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lunedì 29 giugno 2015

V I S T O D A L E I - "Lettera al sommo Pontefice"

Caro Papa Francesco..
noi 65enni, che lavoriamo da tempo immemore come pazzi, che abbiamo pagato obbligatoriamente, soldo dopo soldo, tutto quello che dovevamo a questo Stato di ladri, di corrotti, di evasori e di ipocriti, noi che abbiamo perso i figli che se ne sono andati a vivere all'estero, perchè in questo paese di m.... non vogliono più starci, e hanno mille ragioni, noi costretti ad asserragliarci in casa come talpe, perchè se abbandoni un attimo le tue cose, sei finito, noi che affetti dal morbo di Parkinson, nonostante tutto, torniamo caparbiamente in azienda per dare il nostro contributo, lavorando se necessario anche di notte, beh... noi, di gente che va cianciando filippiche ai quattro venti, non ne possiamo più. Specialmente quando vengono da un personaggio come lei, capo indiscusso di una Chiesa che ha avuto il coraggio di proporsi, (parlo della Chiesa), quale rappresentanza di Dio in terra, nonostante la vera storia insegni che al vostro cospetto, personaggi come Hitler, Stalin, e Bokassa, assumono grosso modo la statura di educande di primo pelo. Come potevano fregiarsi della rappresentanza di Dio sulla terra personaggi come: Giulio II (atti osceni), Leone X (indulgenze a pagamento), Alessandro VI Borgia (orge a go go), Innocenzo VIII, Sisto Quinto (fa un bambino con la sorella), Giovanni XII (orgiastico assassino)? Come poteva una Chiesa, in prima linea con le Crociate, l'Inquisizione, la caccia alle "streghe" e chi più ne ha più ne metta, mescolare il proprio nome con quello di Dio quando, in nome della propria infallibilità, scaraventa addirittura in carcere Galileo Galilei, costringendolo a ritrattare i risultati di una intera vita di studi? E se non era credibile la Chiesa di allora, come fa a esserlo quella d'oggi? La Chiesa dovrebbe vergognarsi, altro che scuse retroattive, e dovrebbe soprattutto vergognarsi per aver preso per i fondelli e per duemila anni il mondo intero. La invito a leggersi, se non l'ha ancora fatto i libri: "In nome di Dio" di David Yallop sulla morte di Albino Luciani, e "Gli antipapi" di Elena Percivaldi. Lei è piombato in mezzo a noi parlando al popolo, auspicando una chiesa povera e pulita,... Papa Francesco, guardiamoci negli occhi.......ma dove?, ma quando e in quale film? Il diluvio universale, avrebbe dovuto fare pulizia, avrebbe dovuto essere di monito per le genti che avrebbero occupato la terra dopo,...beh, visti i risultati, eufemisticamente, diciamo che l'operazione avrebbe potuto dare risultati migliori. Lei invita alla preghiera ma mi dica un po': Lei crede ci crede davvero? Non credo proprio.  Per porgerle via e-mail le scuse, aspetterò una Chiesa povera e in quel momento sarò felice di ricredermi. L'altro personaggio fantastico è Matteo Renzi, un ciclone di promesse, una riforma al mese, lotta all'evasione, lotta alla corruzione, province, senato, la buona scuola, la pubblica amministrazione, gli aiuti ai poveri, il controllo dell'esodo biblico etc..etc
Dopo un anno e mezzo, avremmo dovuto applaudire a diciotto riforme....a oggi.....non pervenute.
Che facciamo Papa Francesco, aspettiamo?

Lettera firmata, inviata via e-mail

Caro amico,
le religioni, per quanto ispirate da alti ideali, sono pur sempre gestite da uomini in nome di Dio. La nostra è una grande costruzione che vive da oltre duemila anni. E questo è già un miracolo. E' l'unico Reich ultra millenario.
Certo i suoi rappresentanti hanno spesso disatteso ideali e speranze. E Lei ne cita alcuni. Ma non pensa che di Papi ce ne sono stati oltre duecentocinquanta e la maggior parte non ha certo tradito la propria missione?
Le religioni diventano pericolose quando in loro nome si trascende nel fanatismo.
Quante guerre sono state fatte in loro nome sotto il motto "Dio è con noi".
E tutto questo continua anche oggi. L'ISIS ne è una testimonianza. E guai quando il potere temporale è gestito dai religiosi.
La storia è costellata di questi eventi e l'ultimo esempio a noi vicino è l'Iran di Komeini.
E' difficile eliminarne i difetti, ma la Religione rimane l'unica speranza che l'uomo ha inventato per tentare una convivenza possibile.

