cover blog M Alberini

lunedì 27 dicembre 2010

VISTO DA LEI - Peccati e peccatori della Giustizia italica

Cara Mariella Alberini,
ho letto la sua risposta ad un lettore che commentava gli errori di Fini. Come molti Italiani che lo hanno votato ora sto cercando di mangiarmi i gomiti e vorrei porle un altra domanda, sempre su un tema spinoso: come può in Italia la Giustizia essere ridotta ad arma da parte di qualche procura. Fra le varie domande che mi pongo, i magistrati politicizzati, le inchieste mono direzionate e ad orologeria, le varie scarcerazioni di teppisti ecc, quella che più mi preme è perché i magistrati sani non si ribellano? Secondo lei sono tutti politicizzati?
R.F., ricevuta via e-mail

Gentile lettore,
i problemi inerenti la Giustizia sono diventati ormai una piaga all’italiana e stanno sempre peggiorando. La ragione è semplice: le nuove leve, che ormai da 15, 20 anni si succedono nella Magistratura, sono condizionate dal CSM che ne determina gli avanzamenti, le destinazioni e tutta la carriera. I magistrati della vecchia scuola sono in minoranza e guardano alla pensione perché sanno di essere impotenti riguardo all’ordine sindacale del CSM, la “cupola” della Magistratura. Qualche timido tentativo di dissenso da parte di singoli magistrati è stato stroncato con penalità di carriera e di ostracismo. Sempre per motivi di sintesi, possiamo dire che di certo non sono tutti politicizzati, ma devono subire “alla Fracchia” la prepotenza degli organi superiori. Riguardo le scarcerazioni-scandalo dei vari teppisti devastatori di centri cittadini, in esse si ravvisa un chiaro intento antigovernativo: la “piazza” è sempre stata condizionata dai partiti di opposizione di ispirazione comunista. E a proposito delle inchieste ad orologeria trattasi di una farsa ricorrente e noiosa,   preconfezionata per aggredire il protagonista di turno: e, a tamburo battente, ammantarlo di fango. Insomma un'altra pesante bischerata politica che viviamo con insofferenza e disagio. Anche la Corte UE appoggia la riforma all’esame della Camera che viene da mesi regolarmente bocciata dall’Opposizione. Un difficile Natale quello del 2010 dopo le note vicende che da mesi affliggono gli Italiani.  Auguri a tutti.
                                             

sabato 18 dicembre 2010

VISTO DA LEI - “Fini all’ultimo sospiro”

Cara Mariella Alberini,

la catastrofica presa di posizione di Gianfranco Fini, da tempo covata e portata avanti, approfittando dei vantaggi di aver aderito al PDL, senza il quale non sarebbe mai diventato Presidente della Camera, è incomprensibile agli elettori e quindi anche a me. Se elezioni ci saranno, spero che l’on. Fini paghi i suoi gravi errori. Lei cosa ne pensa?
F.A., ricevuta via e-mail

Carissimo lettore,
il povero Gianfry ci fa quasi tenerezza: quel sorriso tirato dopo la sconfitta, quell’espressione incerta di chi non sa più che pesci pigliare. Il martellante sogno di prendere il posto del Cavaliere è miseramente naufragato. Purtroppo, lui ha sottovalutato l’avversario. Il quale ha sempre dato il meglio nelle situazioni difficili. Non solo: ha dimenticato che Silvio è un uomo al quale la fortuna sorride sempre e anche il successo. E adesso quelle pulsioni  giovanili, scatenatesi verso la sessantina per la bionda  ninfa Egeria, che gli hanno rinverdito lo slancio vitale, la creatività (guardate un po’ cosa è riuscito a inventare),  lo hanno spinto sui gradini del Palazzo dove Cesare gli ha fatto uno sberleffo e non si è lasciato pugnalare. Anzi gli ha opposto un esercito di parlamentari incazzati e, come al solito, da vincitore è andato alla presentazione dell’ultimo “parto” letterario del suo amico Bruno Vespa. Questa, caro amico lettore, in micro-sintesi, la triste storia che ha sconvolto la legislatura, danneggiato il lavoro del governo, causato feriti  e contusi in una guerriglia di infiltrati delinquenziali contro la Polizia schierata in stato di emergenza nel centro devastato della Capitale. Ma non basta. Lo sconquasso provocato dall’on. Fini mette il Paese in un’impasse che molto probabilmente porterà ad elezioni mai volute dal Premier e dal popolo italiano. Adesso la novità battezzata “Polo della Nazione”: povera Italia in mano a trafficanti della politica. Insomma, caro Gianfry, invece di startene tranquillo sull’alto scranno della Camera e goderti quel “tesoro”  di donna Elisabetta in santa pace, con  il neonato Fli hai ottenuto un “futuro” a dir poco nuvoloso e una “libertà” condizionata.
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mercoledì 15 dicembre 2010

