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lunedì 21 ottobre 2013

VISTO DA LEI - "Italia alla mercè di Tari Trise ed altri… acronimi"

Cara Mariella Alberini,
il cittadino alle prese con strani  acronimi tipo Tari, Trise ecc. dovrà dipendere sempre più dai commercialisti per riuscire a capire l’ignobile matassa di nuovi tributi allo studio delle teste d’uovo in seno ai Ministeri economici. Nulla si migliore tutto va putrefacendosi nell’Italia dei nuovi profeti alla Renzi, all’Alfano, alla Fassina ecc.
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Gentile lettore,
un mercato o meglio un suk di provvedimenti in arrivo è a dir poco una sorta di farsa bizantina, della quale viene cambiato ogni giorno il contenuto.  Tari, Trise, riforma dell’Irap, aumenti di tassazione sulle rendite finanziarie, ma non sui titoli di Stato
tanto per incrementare le cosiddette iniziative economiche ecc.  La preparazione dei politicanti da lei nominati ci fa pensare all’abisso esistente fra la preparazione politica dei Parlamentari dei Governi  liberali d’inizio Novecento e gli attuali ex“sessantottini” del 27 politico.
Il frastuono, a volte assordante a volte sommesso, disorienta sempre di più il disgraziato cittadino conscio soltanto delle molte mani inserite a rubare nelle sue tasche. Nessuno parlerà mai più di tagli ai costi spaventosi e sempre in assurdo e ingiustificabile aumento delle folli spese statali. E i disservizi aumentano di pari passo. Gli Italiani sempre più alla  mercé di spauracchi come i vari tagli alla Sanità, alle pensioni, all’assistenza sociale, al caos nel campo della scuola. Adesso il progetto dell’ ultra tardivo pattugliamento delle acque territoriali con costi mensili assurdi e nebulose intenzioni su quello che faranno: rinviare i barconi di merce umana sulle coste africane oppure evitare i famosi “funerali di stato” scortandoli nei nuovo centri di accoglienza a carattere “alberghiero? La ministra Cécile Kyenge potrebbe avere una lampeggiante intuizione sulle acque mediterranee: inviare navi di migranti italiani in Africa  e accogliere altrettanti migranti neri per lasciare invariato il numero di 60 milioni di individui sul territorio italico.
Siamo alla pochade di un colonialismo all’incontrario dato che alcuna reale soluzione si vede all’orizzonte. E nessuna altra si profila  per l’immediata drammatica  emergenza economica di cui ne’ il ministro Saccomanni ne’ tantomeno il Premier Letta riescono a dare risposte convincenti.

m.alberini@iol.it