Cara Mariella
Alberini,
pare si stia
trattando il riscatto delle “cosidette impegnate” fanciulle catturate in Siria
causa la loro sventata avventura mediorientale. Nessun italiano è d’accordo per
il pagamento di questi ricatti provocati dall’imprudenza delle giovani in
questione. Se l’Italia smettesse di pagare finirebbe anche la richiesta dei riscatti…
Lettera firmata,
ricevuta via e-mail
Caro amico,
l’arma del sequestro con conseguente richiesta del
riscatto affonda nella notte dei tempi. E’ un’arma vigliacca che priva della
libertà personale e comporta torture fisiche e mentali. Il bipede umano ne ha
sovente abusato nella Storia. Tanto per richiamarci ai secoli passati
ritroviamo la Battaglia di Lepanto in cui il bottino maggiore per la
cristianità furono i prigionieri di prestigio per i quali venne stabilita una
graduatoria dei riscatti.
E’ recente la piaga dei sequestri attuata nel nostro
Paese negli anni Settanta quando l’agguerrita n’drangheta usava questo odioso
sistema per finanziare l’acquisto dei mezzi necessari a concorrere per gli
appalti delle opere statali. Ma l’attuale sistema di ricatto perpetrato in
Medio Oriente nei riguardi di “operatori di pace” presenta l’inconsueto profilo
di un riscatto chiesto agli Stati di provenienza di questi ingenui operatori
che si tramuta in strumento di acquisto di armi per sostenere terrorismo e guerra.
Non è raro il caso di qualche nazione che ha pagato il
riscatto con armi.
In realtà i sequestri sono mirati su cittadini di
nazioni di confermata fama nei pagamenti. Adesso i prigionieri italiani
notificati tramite la stampa sono cinque
che verranno sostituiti una volta riscattati dai prossimi cinque.
Le due imprudenti fanciulle partite di loro iniziativa
avrebbero come minimo dovuto preoccuparsi delle loro precedenti emule e non mettere a repentaglio la loro vita e
quella di mediatori del Ministero dell’Interno come avvenne per il caso
Calipari – Sgrena. Ragazze, a dir poco sprovvedute, alla ricerca di emozioni
pericolose e di incontri emozionanti tra dune e palmeti.
Queste “missioni di pace” ormai istituzionalizzate,
hanno dimostrato di essere un’arma a doppio taglio di cui il lato peggiore
supera le buone intenzioni iniziali. Provocano gravissimo scompiglio in
Parlamento, ove ogni occasione è buona
per tafferugli da taverna con urla e scontri fisici fra disonorevoli
parlamentari.
Questi spettacoli, indegni della gente civile sempre
più soventi e non privi di contusi,
potrebbero peggiorare quando al Senato ci sarà quella
classe politica proveniente da Regioni e Comuni, ancora più “folcloristica”.
La situazione mondiale è a dir poco esplosiva: crisi
economica e guerriglia dovunque.
Se tutti i governi cessassero di pagare riscatti, i
rapimenti non avrebbero più ragione di esistere.
m.alberini@iol.it