“Matrimonio?..., si vedrà.”

Cara Mariella,
non è la prima volta che le scrivo. L’ultima mail da me inviatale è datata 2 gennaio 2008. Ho sempre ricevute risposte molto equilibrate e lungimiranti. Adesso il mio figlio minore 26enne vuole sposare una ragazza coetanea che mio marito ed io non abbiamo ancora capito a fondo. Si conoscono da pochi mesi e lei è riuscita a coinvolgerlo molto. Mio figlio lavora nell’azienda di famiglia, gode di una posizione economica e sociale di alto livello ed è un ragazzo in gamba. Temo che lei possa essere attirata anche  dalla nostra buona situazione patrimoniale. Io vorrei che mio figlio riflettesse a lungo su questa decisione, ma come sempre le parole dei genitori non vengono prese nella dovuta considerazione. Cosa mi consiglia?
L.C. - ricevuta via email

Gentile amica,
oggi i giovani vanno a convivere con assoluta disinvoltura e passa molto tempo prima di decidersi al matrimonio. Addirittura vediamo giovani coppie con figli non sposate, ma nella stessa casa, e non si sa neppure se prima o poi convoleranno. Fossi in lei, suggerirei a suo figlio di proporre una convivenza di almeno due o tre anni (sono così giovani e hanno tanto tempo davanti da non doversene preoccupare). In tal modo, si può sperare che riescano a conoscersi abbastanza da capire se le famose affinità elettive esistono e possono permettere loro di  unire i destini in chiesa e/o in municipio per i prossimi sesant’anni. Oppure se sposo e sposa saranno in grado di sopportare con buona grazia le reciproche, irrimediabili “lacune”. Naturalmente non tutti adottano questi sistemi “moderni”.  A chi scrive, però, appaiono salutari al fine di evitare stressanti separazioni e divorzi all’insegna della “Guerra dei Roses”, celebre film degli anni novanta. Il quale, purtroppo, descriveva in toni apparentemente eccessivi, ma in verità molto reali, l’estenuante tenzone fra coniugi per la divisione di ciascuna porcellana di Sevres o dei pregiati pezzi di argenteria ricevuti in dono di nozze. Scherzi a parte, tante sono le cause di maggior sofferenza nella vita  dell’essere umano, ma separazioni legali e divorzi vengono classificati secondi o terzi nella graduatoria. Se la ragazza non accettasse la proposta di convivenza, ciò significherebbe che non è disposta a “perdere” tempo.      
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mercoledì 8 dicembre 2010

