Caro Papa Francesco..
noi 65enni, che lavoriamo
da tempo immemore come pazzi, che abbiamo pagato obbligatoriamente, soldo dopo
soldo, tutto quello che dovevamo a questo Stato di ladri, di corrotti, di
evasori e di ipocriti, noi che abbiamo perso i figli che se ne sono andati a vivere
all'estero, perchè in questo paese di m.... non vogliono più starci, e hanno
mille ragioni, noi costretti ad asserragliarci in casa come talpe, perchè se
abbandoni un attimo le tue cose, sei finito, noi che affetti dal morbo di
Parkinson, nonostante tutto, torniamo caparbiamente in azienda per dare il
nostro contributo, lavorando se necessario anche di notte, beh... noi, di gente
che va cianciando filippiche ai quattro venti, non ne possiamo più. Specialmente
quando vengono da un personaggio come lei, capo indiscusso di una Chiesa che ha
avuto il coraggio di proporsi, (parlo della Chiesa), quale rappresentanza di
Dio in terra, nonostante la vera storia insegni che al vostro cospetto,
personaggi come Hitler, Stalin, e Bokassa, assumono grosso modo la statura di
educande di primo pelo. Come potevano fregiarsi della rappresentanza di Dio
sulla terra personaggi come: Giulio II (atti osceni), Leone X (indulgenze a
pagamento), Alessandro VI Borgia (orge a go go), Innocenzo VIII, Sisto Quinto
(fa un bambino con la sorella), Giovanni XII (orgiastico assassino)? Come
poteva una Chiesa, in prima linea con le Crociate, l'Inquisizione, la caccia
alle "streghe" e chi più ne ha più ne metta, mescolare il proprio
nome con quello di Dio quando, in nome della propria infallibilità, scaraventa
addirittura in carcere Galileo Galilei, costringendolo a ritrattare i risultati
di una intera vita di studi? E se non era credibile la Chiesa di allora, come
fa a esserlo quella d'oggi? La Chiesa dovrebbe vergognarsi, altro che scuse
retroattive, e dovrebbe soprattutto vergognarsi per aver preso per i fondelli e
per duemila anni il mondo intero. La invito a leggersi, se non l'ha ancora
fatto i libri: "In nome di Dio" di David Yallop sulla morte di Albino
Luciani, e "Gli antipapi" di Elena Percivaldi. Lei è piombato in
mezzo a noi parlando al popolo, auspicando una chiesa povera e pulita,... Papa
Francesco, guardiamoci negli occhi.......ma dove?, ma quando e in quale film? Il
diluvio universale, avrebbe dovuto fare pulizia, avrebbe dovuto essere di
monito per le genti che avrebbero occupato la terra dopo,...beh, visti i
risultati, eufemisticamente, diciamo che l'operazione avrebbe potuto dare
risultati migliori. Lei invita alla preghiera ma mi dica un po': Lei crede ci
crede davvero? Non credo proprio. Per
porgerle via e-mail le scuse, aspetterò una Chiesa povera e in quel momento
sarò felice di ricredermi. L'altro personaggio fantastico è Matteo Renzi, un
ciclone di promesse, una riforma al mese, lotta all'evasione, lotta alla corruzione,
province, senato, la buona scuola, la pubblica amministrazione, gli aiuti ai
poveri, il controllo dell'esodo biblico etc..etc
Dopo un anno e mezzo,
avremmo dovuto applaudire a diciotto riforme....a oggi.....non pervenute.
Che facciamo Papa Francesco,
aspettiamo?
Lettera firmata, inviata via
e-mail
Caro amico,
le religioni, per quanto ispirate da alti
ideali, sono pur sempre gestite da uomini in nome di Dio. La nostra è una
grande costruzione che vive da oltre duemila anni. E questo è già un miracolo.
E' l'unico Reich ultra millenario.
Certo i suoi rappresentanti hanno spesso
disatteso ideali e speranze. E Lei ne cita alcuni. Ma non pensa che di Papi ce
ne sono stati oltre duecentocinquanta e la maggior parte non ha certo tradito
la propria missione?
Le religioni diventano pericolose quando in loro
nome si trascende nel fanatismo.
Quante guerre sono state fatte in loro nome
sotto il motto "Dio è con noi".
E tutto questo continua anche oggi. L'ISIS ne è
una testimonianza. E guai quando il potere temporale è gestito dai religiosi.
La storia è costellata di questi eventi e
l'ultimo esempio a noi vicino è l'Iran di Komeini.
E' difficile eliminarne i difetti, ma la
Religione rimane l'unica speranza che l'uomo ha inventato per tentare una
convivenza possibile.
m.alberini@iol.it