cover blog M Alberini

lunedì 1 febbraio 2016

V I S T O D A L E I - "Quegli insopportabili salotti televisi"

Ormai gli Italiani fanno esercizio di zapping a slalom per evitare i troppi dibattiti- contenitori-salotti televisivi sulla deprimente politica nazionale. Non se ne può più di ascoltare imbecillaggini di ogni genere che i vari “soloni” cattedratici propinano al popolo italiano pensando ci sia ancora qualcuno che gli presti fede.
L’ultima “perla” è che, in fin dei conti, abbiamo qualche necessità di rimpolpare la popolazione europea con i nuovi nati dei migranti e quindi essi costituiscono una vera risorsa. In realtà, di risorse sono soltanto consumatori a iosa.
Mai l’Italia è andata così male con l’avvento di sedicenti consulenti dalle sentenze più assurde. Mai l’Italia è andata così male (vedi capitolo Banche) per l’intervento di banchieri ladri. Temerario è fare un distinguo poiché ormai sono tutti ben inquadrati su quella china. Si continua a dire che le Banche sono solide e il risparmio è tutelato quando vediamo schiere di cittadini vittime delle Banche “salvate” dal Governo.
Temerario come sempre è anche il Presidente del Consiglio, il quale continua impavido a comparire ogni nano secondo in televisione. E, tra una visita e l’altra a Frau Merkel, a sparare il suo ottimismo privo di riscontri: gli italiani si chiedono se non potrebbe accorpare queste trasferte dato il suo “lavoretto” ancora da svolgere a Palazzo Chigi.
Un'altra ripetuta notizia sul debito pubblico:  oggi è di 2.300 miliardi, ma da domani incomincerà a diminuire non si sa in virtù di quale santo: a noi sembra sempre in aumento, ma potremmo anche sbagliare non tenendo conto dell’illustre parere del Ministro Padoan e l’esito inconsistente della famosa Spending Review.
Nel 2015, I famosi licenziati da posto fisso dello Stato sono stati circa 220. Negli anni precedenti la cifra si è sempre aggirata sulle 200 unità. Sono come quell’impiegato delle Poste che durante due anni non si è presentato al lavoro, salvo nei giorni di ritiro di busta-paga: licenziato ha fatto ricorso ed è stato riassunto.
Di tali paradossi l’Italietta è colma. La cultura del famoso “posto fisso” è così radicata da disincentivare qualunque velleità lavorativa non soggetta alle estreme tutele garantite dallo Stato.
Ma tant’è, amici lettori: a Roma affitto e posto fisso sono la massima aspirazione del cittadino che “tiene famiglia”.

m.alberini@iol.it