cover blog M Alberini

lunedì 29 settembre 2014

VISTO DA LEI - "Quel gran pasticcio delle Regioni"

Se in una famiglia numerosa, alcuni elementi si dannassero per mandare avanti la baracca, mentre altri vivessero da parassiti sulle fatiche dei primi, che succederebbe? Qualcuno se ne andrebbe sbattendo la porta al grido di: "adesso vi arrangiate da soli." Qualcuno avrebbe qualcosa da ridire sull'eticità di un simile quadretto? Credo proprio di no. E allora, perché quello che sarebbe legittimo in questo contesto,  non dovrebbe esserlo su larga scala?
Perché in alcuni casi, leggi Ucraina e similari, tutto il mondo si schiera per il diritto all'autodeterminazione, mentre in altri casi si fa l'esatto opposto (leggi Scozia).
Nessuno si è scatenato al tempo dello smembramento della vecchia Unione sovietica così come per la vecchia Jugoslavia, ma se lo facesse la Lombardia si scatenerebbe il putiferio. Perché? Perché non si risolve, ad esempio, il problema della sovra-popolazione negli uffici regionali siciliani, 17995 dipendenti, cinque volte quelli della Lombardia, con un dirigente ogni sei impiegati?
Avete presente cosa produrrebbe un'azienda privata con 18000 dipendenti?
Avete invece presente cosa producono i famosi 17995? Nulla !!! Anzi tutta una serie di danni devastanti. Lo stesso ragionamento vale per almeno metà delle regioni di questo vergognoso paese, dove si parla incessantemente producendo discorsi complicatissimi che si rivelano sempre e solo grandi scatole vuote.
Non sarebbe legittimo andarsene sbattendo la porta? E per me sono già un'enormità gli addetti in Lombardia. Invece che facciamo? Stiamo cambiando la stufa per le fumate bianche o nere, risultato di liti furibonde per eleggere due personaggi che non serviranno assolutamente a niente.
Un consiglio agli imprenditori: è il momento di investire nella produzione di cassonetti per la spazzatura, in Ucraina lo stanno già facendo…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
la iattura peggiore dell’Italia è stata la nascita delle Regioni, alle quali sono stati concessi poteri distorti quali assumere legioni di raccomandati protetti come è avvenuto in Sicilia e in altre regioni. I protetti sono assurti a livelli di potere economico ingiustificato in quanto percepiscono emolumenti scandalosi per produrre, come lei dice, il nulla.
Non è solo la Sicilia. Zone “virtuose” come Trentino e Alto Adige hanno di recente stabilito premi ingiustificati per tutta la pletora dei componenti del consiglio Regionale.
La classe politica affluita nelle Regioni è la peggiore che l’Italia abbia mai visto e ce ne vuole… Tutti i trombati dei Partiti, i maneggioni a livello infimo, gli insegnanti falliti, gli addetti alla ricerca di clientela sono là dentro con il risultato sotto gli occhi del popolo.
Ci viene il dubbio, molto giustificato, che le Province non fossero il male del nostro Paese. Hanno rappresentato per più di un secolo e mezzo l’ossatura burocratica amministrativa del nostro Paese con risultati più positivi che negativi.
Quello che i Padri della Costituzione avevano preconizzato come un balzo di qualità sopprimendo le Province e creando le Regioni si è rivelato un buco nell’acqua. E oggi le une e le altre ci stanno sul collo. Ci incuriosisce pensare cosa accadrà del nuovo Senato che accoglierà e eleverà a un alto rango politico l’accozzaglia di sotto-politici.
m.alberini@iol.it

lunedì 22 settembre 2014

VISTO DA LEI - "L’abbietta arma del sequestro"

