Cara Mariella
Alberini,
il cittadino
alle prese con strani acronimi tipo
Tari, Trise ecc. dovrà dipendere sempre più dai commercialisti per riuscire a
capire l’ignobile matassa di nuovi tributi allo studio delle teste d’uovo in
seno ai Ministeri economici. Nulla si migliore tutto va putrefacendosi
nell’Italia dei nuovi profeti alla Renzi, all’Alfano, alla Fassina ecc.
Lettera firmata, ricevuta via e-mail
Gentile lettore,
un mercato o meglio un suk di provvedimenti in arrivo
è a dir poco una sorta di farsa bizantina, della quale viene cambiato ogni
giorno il contenuto. Tari, Trise,
riforma dell’Irap, aumenti di tassazione sulle rendite finanziarie, ma non sui
titoli di Stato
tanto per incrementare le cosiddette iniziative
economiche ecc. La preparazione dei
politicanti da lei nominati ci fa pensare all’abisso esistente fra la
preparazione politica dei Parlamentari dei Governi liberali d’inizio Novecento e gli attuali ex“sessantottini”
del 27 politico.
Il frastuono, a volte assordante a volte sommesso,
disorienta sempre di più il disgraziato cittadino conscio soltanto delle molte
mani inserite a rubare nelle sue tasche. Nessuno parlerà mai più di tagli ai
costi spaventosi e sempre in assurdo e ingiustificabile aumento delle folli
spese statali. E i disservizi aumentano di pari passo. Gli Italiani sempre più
alla mercé di spauracchi come i vari
tagli alla Sanità, alle pensioni, all’assistenza sociale, al caos nel campo
della scuola. Adesso il progetto dell’ ultra tardivo pattugliamento delle acque
territoriali con costi mensili assurdi e nebulose intenzioni su quello che
faranno: rinviare i barconi di merce umana sulle coste africane oppure evitare
i famosi “funerali di stato” scortandoli nei nuovo centri di accoglienza a
carattere “alberghiero? La ministra Cécile Kyenge potrebbe avere una
lampeggiante intuizione sulle acque mediterranee: inviare navi di migranti
italiani in Africa e accogliere
altrettanti migranti neri per lasciare invariato il numero di 60 milioni di
individui sul territorio italico.
Siamo alla pochade di un colonialismo all’incontrario
dato che alcuna reale soluzione si vede all’orizzonte. E nessuna altra si
profila per l’immediata drammatica emergenza economica di cui ne’ il ministro Saccomanni
ne’ tantomeno il Premier Letta riescono a dare risposte convincenti.
m.alberini@iol.it