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lunedì 22 settembre 2014

VISTO DA LEI - "L’abbietta arma del sequestro"

Cara Mariella Alberini,
pare si stia trattando il riscatto delle “cosidette impegnate” fanciulle catturate in Siria causa la loro sventata avventura mediorientale. Nessun italiano è d’accordo per il pagamento di questi ricatti provocati dall’imprudenza delle giovani in questione. Se l’Italia smettesse di pagare finirebbe  anche la richiesta dei riscatti…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
l’arma del sequestro con conseguente richiesta del riscatto affonda nella notte dei tempi. E’ un’arma vigliacca che priva della libertà personale e comporta torture fisiche e mentali. Il bipede umano ne ha sovente abusato nella Storia. Tanto per richiamarci ai secoli passati ritroviamo la Battaglia di Lepanto in cui il bottino maggiore per la cristianità furono i prigionieri di prestigio per i quali venne stabilita una graduatoria dei riscatti.
E’ recente la piaga dei sequestri attuata nel nostro Paese negli anni Settanta quando l’agguerrita n’drangheta usava questo odioso sistema per finanziare l’acquisto dei mezzi necessari a concorrere per gli appalti delle opere statali. Ma l’attuale sistema di ricatto perpetrato in Medio Oriente nei riguardi di “operatori di pace” presenta l’inconsueto profilo di un riscatto chiesto agli Stati di provenienza di questi ingenui operatori che si tramuta in strumento di acquisto di armi per sostenere terrorismo e  guerra.
Non è raro il caso di qualche nazione che ha pagato il riscatto con armi.
In realtà i sequestri sono mirati su cittadini di nazioni di confermata fama nei pagamenti. Adesso i prigionieri italiani notificati  tramite la stampa sono cinque che verranno sostituiti una volta riscattati dai prossimi cinque.
Le due imprudenti fanciulle partite di loro iniziativa avrebbero come minimo dovuto preoccuparsi delle loro precedenti emule  e non mettere a repentaglio la loro vita e quella di mediatori del Ministero dell’Interno come avvenne per il caso Calipari – Sgrena. Ragazze, a dir poco sprovvedute, alla ricerca di emozioni pericolose e di incontri emozionanti tra dune e palmeti. 
Queste “missioni di pace” ormai istituzionalizzate, hanno dimostrato di essere un’arma a doppio taglio di cui il lato peggiore supera le buone intenzioni iniziali. Provocano gravissimo scompiglio in Parlamento, ove ogni occasione è buona per tafferugli da taverna con urla e scontri fisici fra disonorevoli parlamentari.
Questi spettacoli, indegni della gente civile sempre più soventi e non privi di contusi,  
potrebbero peggiorare quando al Senato ci sarà quella classe politica proveniente da Regioni e Comuni, ancora più “folcloristica”.
La situazione mondiale è a dir poco esplosiva: crisi economica e guerriglia dovunque.
Se tutti i governi cessassero di pagare riscatti, i rapimenti non avrebbero più ragione di esistere.
m.alberini@iol.it