VISTO DA LEI – Trasmissioni politiche

Cara Mariella Alberini,
sono un suo affezionato lettore felice che la sua rubrica sia ricomparsa almeno nel suo blog. In questo momento di crisi di governo provocata in modo vile da Gianfranco Fini, seguo con attenzione i Talk Show politici, dei quali  mentre Porta a Porta, Ultima Parola e Matrix sono condotti con equità verso entrambi gli schieramenti, Anno Zero, Ballarò e L’Infedele invece mettono in plateale difficoltà gli esponenti della maggioranza. Come  è possibile un tale comportamento dichiaratamente fazioso in seno alla televisione?
C.L., inviata via email
Gentile lettore,
da quando, intorno al 1990,  sono iniziate le trasmissioni di politica spettacolo, ad esempio “Samarcanda” di Michele Santoro, la faziosità è stata la protagonista assoluta di questi Talk Show. Ed è continuata con Milano-Italia di Gad Lerner e poi di Gianni Riotta fino a quelle da lei sopra citate. Sappiamo tutti che questi “conduttori-divi” nati in seno a Lotta continua (organizzazione terroristica di sinistra, il cui leader Adriano Sofri è stato condannato come mandante del delitto Calabresi) hanno fatto carriera e valanghe di soldi soprattutto con il noto sistema di killeraggio mediatico. Nel quale il concetto di dignità e di onestà intellettuale sono assolutamente ignorati. Si tratta di una guerra televisiva portata avanti dall’unica fazione politica che ha sempre fatto ricorso alla menzogna tanto cara al sistema comunista. Nonostante ciò, negli ultimi 15 anni, il  popolo italiano ha espresso la sua volontà con regolari elezioni dando al centro destra il mandato di governare per un arco di tempo superiore  ai vari Governi Dini, Prodi e  D’Alema. L’accanimento contro Berlusconi ha l’unico scopo di riprender possesso del potere che la sinistra ha sempre gestito male. Non è stato un caso se l’elettorato italiano si è spostato a destra.

domenica 5 dicembre 2010

VISTO DA LEI - Che strano tipo quell’Assange…


Cara Mariella Alberini,
questa storia di Wikileaks è stata capita da pochi. Io sono fra quelli che non ci hanno capito nulla. Soprattutto non riesco a immaginare come campi finanziariamente Wikileaks  e il suo patron Julian Assange. E cosa ci guadagna a vivere braccato da un Paese all’altro.  Come è possibile che all’improvviso possa scoppiare una simile “bomba” mediatica e mettere a soqquadro certi governi?
A.P., ricevuta via email

Gentile Alberto,
sono queste le turbolenze dell’informatica maneggiate da hackers malandrini. A proposito del caso Wikileaks, un’occhiata su Internet le darà informazioni variegate. Fino a poco tempo fa, pare fosse sovvenzionata da grandi sostenitori in lotta ideologica contro certi regimi. Da quando è diventato una sorta di “Pirata dei Media”, Julian Assange reagisce appoggiandosi su una miriade di simpatizzanti che inviano micro-pagamenti dal mondo intero usando il sistema Paypal.  E’ probabile che il giovane Julian stia per essere travolto dalla sua “invenzione”. E speri di sfruttare la notorietà acquisita per indurre qualche lobby occulta a finanziare i suoi “fuochi” mediatici allo scopo di colpire con gossip scandal-politici i punti nevralgici del potere planetario. Ciò potrebbe fruttargli cifre da capogiro, ma anche rendere quasi impossibile il godimento di tanta ricchezza dato che, a un certo punto, non troverà asilo neppure in un iglù finlandese e dovrà continuare a bivaccare da un aeroporto all’altro. Oppure finire in una galera statunitense. Questo 29enne dalla faccia strana, al quale “piace schiacciare i bastardi”,  temo abbia nel DNA i geni per diventare il campione mondiale di tale categoria. Sempre che non venga assoldato da Intelligence meno preparate di lui.

giovedì 2 dicembre 2010

VISTO DA LEI – Il diritto di morire


Cara Mariella,
il suicidio di Mario Monicelli, come logico, ha scatenato le solite polemiche sul non diritto a privarsi della vita. Il Maestro Monicelli, grande regista, ha voluto fino all’ultimo decidere quando e come andarsene. Questo importante avvenimento risveglia il problema dell’eutanasia contro la quale il pensiero cattolico è negativo. Io credo che ciascuno debba poter decidere come ritiene giusto vivere e morire: soprattutto quando si è malati terminali o un vecchio con prospettive di vita vegetativa. Lei che cosa ne pensa?
 Giancarlo Bossi

