: un miscuglio di vera eleganza, di femminilità nascosta, a volte casta e tanto più sexi dell’esposizione sfacciata dei loro attributi. Del tutto ignare che l’uomo preferisce spogliare una donna piuttosto che trovarsela già seminuda.
Eppure esistono ancora i film in bianco e nero dove si possono ammirare le vere belle donne vestite con suprema eleganza e signorilità che si muovevano leggere in quel mondo ancora civilizzato. Si chiamavano Grace Kelly, Ingrid Bergman, Laureen Bacall ecc.


m.alberini@iol.it          

lunedì 1 febbraio 2016

V I S T O D A L E I - "Quegli insopportabili salotti televisi"

Ormai gli Italiani fanno esercizio di zapping a slalom per evitare i troppi dibattiti- contenitori-salotti televisivi sulla deprimente politica nazionale. Non se ne può più di ascoltare imbecillaggini di ogni genere che i vari “soloni” cattedratici propinano al popolo italiano pensando ci sia ancora qualcuno che gli presti fede.
L’ultima “perla” è che, in fin dei conti, abbiamo qualche necessità di rimpolpare la popolazione europea con i nuovi nati dei migranti e quindi essi costituiscono una vera risorsa. In realtà, di risorse sono soltanto consumatori a iosa.
Mai l’Italia è andata così male con l’avvento di sedicenti consulenti dalle sentenze più assurde. Mai l’Italia è andata così male (vedi capitolo Banche) per l’intervento di banchieri ladri. Temerario è fare un distinguo poiché ormai sono tutti ben inquadrati su quella china. Si continua a dire che le Banche sono solide e il risparmio è tutelato quando vediamo schiere di cittadini vittime delle Banche “salvate” dal Governo.
Temerario come sempre è anche il Presidente del Consiglio, il quale continua impavido a comparire ogni nano secondo in televisione. E, tra una visita e l’altra a Frau Merkel, a sparare il suo ottimismo privo di riscontri: gli italiani si chiedono se non potrebbe accorpare queste trasferte dato il suo “lavoretto” ancora da svolgere a Palazzo Chigi.
Un'altra ripetuta notizia sul debito pubblico:  oggi è di 2.300 miliardi, ma da domani incomincerà a diminuire non si sa in virtù di quale santo: a noi sembra sempre in aumento, ma potremmo anche sbagliare non tenendo conto dell’illustre parere del Ministro Padoan e l’esito inconsistente della famosa Spending Review.
Nel 2015, I famosi licenziati da posto fisso dello Stato sono stati circa 220. Negli anni precedenti la cifra si è sempre aggirata sulle 200 unità. Sono come quell’impiegato delle Poste che durante due anni non si è presentato al lavoro, salvo nei giorni di ritiro di busta-paga: licenziato ha fatto ricorso ed è stato riassunto.
Di tali paradossi l’Italietta è colma. La cultura del famoso “posto fisso” è così radicata da disincentivare qualunque velleità lavorativa non soggetta alle estreme tutele garantite dallo Stato.
Ma tant’è, amici lettori: a Roma affitto e posto fisso sono la massima aspirazione del cittadino che “tiene famiglia”.

m.alberini@iol.it