Cara Mariella,
pensavo
all'inutilità della critica reiterata, con risultati sostanzialmente nulli. E
non sto parlando della nostra psicoscopica critica, parlo di quella di grande
visibilità, fino a quella che arriva direttamente dai canali europei e che
viene enfatizzata o meno, in funzione di chi la commenta, pilotandola
opportunamente, fino all'altare dei vari sporchi, luridi interessi. Mi sono
reso conto che, gli aggettivi dispregiativi che di solito usiamo per
caratterizzare la figura del politico e più in generale quella del gestore
della cosa pubblica, non bastano, e, senza lasciare tracce, scivolano
inascoltate, addosso a chi legge. Serve una scena, quasi teatrale che resti
impressa. Ho frugato nei miei ricordi, e mi sono ricordato di una storia, che
da piccolo mi aveva fatto piangere. Presa dal libro Cuore di Edmondo De Amicis:
La madre di Franti.
Preambolo: Franti
è uno scavezzacollo che ne combina di tutti i colori ed un giorno viene sospeso
da scuola,(un tempo si usava, ora non più), peccato. Il padre non sa
dell'espulsione del figlio, altrimenti lo ucciderebbe, (oggi ucciderebbe il
maestro), peccato. La madre si reca a scuola disperata chiedendo la
riammissione del figlio, onde scongiurare una tragedia, il Direttore capisce e
riammette Franti. Dal libro "Cuore": “E si coperse il viso con le
mani, singhiozzando. Franti teneva il viso basso, impassibile. Il Direttore lo
guardò, stette un po' pensando, poi disse: --Franti, va' al tuo posto--. Allora
la donna levò le mani dal viso tutta racconsolata, e cominciò a dir, grazie,
grazie, senza lasciar parlare il Direttore, e s'avviò verso l'uscio,
asciugandosi gli occhi e dicendo affollatamente: --Figliuol mio, mi raccomando.
Abbiano pazienza tutti. Grazie signor Direttore che ha fatto un'opera di
carità.
Buono, sai,
figliuolo. Buon giorno ragazzi. Grazie, a rivederlo, signor maestro. E scusino
tanto una povera mamma.-- E data ancora di sull'uscio un'occhiata supplichevole
a suo figlio, se ne andò, raccogliendo lo scialle che strascicava, pallida,
incurvata, con la testa tremante. E la sentimmo ancora tossire giù per le
scale.
Il Direttore guardò fisso Franti, in mezzo al
silenzio della classe, e gli disse con accento da far tremare: --Franti, tu
uccidi tua madre!-- Tutti si voltarono a guardar Franti. E QUELL'INFAME
SORRISE.
Lettera
firmata, inviata via e-mail
Caro lettore,
gli infami continuano a sorridere guardando con
placida indifferenza il disastro italiano. Sorridono quando bloccano la
rivalutazione delle pensioni a spese di gente che ha lavorato onestamente per
quarant’anni. Ma sorridono anche quando, in base alla nota sentenza della
Consulta, intravvedono la possibilità di ricorrere e far ricorrere la loro
clientela a rivendicare il mal tolto. Intanto un giudice ha decretato il
rimborso totale della rivalutazione complessiva della pensione a un cittadino
che aveva fatto ricorso alla Magistratura.
Nell’immediato futuro, la questione rimborsi e
rivalutazione diventerà oggetto di una Babele inestricabile se il Governo
continua a fare distinguo.
Altra magagna gigantesca è la situazione Rom, un tempo
nomadi: adesso in Italia stanziali
perché, non solo continuano a delinquere a rubare e a truffare, ma
approfittano del “buonismo” italico per accedere all’assegnazione di case
popolare che, una volta ottenute, affittano a caro prezzo. Ad ogni sopralluogo dell
Polizia vengono trovati tesori in gioielli e oggetti preziosi frutto delle
appropriazioni per non parlare dei capi
clan che risultano titolari di vistosi conti bancari, piovuti dal cielo dato
che non risultano produttivi di alcun
reddito.
La recente strage stradale a Roma dimostra l’assoluta
osservanza delle regole del Paese ospitante. Ma
gli Italiani continuano a delegare a questo Stato incapace l’obbligo di
far osservare le sue leggi.
m.alberini@iol.it