m.alberini@iol.it


lunedì 22 giugno 2015

V I S T O D A L E I - "I colpevoli siamo noi Italiani"

Cara Mariella,
la  melma in cui stiamo affogando è il risultato di mezzo secolo di disinteresse degli italiani per il loro Paese. Hanno permesso ai delinquenti della politica di arrivare indisturbati fino ad oggi. E continuano ancora a rimanere inerti anche davanti all’invasione, favorita dai politici, dei migranti che stanno ammorbando ogni angolo del nostro territorio…
                                                         Lettera firmata, ricevuta via e-mail
Caro amico,
quanto dice  è vox populi, ma dall’inerzia è molto difficile scuotersi. I guai sono enormi e diffusi ovunque. Ma terrificante è quello di Roma capitale, una volta chiamata caput mundi. E’ diventata la capitale del più alto parassitismo che mente umana possa aver mai concepito. E’ di oggi, ma sempre ben nota, la notizia che l’immenso patrimonio edilizio dell ’irrisorio costo di 7 euro al mese.
Il paradosso di questa città consiste in affitti privati altissimi, ma nessuno li paga. E il proprietario di un appartamento tra insolvenze, ricorso agli avvocati, danni materiali all’immobile, tasse, finisce senza reddito, ma in grande passivo. E’ chiaro che tutto ciò dipende da una mentalità radicata  per la quale ogni cosa è lecita.
Arrivano continue notizie di società del Comune di Roma che, oltre allo stipendio, pagano ai dipendenti premi pazzeschi e li pagano anche agli assenteisti: pare siano oltre il 30%.
Persino al Pontefice arrivano i miasmi della corruzione che lambisce e penetra oltre i confini del  Vaticano con manovre occultate anche a Francesco.   E ci rendiamo conto di quanto pesino sul capo di questo Pontefice tali ignominie. Guarda ogni giorno  con tristezza i sepolcri scoperchiati  dai miasmi che stanno ammorbando tutta l’Europa.
L’operazione Mafia Capitale è la punta di uno dei tanti  iceberg che fanno colare a picco l’Italia. I rifiuti, gli accordi imposti dai sindacati,  l’assenteismo, l’inefficienza fanno parte del sistema in atto che permette il lassismo in cambio dei voti. Di tutto ciò è la Sinistra ultra responsabile.
Si dice indispensabile cambiare tutta la categoria burocratica sostituendola con i nuovi giovani: non cambierebbe nulla perché sarebbero i loro figli a subentrare nelle funzioni: oggi leggi truffa ad hoc permettono questo avvicendamento.           
Dai tempi di   Roma antica, il popolo è tenuto a bada con “panem et circenses”.

m.alberini@iol.it



venerdì 19 giugno 2015

V I S T O D A L E I - "Lettera aperta al Premier Renzi"