Gentile Giancarlo,
mi sembra che l’unica cosa di effettiva nostra proprietà sia davvero la vita. Siamo noi gli artefici del nostro destino nel bene e nel male.  Prescindiamo dalle paginate filosofiche seguite sui giornali dopo il suicidio di Monicelli che sono persino arrivate alla definizione insensata di “gesto politico” . Non c’è proprio nulla da aggiungere. Solo rendere omaggio alla sua decisione di 95enne lucido e ancora in condizioni di muoversi liberamente. Dopo aver riflettuto sul suo breve e di certo tormentato futuro da un punto di vista clinico, ha fatto ciò che riteneva giusto: una sortita in grande stile drammatico. Rendiamo omaggio alla sua decisione e al suo animo coraggioso e ricordiamolo per il Grande Cinema che, insieme a insigni colleghi  come Rossellini, De Sica, Germi, Lattuada, Rosi, Salce, ecc., ha contribuito a porre l’Italia al primo posto nel mondo per molti anni. Ritengo giusto rispettare il suo gesto e la sua memoria.  

sabato 27 novembre 2010

VISTO DA LEI - Le “infedeltà” del ministro Carfagna

Cara Mariella Alberini, prima di tutto mi rallegro per questo bellissimo blog che rende possibile la rinascita di “Visto da lei”, la sua rubrica di posta, della quale sono stato assiduo lettore per tanti anni prima su Il Giornale e poi su Libero. Ho anche potuto leggere con interesse alcuni suoi articoli, dei quali sentivo la mancanza e che non ho potuto trovare sul Giornale dove lei ha pubblicato solo interviste.  Vorrei conoscere la sua opinione a proposito dell’improvviso impennata della Carfagna in un momento di grave problematiche in seno alla maggioranza. La sua fulminea ascesa politica mi ha creato notevole perplessità. E a lei?

Gentile lettore, quando la signora Carfagna è stata nominata ministro mi sono messa le mani nei capelli. Stentavo a giudicare reale quella notizia rimbalzata violentemente su tutti i media italiani ed esteri. Ho provato quasi lo stesso incredulo imbarazzo quando Ilona Staller, in arte Cicciolina, è assurta al Parlamento. Ma quell’anomalia era dovuta alle tendenze folcloristiche di Marco Pannella, il quale, si sa, non è un appassionato estimatore delle femmine. Parliamoci chiaro. Mara Carfagna ha avuto la fortuna di piacere molto al Cavaliere, il quale è stato l’artefice di quelle 66000 preferenze in Campania oltre all’inconcepibile conferimento di un ministero. Artefice e pigmalione poiché l’improvviso new look dell’ex velina di certo è stato studiato da un sapiente esperto d’immagine. Unico errore gli occhi sbarrati della signora in questione che presuppongono un infelice intervento estetico. Una donna senza storia, scaturita alla ribalta politica all’improvviso dopo un oscuro passato di show girl che quale dovrebbe nutrire devozione totale verso il PDL e il Premier. Quindi la diatriba politica, corredata da strumentale minaccia di dimissioni, qualora motivazioni valide esistessero, è la logica conseguenza della sua inadeguatezza all’incarico ricoperto e all’obbligo morale di fedeltà alla compagine di governo anche dopo il ritiro delle dimissioni. Non solo: da miracolata del Cavaliere, per dimostrare la sua gratitudine, avrebbe dovuto lavorare sodo, ma in sordina onde attenuare l’ingiustificata ascesa ad un ruolo di tale portata.  