Cara Mariella Alberini,
pare si stia trattando il riscatto delle “cosidette impegnate” fanciulle catturate in Siria causa la loro sventata avventura mediorientale. Nessun italiano è d’accordo per il pagamento di questi ricatti provocati dall’imprudenza delle giovani in questione. Se l’Italia smettesse di pagare finirebbe  anche la richiesta dei riscatti…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
l’arma del sequestro con conseguente richiesta del riscatto affonda nella notte dei tempi. E’ un’arma vigliacca che priva della libertà personale e comporta torture fisiche e mentali. Il bipede umano ne ha sovente abusato nella Storia. Tanto per richiamarci ai secoli passati ritroviamo la Battaglia di Lepanto in cui il bottino maggiore per la cristianità furono i prigionieri di prestigio per i quali venne stabilita una graduatoria dei riscatti.
E’ recente la piaga dei sequestri attuata nel nostro Paese negli anni Settanta quando l’agguerrita n’drangheta usava questo odioso sistema per finanziare l’acquisto dei mezzi necessari a concorrere per gli appalti delle opere statali. Ma l’attuale sistema di ricatto perpetrato in Medio Oriente nei riguardi di “operatori di pace” presenta l’inconsueto profilo di un riscatto chiesto agli Stati di provenienza di questi ingenui operatori che si tramuta in strumento di acquisto di armi per sostenere terrorismo e  guerra.
Non è raro il caso di qualche nazione che ha pagato il riscatto con armi.
In realtà i sequestri sono mirati su cittadini di nazioni di confermata fama nei pagamenti. Adesso i prigionieri italiani notificati  tramite la stampa sono cinque che verranno sostituiti una volta riscattati dai prossimi cinque.
Le due imprudenti fanciulle partite di loro iniziativa avrebbero come minimo dovuto preoccuparsi delle loro precedenti emule  e non mettere a repentaglio la loro vita e quella di mediatori del Ministero dell’Interno come avvenne per il caso Calipari – Sgrena. Ragazze, a dir poco sprovvedute, alla ricerca di emozioni pericolose e di incontri emozionanti tra dune e palmeti. 
Queste “missioni di pace” ormai istituzionalizzate, hanno dimostrato di essere un’arma a doppio taglio di cui il lato peggiore supera le buone intenzioni iniziali. Provocano gravissimo scompiglio in Parlamento, ove ogni occasione è buona per tafferugli da taverna con urla e scontri fisici fra disonorevoli parlamentari.
Questi spettacoli, indegni della gente civile sempre più soventi e non privi di contusi,  
potrebbero peggiorare quando al Senato ci sarà quella classe politica proveniente da Regioni e Comuni, ancora più “folcloristica”.
La situazione mondiale è a dir poco esplosiva: crisi economica e guerriglia dovunque.
Se tutti i governi cessassero di pagare riscatti, i rapimenti non avrebbero più ragione di esistere.
m.alberini@iol.it

lunedì 15 settembre 2014

VISTO DA LEI - "Storie vere sull’Italia contemporanea"

 Cara Mariella Alberini,

le racconto una storia vera. Una quindicina di anni fa, abitavo in un paesino di 5000 anime, dell'alto milanese. In quei tempi avevamo in domicilio coatto, una famiglia campana a cui, voci di popolo, era stato attribuito anche qualche omicidio. Questi personaggi dimostrarono immediatamente una totale mancanza di rispetto nei confronti di leggi ed istituzioni. Il loro cortile si affacciava su un strada a senso unico che percorrevano, senza problemi, nelle due direzioni, parcheggiavano normalmente in divieto di sosta e avevano dato vita ad un fiorente commercio di non si sa che, caratterizzato comunque da un continuo andirivieni, anche notturno, di piccoli e anonimi camioncini. Un giorno un agente della polizia locale, trovò il coraggio di contestar loro la violazione di un divieto d'accesso. Semplicemente e senza preoccuparsi di nulla, scesero dalla vettura, pestarono il malcapitato agente fratturandogli una gamba e se ne andarono tranquillamente, come dopo aver preso un caffè. Le sorprese però non sono finite perchè l'agente, appena fu possibile, si recò presso il più vicino comando dei carabinieri, raccontando l'accaduto e uditeudite cosa rispose il maresciallo di turno: "ascolti caro agente, vuole un consiglio da amico?...lasci perdere !!!". Lo Stato non esiste e non credo serva aggiungere altro.

Parimenti, il caso del ragazzo di Napoli ucciso da un carabiniere 22enne. Motorino con tre persone, senza casco, un latitante a bordo, che non si ferma all'alt della pattuglia dei carabinieri. Nasce un piccolo inseguimento, sembra che la gazzella speroni il motorino, caduta inevitabile e nel trambusto un colpo sciagurato uccide il ragazzo 17enne. Cordoglio sacrosanto e tutta la solidarietà alla famiglia, ma nessuno che si preoccupi di discutere l'accaduto partendo da una schietta analisi di una situazione da Far West che è caratteristica di quelle zone. Ci sono quartieri da cui si tengono alla larga anche le forze dell'ordine, persone che rischiano la pelle per un tozzo di pane senza avere nemmeno la possibilità di fare il pieno alle macchine di servizio. E poi si presenta in tv il politico di turno, quanto mai imbecille che recitapressapoco così: "raccogliamo la protesta ma condanniamo lo sciopero, non è così che si fa". E allora, politico dei miei stivali, forse anche ministro, ci dica lei come si fa, abbia intanto il coraggio di rinunciare alla scorta, chi vuole che se la fili, vista l'assoluta mancanza di nuovi provvedimenti anti kaste. Cominci a perseguire i 180miliardi di €/anno di evasione fiscale e i 60 miliardi di €/anno dovuti alla corruzione. Sa con la vostra "lotta senza quartiere agli evasori" cosa avete accertato? Il 2% dell'evasione reale e, ancora peggio, di questo 2%, solo il 10% è praticamente esigibile, cioè NULLA. Di chi ha paura? Dell'esodato, del disoccupato, del padre che ha avuta la figlia uccisa a picconate dall'extracomunitario di turno, dai futuri ammalati di ebola che ci lasceranno la pelle in nome di una finta solidarietà che serve solo al business delle varie attività criminose? Che nazione di ipocriti, credo che in questa specialità non ci batta nessuno.