Signor Presidente del Consiglio,

il paradosso più assurdo è il titolo del Corriere della Sera del 13.6 che apre la prima pagina con il titolo “Il governo pensa ai rimpatri”. Intanto la Marina militare continua a incettare e a trasbordare migliaia di africani e non in Italia. Il cosiddetto “buonismo “ italico peloso e disonesto continua a incassare le cifre stanziate con l’accordo UE per ospitare  i migranti e provvedere alla loro sistemazione. Cosa ormai impossibile sotto tutti i punti di vista. Non ci sono più luoghi over farli dormire ne’ soldi per nutrirli perché quelli stanziati dalla Ue non si sa  dove siano andati a finire : o meglio sappiamo che sono stati intascati dai soliti noti.  Intanto cinquantamila profughi sono scomparsi senza lasciare traccia, prova dell’inefficienza di controllo delle nostre strutture.
Signor Presidente, non si era mai vista in Italia simile ondata di invasione barbarica dai tempi di Attila. Noi milanesi abbiamo paura a prendere il treno alle stazioni ferroviarie e metropolitane, invase da queste pericolose bande di sudamericani, africani, gente dell’est ecc. già individuati dalla Polizia ma in libera circolazione per  colpa delle nostre assurde, permissive leggi.
Oggi noi abbiamo paura ad usare i nostri treni per il timore di mescolarci a questa folla di gente malintenzionata e forse infetta da malattie in Italia sconosciute.  Per non citare la possibilità di centinaia o migliaia di infiltrati dell’ISIS.
Caro Presidente Renzi come pensa di salvarci con un provvedimento davvero risolutivo da questa follia barbarica?
Basterebbe utilizzare i metodi degli Stati Europei, non accogliere più nessuno e rimandare  a casa  i clandestini individuati sul suolo italiano. Che cosa spetta ad agire? La situazione non è più di emergenza ma di disastro colposo nazionale!
Non la preoccupa  che uno dei suoi figli possa essere vittima di malattie o virus sconosciuti e contagiosi? Come pensa possano vivere gli italiani nelle città invase da orde di infelici ma già pericolosi poiché incattiviti dalla miseria e dai disagi?
E’ il caso di ribadire che il Vaticano nel diffondere la sua carità cristiana dimentica di essere il maggior proprietario immobiliare d’Italia, ma non ci risulta abbia messo a disposizione di questi diseredati strutture per alloggiarli e nutrirli.
Gli Italiani non riescono a capire come si possa essere arrivati a tale disastrosa situazione e giurano tutti di non votare mai più per alcun Partito: incluso il suo, signor Premier: un Partito sempre più allo sbando e responsabile di un Italia ormai irriconoscibile nel suo glorioso  passate di bellezza e di ospitalità.

m.alberini@iol.it 


lunedì 8 giugno 2015

V I S T O D A L E I - "Come è difficile trovare Expo"

Ritengo doveroso accennare alla mia piccola Odissea per raggiungere,  sotto il cocente sole di queste infuocate giornate di giugno, la favolosa EXPO dove ero invitata alla cerimonia della Giornata Nazionale di Estonia.
Dopo il viale Gallarate, all’altezza della Mercedes Benz, nessun cartello indica dove si possono trovare  gli ingressi  di questa mondiale manifestazione che riunisce tutte le nazioni del nostro sempre più affollato pianeta. E quindi il visitatore, smarrito,  incomincia a girare in tondo tra  gli svincoli stradali che indicano tutte le varie direzioni tranne quella verso  l’Expo.
Fortunato è l’incontro con l’unica pattuglia di Polizia  con tre auto e relativi agenti, i quali, gentilissimi, mi guidano fino ad un ingresso secondario, non per il pubblico, dove mi viene indicata la fermata dell’autobus interno dell’EXPO. Nulla faceva presagire dove fossero le centinaia di padiglioni mentre il sole martellava su un paesaggio d’asfalto dall’aspetto piuttosto desolato.
Infine arriva un autobus carico di sudati pellegrini, sul quale lo stesso conducente non ha la minima idea per segnalarmi a quale fermata  dovrei scendere nei pressi del Padiglione Estonia.
Dopo le mie insistenze, si decide a dare un’occhiata alla mappa che gli spunta dalla tasca della camicia e mi dà una direzione molto vaga alla fermata  6.
Scendo dal Bus terrorizzata  e seguo altri dispersi, incerti sul da farsi, sempre sotto una canicola devastante.
Infine dopo circa un chilometro durante il quale incomincio a vedere  miraggi simili a quelli delle zone desertiche,  scorgo in lontananza la sagoma di alcuni padiglioni dall’aspetto impenetrabile. Dopo vari giri sempre più faticosi, riesco a intravvedere il famoso Padiglione Estonia dove, ormai in ritardo di un’ora, era avvenuta la cerimonia alla Presenza del Presidente della Repubblica Estone.
In queste ore faticose mi sono chiesta più volte come è possibile che L’EXPO milanese tanto desiderata e attesa sia stata circondata da tale negligenza persino nella carente gestione del percorso periferico tra la periferia di Milano e Rho.
Forse l’organizzazione, deputata alla segnaletica dell’avvenimento più importante di questo decennio, era poco provvista di fondi  da spartire in generose tangenti.
Comunque esco da EXPO 2015 con notevole senso di oppressione e priva di speranza per i tanto attesi risultati commerciali, gli investimenti che dovrebbero arrivare dall’estero e la creazione di posti di lavoro per giovani e meno giovani disoccupati.
Dispiace constatare come EXPO 2015 stia attirando un decimo dei visitatori di Disneyland a L.A, California.


