Carissima
Mariella,
mi ero
ripromesso di scrivere alla mia amica Alberini, solo all'occorrenza di episodi
eclatanti, ma mi rendo conto che siamo un popolo così squinternato, che le
occasioni si presentano ogni nanosecondo. Fosse Ardeatine, tristissimo episodio
che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che l'imbecillità umana è più
sconfinata dell'universo. Per amore di verità però, la cosa va raccontata tutta
ed io all'uopo, ho allegato un po' di storia. (Vedi allegato a corredo) Il
capitano Priebke, avrebbe potuto lasciarci la pelle rifiutandosi di eseguire
gli ordini, e comunque i 335 morti ci sarebbero stati lo stesso. Cert'è che la
storia di questi poveretti, avrebbe meritato, da parte sua, uno straccio di
pentimento. Ma sarebbe stata un'ipocrisia. Io però quattro sberle ai 17
partigiani che oltre a 42 militari tedeschi, hanno ucciso anche due
connazionali, le avrei mollate. O no??? Mai sentita una parola in merito.
Ma che popolo
di eroici cittadini, loro sì, che si sarebbero immolati piuttosto che
sottostare a quegli ordini. Tanto impavidi che non trovano nemmeno il coraggio
di pagare le tasse. Ce lo vede Mariella uno qualsiasi dei nostri politici, che
alla guisa di Salvo D'acquisto si erge a baluardo in difesa di un'atrocità ???
Io no. Le reazioni suscitate sono allucinanti, c'è da chiedersi se siano
naturali o pilotate, tanto sono spropositate. E la Chiesa?, che in passato ne
ha fatte di cotte e di crude? Mi risultano 40000 donne in tutta Europa
condannate dall' Inquisizione e arse vive con la ridicola accusa di
stregoneria. Perché non riesumiamo i pontefici dell'epoca e li ritumuliamo in
un luogo maledetto da Dio. Dov'è finita la carità di Dio? Chi può dire se
Pribke si è pentito o meno in punto di morte? Non riusciamo nemmeno a trovare
un loculo per un'urnetta piccola come un barattolo di marmellata. Che
desolazione!
Buon Dio se
ci sei batti un colpo perché qui è ormai una gabbia di matti.
Lettera
firmata, ricevuta via e-mail
Caro amico,
lei è magnanimo giudicando matti coloro i quali sono
semplici marrani organizzati dai soliti
agitatori sinistrosi per prendere a calci un carro funebre e offrire così al
mondo l’ennesimo spettacolo italiano di vergognoso livello. Inutile rivangare
gli orrori della Seconda guerra mondiale e il fatto che al partigiano
dinamitardo e compagni di Via Rasella non sia neanche passato per la mente di
denunciarsi e salvare 335 vite umane.
No, anzi vent’anni dopo i compagni gli hanno conferito la medaglia d’oro da
eroe e una lauta pensione.
Nelle guerre gli eserciti hanno i loro soldati in
divisa. Sono bersaglio facile per l’anonimo che gli spara contro. Ecco perché
questi atti di “partigianeria” vengono duramente stroncati con rappresaglie
feroci. Anche perché gli eserciti avvisano sempre che qualsiasi atto contro di
loro provocherà una ritorsione talvolta spropositata. Lo hanno fatto e lo fanno
tutti gli eserciti del mondo che si appellano alla Convenzione dell’Aia in
vigore da circa un secolo.
Questi atti che gli eserciti considerano terroristici
purtroppo coinvolgono sovente inermi civili ai quali nessun riconoscimento
viene tributato e finiscono massacrati e dimenticati.
Terrorismo, stragi, genocidi continuano ancora oggi e
nessun insegnamento viene tratto dalla Storia insanguinata di un pianeta che
sta andando verso tempi sempre peggiori. Non è questione di pessimismo, ma di
realismo. La violenza dilaga ovunque purtroppo sostenuta e propagandata da
cinema e TV con sanguinaria veemenza. Anche nel nostro Paese distrutto
nell’economia, nella cultura, nel vivere civile dall’abuso di potere e
dall’ingiustizia con la quale viene gestita la res pubblica, popolato da
Italiani smarriti e allo sbando come se fossimo tornati in una guerra della
quale non si vede la fine: dalla quale purtroppo usciremo tutti sconfitti.
m.alberini@iol.it