m.alberini@iol.it         

martedì 16 novembre 2010

Disastri ecologici premeditati

Una conversazione fra due scienziati di altissimo livello, dei quali non posso citare i nomi, ascoltata in un salotto parigino, è stata la causa di una notte agitata da uno spettro ben più angosciante delle minacce terroristiche di Osama Bin Laden. Quei signori hanno parlato di studi sperimentali in atto per il controllo e la determinazione del clima e anche della possibilità di scatenare catastrofi ecologiche ad uso bellico.
Non  dimentichiamo che i fattori climatici hanno sempre influenzato l’esito di battaglie e di guerre: la disfatta di Napoleone dovuta all’inverno russo e gli inverni del 1941-42 che misero in ginocchio le poderose armate di Hitler.
L’ingegno umano è sempre sorprendente. Negli anni cinquanta e sessanta incominciarono le visioni degli Ufo, dei dischi volanti e anche dei cosiddetti marziani: erano semplicemente le tracce degli esperimenti dei satelliti artificiali.  
Oggi il possesso di armi nucleari e della relativa tecnologia è diffuso almeno in metà delle nazioni del pianeta Terra. Quindi l’alternativa della ricerca si concentra sull’appropriarsi di una tecnologia che impedirebbe l’uso di armi tradizionali: la capacità di indirizzare, controllare e scatenare le forze della natura.
Pensiamo alla possibilità di produrre uno tzunami contro le metropoli costiere o di bloccare una colonna di carri armati in un deserto trasformato in una profonda palude da improvvise piogge devastanti. I film catastrofici hanno ampiamente illustrato simili spettacoli, ma i discorsi sugli studi attuali uditi da scienziati di alta fama sono una realtà in fase di sperimentazione.
In questo quadro avveniristico non ci sarebbe posto per nessuna delle armi tradizionali. Si potrebbero vedere poderose portaarei destabilizzate da una serie di gigantesche onde anomale che impedirebbero qualunque decollo. O di sommergibili atomici presi nel vortice di gelide correnti marine. I missili si perderebbero in immensi banchi di nebbia elettrizzati in grado di scombussolare qualsiasi radar.
D’altra parte, gli antichi strateghi cinesi affermavano che il generale capace di prevedere le condizioni meteorologiche sul campo di battaglia aveva la vittoria in tasca. Nel film cinese “La battaglia dei tre regni” di Luo Guanzong, la vittoria arride all’esercito meno numeroso che però seguì le indicazioni individuate dallo stratega sui mutamenti del tempo.
A questo punto, la dominazione del nostro pianeta andrebbe a chi riuscisse a possedere la tecnologia per trasformare a suo piacimento gli ex fenomeni naturali in formidabili sistemi di attacco senza usare la gamma infinita di armi: dai fucili alle bombe atomiche.        
Lo scenario ipotizzato da quegli uomini di scienza pochi giorni fa è ben più terrorizzante della guerra atomica poiché in grado di paralizzare i popoli di intere nazioni. Osservando le sempre più numerose anomalie climatiche come i frequenti tzunami, le eruzioni vulcaniche impreviste, gli immensi roghi di foreste, il famoso buco nell’ozono, le inversioni di correnti marine non si può evitare il dubbio della non casualità di tutto ciò. E quei discorsi uditi per caso sembrano confermarla.