Lettera firmata, ricevuta via e-mail              


Caro lettore,

la sua Storia vera è quella dell’Italia di oggi. Dove tutto è lecito tranne l’osservanza delle regole.

Il tassista massacrato a Milano per aver avuto la disgrazia  di investire senza vederlo un cagnolino fa il paio con il passante ucciso in una sparatoria nei vicoli napoletani. E con la non osservanza dell’alt dei Carabinieri del motorino sul quale si trovava tre ragazzi senza casco, dei quali uno ricercato per latitanza. Regole quasi sempre inosservate nel Sud dove il guidare senza patente, l’avere il contrassegno assicurativo falso, le gomme lisce, l’inosservanza degli stop e delle precedenze è prassi normale. Quindi le forze dell’ordine, ad ogni intimazione di fermo, rischiano di vedersi puntare contro un’arma per euro 1.200 al mese.

Le isole proibite alle forze dell’ordine in Italia si estendono a macchia d’olio. Ad esempio, provare ad irrompere nel porto di Gioia Tauro, considerata la piazza più vasta di sbarco e smistamento di droga nel Mediterraneo, è un rischio da non affrontare se non con mezzi blindati ecc.

Al Sud il controllo capillare del territorio della malavita organizzata è noto a tutti autorità incluse.  

Le tariffe assicurative delle auto nel sud sono lievitate a dismisura per l’enorme numero di truffe ordite ai danni delle compagnie assicurative, ma ben pochi le pagano.

Se parliamo di rifiuti urbani, le responsabilità vanno divise tra amministratori inefficienti e cittadini privi di qualunqudisciplina e senso civico. Non esiste ragione per la quale al Nord funzioni la raccolta differenziata e al Sud non funzioni. Comunque a spese di “pantalone”, i rifiuti vanno in Germania per essere smaltiti a caro prezzo.

Per non parlare dei depuratori sempre guasti che scaricano tutti i liquami e non nell’azzurro Mare Nostrum impedendo la balneazione e massacrando il turismo.

Le nostre 5 forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Guardia Costiera) sono ritenute eccessive dal governo e hanno pensato di ridurne gli stipendi da fame, ma non adeguate a dominare la criminalità anche per il lassismo imposto dalla politica. Infatti il Governo romeno si vanta di non avere più delinquenza dato che l’ha esportata in massa in Italia.

m.alberini@iol.it

 

lunedì 8 settembre 2014

VISTO DA LEI - "Ebola: stop agli sbarchi"