m.alberini@iol.it

lunedì 1 giugno 2015

V I S T O D A L E I - "L'Italia uccisa dagli italiani"

Cara Mariella,
pensavo all'inutilità della critica reiterata, con risultati sostanzialmente nulli. E non sto parlando della nostra psicoscopica critica, parlo di quella di grande visibilità, fino a quella che arriva direttamente dai canali europei e che viene enfatizzata o meno, in funzione di chi la commenta, pilotandola opportunamente, fino all'altare dei vari sporchi, luridi interessi. Mi sono reso conto che, gli aggettivi dispregiativi che di solito usiamo per caratterizzare la figura del politico e più in generale quella del gestore della cosa pubblica, non bastano, e, senza lasciare tracce, scivolano inascoltate, addosso a chi legge. Serve una scena, quasi teatrale che resti impressa. Ho frugato nei miei ricordi, e mi sono ricordato di una storia, che da piccolo mi aveva fatto piangere. Presa dal libro Cuore di Edmondo De Amicis: La madre di Franti.
Preambolo: Franti è uno scavezzacollo che ne combina di tutti i colori ed un giorno viene sospeso da scuola,(un tempo si usava, ora non più), peccato. Il padre non sa dell'espulsione del figlio, altrimenti lo ucciderebbe, (oggi ucciderebbe il maestro), peccato. La madre si reca a scuola disperata chiedendo la riammissione del figlio, onde scongiurare una tragedia, il Direttore capisce e riammette Franti. Dal libro "Cuore": “E si coperse il viso con le mani, singhiozzando. Franti teneva il viso basso, impassibile. Il Direttore lo guardò, stette un po' pensando, poi disse: --Franti, va' al tuo posto--. Allora la donna levò le mani dal viso tutta racconsolata, e cominciò a dir, grazie, grazie, senza lasciar parlare il Direttore, e s'avviò verso l'uscio, asciugandosi gli occhi e dicendo affollatamente: --Figliuol mio, mi raccomando. Abbiano pazienza tutti. Grazie signor Direttore che ha fatto un'opera di carità.
Buono, sai, figliuolo. Buon giorno ragazzi. Grazie, a rivederlo, signor maestro. E scusino tanto una povera mamma.-- E data ancora di sull'uscio un'occhiata supplichevole a suo figlio, se ne andò, raccogliendo lo scialle che strascicava, pallida, incurvata, con la testa tremante. E la sentimmo ancora tossire giù per le scale.
Il  Direttore guardò fisso Franti, in mezzo al silenzio della classe, e gli disse con accento da far tremare: --Franti, tu uccidi tua madre!-- Tutti si voltarono a guardar Franti. E QUELL'INFAME SORRISE.

Lettera firmata, inviata via e-mail



Caro lettore,
gli infami continuano a sorridere guardando con placida indifferenza il disastro italiano. Sorridono quando bloccano la rivalutazione delle pensioni a spese di gente che ha lavorato onestamente per quarant’anni. Ma sorridono anche quando, in base alla nota sentenza della Consulta, intravvedono la possibilità di ricorrere e far ricorrere la loro clientela a rivendicare il mal tolto. Intanto un giudice ha decretato il rimborso totale della rivalutazione complessiva della pensione a un cittadino che aveva fatto ricorso alla Magistratura.
Nell’immediato futuro, la questione rimborsi e rivalutazione diventerà oggetto di una Babele inestricabile se il Governo continua  a fare distinguo.
Altra magagna gigantesca è la situazione Rom, un tempo nomadi: adesso in Italia stanziali  perché, non solo continuano a delinquere a rubare e a truffare, ma approfittano del “buonismo” italico per accedere all’assegnazione di case popolare che, una volta ottenute, affittano  a caro prezzo. Ad ogni sopralluogo dell Polizia vengono trovati tesori in gioielli e oggetti preziosi frutto delle appropriazioni  per non parlare dei capi clan che risultano titolari di vistosi conti bancari, piovuti dal cielo dato che non risultano  produttivi di alcun reddito.
La recente strage stradale a Roma dimostra l’assoluta osservanza delle regole del Paese ospitante. Ma  gli Italiani continuano a delegare a questo Stato incapace l’obbligo di far osservare le sue leggi.


m.alberini@iol.it