                                                                                  m.alberini@iol.it

Figli che odiano le madri




A Sarah Scazzi piaceva fuggire la presenza di sua madre: forse non la conosceva abbastanza o forse non l’amava. Preferiva passare molto tempo nella casa degli zii che per lei si è trasformata in trappola mortale. Numerosissimi sono gli episodi di figli che odiano genitori innocenti. Non pochi arrivano persino ad ucciderli. Molti preferiscono coltivare aride amicizie con estranei che si rivelano sovente dannose.
Da molti anni, assisto al dolore di un infinito numero di madri massacrate dall’assenza di gratitudine, di amore,  di protezione filiale quando ormai sono in età avanzata e, non solo non vengono aiutate a sopravvivere, ma sono abbandonate come fossero estranee o peggio nemiche. E’ un fenomeno sempre in aumento in assurdo parallelo all’ottima qualità di vita raggiunta nel mondo occidentale e di conseguenza ai maggiori privilegi goduti proprio dai figli più ingrati e insensibili.  Forse quei figli non sanno quanto male fanno: la sofferenza morale può provocare danni irreparabili alla salute di madri non più giovani. Chi scrive ha amato sua madre in modo totale colmo di felice abnegazione e di ammirazione per una donna, della quale riconoscevo la forza d’animo, lo spirito di sacrificio, il senso di grande dignità. Ancora la ringrazio per la severa educazione ricevuta e la profondità di sentimenti trasmessami. Anche se non immune da errori di valutazione che mi riguardavano, l’ho sempre assolta poiché certa della sua buona fede. Al contrario di quanto avviene oggi nei figli sempre pronti a dare la croce addosso alle madri che sono bersagli  facili da colpire.
Cito un episodio per me indimenticabile che può essere un esempio del sentimento di amore filiale per chi lo disdegna. 
Un giorno in cui mi trovai per caso a Lenno, paesino sul lago di Como, e incominciai a salire, quasi inconscia, ma a passo di carica, le stradine verso Masnate, una borgata a mezza costa.
Nell'aria della sera domina il profumo dei campi, dei fiori, del fieno appena falciato. E io cammino sui ciottoli lucidi che sopravvivono alle generazioni alla ricerca della casa della mia infanzia e delle anime dei miei morti. Non so dove vado, però vado e pongo domande insensate, ai rari abitanti che incontro: se per caso hanno conosciuto una famiglia così e così che ha vissuto a Masnate fino al 1960. È, infine, una comare ultrasettantenne dal viso allegro che si ricorda della signora con le trecce bionde e delle sue tre bambine. "Quella signora che abitava al " Palazzo "? Sì, deve salire ancora e poi svoltare a sinistra". Il mio cuore è in subbuglio. Le lacrime scorrono tanto copiose da rendere indistinto  il percorso.  E ci arrivo al "Palazzo ". Una vecchia casa dai muri spessi con il portone chiuso da una sbarra arrugginita e sopra quello un'immagine sacra molto scrostata. Dietro il portone so che esiste un angolo di giardino incolto e una bambinadi quattro anni in calzoni corti seduta sul muretto a secco che si è tolta un sandalo.  Dalla poltrona sotto l'albero di fichi, la signora dalle trecce bionde la sorveglia levando lo sguardo dal cucito. Le protegge  la casa dai vecchi muri che racchiudono stanze grandi dai soffitti a cassettone, pavimenti di pietra viva e antiche scale dalla balaustra di legno. Ecco la casa dell’infanzia: riposta in un angolo della memoria improvvisamente ritorna e, grazie a loro, i miei morti, non potrebbe essere più stimolatrice di sogni. Il cielo è limpido e il sole sta calando, ma io sono qui, sola, davanti a quel portone chiuso.  
Scrivo queste parole per quei figli che non capiscono di quale meraviglioso sentimento si privano: il più perfetto tessuto di infinito.
Sono le uniche parole che vengono in mente quando si ascoltano le tristi storie delle madri odiate da figli che hanno avuto tutto, preso tutto e non solo non conoscono la parola gratitudine, ma si accaniscono contro di loro con una ferocia che esiste solo nel mondo degli esseri umani, non certo in quello degli animali. Persino Maria de’ Medici, regina reggente di Francia che tanto lottò per conservare il trono a suo figlio Luigi XIII, venne da lui contrastata, esiliata e morì in solitudine a Colonia nella casa di Pietr Paul Rubens, il grande artista del quale aveva esaltato le opere.
Vi è una sorta di barbarie nella mancanza di sentimento di quei figli che, senza alcuna giustificazione, infieriscono con incomprensibile cattiveria sull’unica persona al mondo che più li ha amati, accuditi, curati, consolati, beneficati. Donne sofferenti al ricordo dei primi momenti di vita di teneri cuccioli umani dagli occhi stupiti, con i quali hanno vissuto in simbiosi  ricoprendoli di mille attenzioni dolcissime. Oggi, in quegli adulti aggressivi e dai volti deformati da inconcepibile astio, non riescono a riconoscere i loro bambini.
E’ quindi  doveroso dare voce a testimonianze sofferte e registrare racconti di madri dolenti, colpite con crudeltà inimmaginabile dai loro figli. Madri che hanno dato a quei figli quanto di meglio avevano. E non soltanto dal punto di vista materiale, ma soprattutto da quello affettivo, morale, culturale. Madri che sono state mogli infelici sacrificando anni di giovinezza per non togliere i figli ad un padre comunque assente. Ma quei figli non vogliono compensare con l’amore tanti anni di vita durissima. Quei figli credono di poter giudicare la madre, sovente colpita da calunnia, e non ammettono di essere giudicati: incapaci di perdono, forse non capiranno mai l’ingiustizia compiuta.
Osservando le meraviglie della natura dove i colori si fondono in tonalità perfette, sembra impossibile che l’amore più puro e altruistico di una madre venga brutalizzato dall’ingratitudine insensibile di un figlio allevato secondo le migliori intenzioni.
Quei figli suscitano la nostra compassione poiché  odiando la madre si fanno del male. Le parole che ho ascoltato sono state pronunciate da donne di oggi con il  cuore e l’anima sofferenti quasi al termine del passaggio terreno. Sono parole che nascono dalle viscere che hanno nutrito e portato alla luce  quei figli in lotta contro se stessi.

