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lunedì 8 giugno 2015

V I S T O D A L E I - "Come è difficile trovare Expo"

Ritengo doveroso accennare alla mia piccola Odissea per raggiungere,  sotto il cocente sole di queste infuocate giornate di giugno, la favolosa EXPO dove ero invitata alla cerimonia della Giornata Nazionale di Estonia.
Dopo il viale Gallarate, all’altezza della Mercedes Benz, nessun cartello indica dove si possono trovare  gli ingressi  di questa mondiale manifestazione che riunisce tutte le nazioni del nostro sempre più affollato pianeta. E quindi il visitatore, smarrito,  incomincia a girare in tondo tra  gli svincoli stradali che indicano tutte le varie direzioni tranne quella verso  l’Expo.
Fortunato è l’incontro con l’unica pattuglia di Polizia  con tre auto e relativi agenti, i quali, gentilissimi, mi guidano fino ad un ingresso secondario, non per il pubblico, dove mi viene indicata la fermata dell’autobus interno dell’EXPO. Nulla faceva presagire dove fossero le centinaia di padiglioni mentre il sole martellava su un paesaggio d’asfalto dall’aspetto piuttosto desolato.
Infine arriva un autobus carico di sudati pellegrini, sul quale lo stesso conducente non ha la minima idea per segnalarmi a quale fermata  dovrei scendere nei pressi del Padiglione Estonia.
Dopo le mie insistenze, si decide a dare un’occhiata alla mappa che gli spunta dalla tasca della camicia e mi dà una direzione molto vaga alla fermata  6.
Scendo dal Bus terrorizzata  e seguo altri dispersi, incerti sul da farsi, sempre sotto una canicola devastante.
Infine dopo circa un chilometro durante il quale incomincio a vedere  miraggi simili a quelli delle zone desertiche,  scorgo in lontananza la sagoma di alcuni padiglioni dall’aspetto impenetrabile. Dopo vari giri sempre più faticosi, riesco a intravvedere il famoso Padiglione Estonia dove, ormai in ritardo di un’ora, era avvenuta la cerimonia alla Presenza del Presidente della Repubblica Estone.
In queste ore faticose mi sono chiesta più volte come è possibile che L’EXPO milanese tanto desiderata e attesa sia stata circondata da tale negligenza persino nella carente gestione del percorso periferico tra la periferia di Milano e Rho.
Forse l’organizzazione, deputata alla segnaletica dell’avvenimento più importante di questo decennio, era poco provvista di fondi  da spartire in generose tangenti.
Comunque esco da EXPO 2015 con notevole senso di oppressione e priva di speranza per i tanto attesi risultati commerciali, gli investimenti che dovrebbero arrivare dall’estero e la creazione di posti di lavoro per giovani e meno giovani disoccupati.
Dispiace constatare come EXPO 2015 stia attirando un decimo dei visitatori di Disneyland a L.A, California.


m.alberini@iol.it