Cara Mariella Alberini,
quali misure sanitarie preventive vengono effettuate sui migranti africani per scongiurare il diffondersi dell’Ebola? Non sarebbe il caso di bloccare i barconi e riportarli da dove sono partiti? Non rischiamo un’atroce epidemia in Italia veicolata da questi disperati che però pagano fino a 10.000 euro una traversata infernale con esito sovente letale…
lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro lettore,
riteniamo lei esprima il legittimo dubbio sulla spaventosa possibilità che gli sbarchi dall’Africa possano portare il virus dell’Ebola, drammatica pestilenza incurabile, in Italia. E’ vero: ora più di prima si dovrebbe dare lo stop totale agli sbarchi e rimorchiare seduta stante i barconi fino al punto di partenza senza che gli equipaggi italiani abbiano alcun contatto con i migranti e rischino di rimanere contagiati.. 
In Africa sembra di essere ai tempi della Peste del diciassettesimo secolo senza possibilità di cura quando circolavano solo i monatti con i loro carri a raccogliere salme da seppellire.
Il rischio è reale, ma i nostri media tacciono al riguardo. Eppure tra le migliaia di africani che arrivano sul nostro territorio è assolutamente probabile la possibilità che qualcuno porti e diffonda  i germi dell’epidemia.
Cosa aspettano gli organi competenti ministeriali a costituire un cordone sanitario di protezione totale per tutelare le nostre coste?
Si rendono conto i governanti dell’onere continuo che l’Italia sopporta da anni in termini di aggravio di spese di “ospitalità” totale (cibo, alloggi, trasporti, cure sanitarie): adesso con la  terribile minaccia dell’infezione di Ebola. Oppure  esiste un interesse pecuniario nei riguardi dei fondi stanziati dalla UE e che non sono immuni da “interessi politici”?
Un terzo del pianeta è sotto tregua armata temporanea, foriera di ulteriori deflagrazioni: in Ucraina già stata interrotta. Gli Stati Uniti attaccano l’Isis dall’aria cercando di mettere una pezza all’instabilità da loro provocata in tutta l’Africa del nord e in Medio Oriente.
La politica estera americana dai tempi tragici della guerra in Korea e poi  attraverso il Vietnam, l’Afganistan, l’Iraq non si è mai rivelata lungimirante poiché non ha previsto le conseguenze terribili che Saddam Hussein, Mubarak e persino Gheddafi arginavano con una politica di ferreo controllo su etnie in contrasto fra loro.
L’Italia oggi vive sul filo del rasoio di una crisi epocale mai vista dal dopoguerra. Positiva l’assenza di Renzi a Cernobbio per smarcarsi dai soliti presenzialisti parolai dei cosiddetti salotti buoni, ormai diventati vuoti di significato. Purtroppo i sindacati, responsabili del famoso “grasso” colante dalla Pubblica Amministrazione,  ne disconoscono l’esistenza, dalla quale traggono i loro consensi.
m.alberini@iol.it










       

martedì 2 settembre 2014

VISTO DA LEI - "L’acquitrino sembra un prato"

Cara Mariella Alberini,
ho esaminato con puntiglio la storia delle riforme pensate e proposte da vari Premier e ministri dalla nascita della Repubblica Italiana. Gli argomenti ricorrenti sono sempre gli stessi ed ogni tentativo invece di risolvere ha appesantito i problemi vigenti…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail
                                    
Caro lettore,
il ritorno dalle brevi vacanze degli Italiani impoveriti, è La spiacevole sensazione di trovarsi in un apparente prato che nasconde un motoso acquitrino.
Il Premier Renzi tenta di percorrerlo, ma rimane sempre allo steso punto affossandosi sempre più.
Le tante strombazzate riforme scritte e riscritte rimangono sulla carta. I decreti attuativi per farle vivere sono manovrati da una burocrazia super potente che li blocca, li deforma, li rinvia.
Il buon Renzi, al quale hanno dato la bicicletta tanto desiderata, oggi è diventata un tapis roulant. Lui pedala con encomiabile lena, suda, si agita, alza la voce ai microfoni sempre puntati  ma la sua bici non avanza.
Diciamo queste cose con tristezza perché quel filo di speranza era penetrato anche da noi e non aggrada dover aprire gli occhi su quel nulla di fatto.
La tanto declamata chiusura delle Province, che molti Italiani considerano già chiuse, sembra ritardata di qualche anno.
L’ipotetico progetto di instaurare con l’accordo di tutti una sorta di dittatura con il compito e i poteri di bonificare la palude politica in Italia, come fu  fatto per l’Agro Pontino, non era un’ipotesi demenziale. Bensì un’estrema ratio per arrivare a qualche soluzione.
La ventilata, ma al momento accantonata, riforma della Pubblica istruzione, è ferma perché non sanno che pesci pigliare. L’annunciata assunzione dei centomila insegnanti precari è rientrata quando si sono accorti che sarebbe un premio ingiustificato per personale raccogliticcio e demotivato che precluderebbe l’eventuale immissione di giovani preparati vincitori dei concorsi. Questa è una delle ragioni. Il resto è dovuto alle risorse economiche che non ci sono.
Riguardo la conclamata elezione di Federica Mogherini a Ministro degli Esteri della UE è nato il dubbio sul prezzo pagato alla Merkel in termini di contropartite politiche.
Del resto la signora Mogherini non ha certo la statura riconosciuta di Mario Draghi, a suo tempo candidato da Berlusconi e accettato da tutti.
In sintesi, purtroppo le riforme  sventolate da Renzi sono “all’ordine del giorno da 30anni, e troppi Premier si sono scornati senza riuscire a muovere foglia. I nostri migliori auguri, caro Premier Renzi.

m.alberini@iol.it