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mercoledì 15 dicembre 2010

“Matrimonio?..., si vedrà.”

Cara Mariella,
non è la prima volta che le scrivo. L’ultima mail da me inviatale è datata 2 gennaio 2008. Ho sempre ricevute risposte molto equilibrate e lungimiranti. Adesso il mio figlio minore 26enne vuole sposare una ragazza coetanea che mio marito ed io non abbiamo ancora capito a fondo. Si conoscono da pochi mesi e lei è riuscita a coinvolgerlo molto. Mio figlio lavora nell’azienda di famiglia, gode di una posizione economica e sociale di alto livello ed è un ragazzo in gamba. Temo che lei possa essere attirata anche  dalla nostra buona situazione patrimoniale. Io vorrei che mio figlio riflettesse a lungo su questa decisione, ma come sempre le parole dei genitori non vengono prese nella dovuta considerazione. Cosa mi consiglia?
L.C. - ricevuta via email

Gentile amica,
oggi i giovani vanno a convivere con assoluta disinvoltura e passa molto tempo prima di decidersi al matrimonio. Addirittura vediamo giovani coppie con figli non sposate, ma nella stessa casa, e non si sa neppure se prima o poi convoleranno. Fossi in lei, suggerirei a suo figlio di proporre una convivenza di almeno due o tre anni (sono così giovani e hanno tanto tempo davanti da non doversene preoccupare). In tal modo, si può sperare che riescano a conoscersi abbastanza da capire se le famose affinità elettive esistono e possono permettere loro di  unire i destini in chiesa e/o in municipio per i prossimi sesant’anni. Oppure se sposo e sposa saranno in grado di sopportare con buona grazia le reciproche, irrimediabili “lacune”. Naturalmente non tutti adottano questi sistemi “moderni”.  A chi scrive, però, appaiono salutari al fine di evitare stressanti separazioni e divorzi all’insegna della “Guerra dei Roses”, celebre film degli anni novanta. Il quale, purtroppo, descriveva in toni apparentemente eccessivi, ma in verità molto reali, l’estenuante tenzone fra coniugi per la divisione di ciascuna porcellana di Sevres o dei pregiati pezzi di argenteria ricevuti in dono di nozze. Scherzi a parte, tante sono le cause di maggior sofferenza nella vita  dell’essere umano, ma separazioni legali e divorzi vengono classificati secondi o terzi nella graduatoria. Se la ragazza non accettasse la proposta di convivenza, ciò significherebbe che non è disposta a “perdere” tempo.      
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