Cara
Mariella,
da tempo
infinito il campo dell’Istruzione pecca di enormi lacune malgrado si siano
tentate riforme senza alcun risultato: vedi quella di Berlinguer, di Gelmini
ecc. Sui giovani grava una situazione di disinteresse apatico nei confronti
della vera preparazione culturale…
Lettera
firmata, inviata via e-mail
Caro amico,
parlare di vera preparazione culturale in questi tempi
di spaventoso disinteresse verso tutto, di mancanza di profondità d’animo e di
pensiero, è quasi assurdo. Abbiamo assistito negli ultimi decenni ad una caduta
libera dell’Istituto scolastico. Non a caso ci troviamo agli ultimi posti della
classifica internazionale della buona istruzione. Ma per istruzione si intende
non solo formazione tecnica e classica bensì quel tipo di insegnamento che un
tempo faceva vibrare l’anima dei ragazzi e li avvinceva. Quelle figure
carismatiche di insegnanti riuscivano a coltivare cuore, anima e ideali
facendosi amare dagli allievi stabilendo un rapporto indissolubile nel tempo.
La mia insegnate di Lettere è ancora in vita ultranoventenne e, appena posso,
vado a portarle i fiori. Indimenticabile quanto mi abbia trasmesso lei e un
altro mentore meraviglioso, il grande Gianni Brera, incontrato sulla strada del
Giornalismo. I Governi democratici hanno trasformato il corpo insegnanti in un
serbatoio di voti politicizzati e sindacalizzati. Abbiamo assistito in alcune
epoche alla marea di assemblee sindacali che assorbivano più tempo
dell’insegnamento diretto. E tutto ciò non certo avantaggio della Scuola. La
situazione si è radicalizzata e abbiamo infiniti dubbi che la nuova riforma,
della quale ben poco si conosce, riesca
a scardinarla.
Qui si tratta di far tornare i giovani verso il
pensiero del sentire e dell’agire del quale non hanno la minima idea. E ciò
coinvolge tutta la società civile a qualsiasi livello. Anche nei confronti
della famiglia in seno alla quale ormai i genitori anziani e malati, dopo aver
fatto sacrifici titanici per i figli, si trovano desolatamente soli a
riflettere su risultati tristissimi. Responsabile è ancora la Scuola incapace
di instillare principi di comportamento, riconoscenza, solidarietà, compassione
verso chi soffre e rispetto umano nei
confronti della comunità. Da qui parte l’attuale disastro generazionale
criticato da ciascun cittadino inconscio di non avere saputo educare i propri
figli, proteggendoli troppo, ad affrontare la vita. E la Scuola ha peggiorato
in tutti sensi un sistema perverso a boomerang che sta ritorcendosi contro
tutto e tutti. Sono questi i peccati più mortali contro la società del futuro.
m.alberini@iol.it