I sepolcri imbiancati dell’Italia

“Guai a voi farisei che siete simili a sepolcri imbiancati: belli a vedersi fuori, ma dentro pieni di ossa putride...”
Ben si addice la parabola biblica alla sconcertante attualità italiana. Nella quale ormai il cittadino si smarrisce e non trova più alcun riferimento se non in se stesso osservando quanto la politica dei politicanti di Roma non dia più speranze né certezze alla vita civile. E, nauseato, decide che la politica non può e non deve essere solo ipocrisia, ricatto, cambiamento di gabbana, ma una visione quantomeno onesta per il futuro del popolo.
Logica la decisione, quando sarà chiamato alle urne, di votare come ha fatto negli ultimi 15 anni: Lega e PDL, unici punti fermi: oppure astenersi.
In questi tempi abbiamo assistito ai contorsionismi più folli: comunisti riciclati nei DS poi nell’Ulivo e infine nel PD. Subito imitati dall’atletico Presidente del MSI convertito in AN e riconvertito in FLI: un cambiamento che gli ha consentito di perdere dalle tasche dell’ex Partito, beneficato da una ingenua signora passata a miglior vita, persino un appartamento a Montecarlo. Appartamento però rimasto per così dire in “famiglia”.
Da quando Feltri è stato ufficialmente imbavagliato, una cortina di silenzio è calata sull’operazione immobiliare “Giancarlo”, noto fratello di quel “tesoro” di donna Elisabetta.  In pratica Gianfranco quasi ci commuove poiché soltanto verso la sessantina ha scoperto il vero amore e quei sussulti di talamo, appannaggio delle ben note tempeste ormonali di gioventù.
Alla ricerca del tempo perduto, lui non fa come il Premier che dopo i soliti quarti d’ora lussuriosi licenzia le prescelte con qualche  migliaio di euro in più: purtroppo per le innumerevoli cittadine italiche, pronte a esibirsi come Gradisca (la procace Magalì Noèl di Amarcord).
Silvio le teme come la peste perché tutte vorrebbero accucciarsi in pianta stabile in  almeno una delle sue numerose camere da letto. E così tutti sanno come Gianfry, ringalluzzito da paradisi d’alcova mai raggiunti,  abbia trovato l’aire per creare questo gran casino, e dar sfogo ad antiche invidie mai sopite.  
Esilarante quel lungo concione nella terra rossa di Perugia, irto di richiami agli “ideali”,  alla cristallinità delle “coscienze”, al “bene” del popolo, alla “fedeltà” verso il Paese, ai valori “patriottici” ecc. In terra purpurea la clac funziona eccome. Contrordine compagni: “Fini” non è più un trinariciuto fascista, né un prodotto del noto Salumicio di Modena, ma una bandiera d’Israele, un vessillo per i clandestini.
E adesso?, cavoli nostri. Speriamo nelle ventilate elezioni di rinnovamento della Camera dove Presidente non sarà più l’ex fascista, un tempo di nero vestito oggi paludato in rosso sgargiante. Fino a quando?
                                                                             
m.alberini@iol.it     http://www.mariellaalberini.it/

domenica 14 novembre 2010

Premio "Famiglia di Mariella Alberini"

Il 13 novembre 2010 presso il Circolo della Stampa in Corso Venezia (Milano) durante la cerimonia del Premio Guido Vergani, Mariella Alberini  ha consegnato il

                 Premio Famiglia di Mariella Alberini,

 da lei istituito per ricordarla, essendo l'ultima sopravvissuta.

Il  premio va al miglior articolo giornalistico di giovani cronisti sotto i trent'anni.

 In questa prima edizione, la premiata è Arianna Giunti, giovane cronista di “Cronaca qui”, per l'inchiesta su tre fratellini ingiustamente allontanati dalla famiglia e ritornati a casa dopo 5 anni in comunità e una lunga battaglia giornalistica.