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lunedì 16 febbraio 2015

V I S T O D A L E I - "Risse indecenti in Parlamento"

Cara Mariella,
che vergogna assistere al non insolito spettacolo dei tafferugli in Parlamento. Scene che si ripetono sovente e ci fanno restare senza parole poiché da quella gentaglia dipendono le sorti di tutto il nostro Paese. Se i vari Presidenti della Camera che si avvicendano in cattedra non fossero burini anche loro, sospenderebbero all’istante le sedute non appena incominciano quelle risse disgustose…
                            
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro lettore,
quello spettacolo ridicolo ma soprattutto indecente fa parte del malcostume dilagante senza più argini in Italia. Può immaginare una simile ridicola scena alla Camera dei Lord o al Reichstag? No, perché nella società europea (fuori dai paesi latini) vige il rispetto, l’educazione e anche il buon gusto. Si, il buon gusto che impedisce l’indecenza del linguaggio, il volgare abbigliamento e la mancanza assoluta di stile: ad esempio di quelle signore parlamentari che vanno agli scranni acconciate da veline e come tali strizzano l’occhio ai paparazzi. E non sanno cosa significa comportarsi e avere l’aspetto da “signore”, vale a dire quello dell’eleganza interiore che si riflette su quella esteriore.
Persino i calciatori quando  si dimostrano rissosi vengono multati o espulsi. Ma non c’è da meravigliarsi se tale comportamento antiestetico e immorale si riflette nell’immoralità della politica che ci ha condotto all’attuale disastro. Inutile che Renzi continui a sbraitare  sul momentaneo stasi del PI oppure sulla decantata “ripresa” che in realtà spetta alla FIAT di Marchionne.
Altra piaga è il dilagare della feroce criminalità, dalla quale chi si difende viene incriminato e va a finire in galera al posto dei suoi aguzzini. Con il calvario psicologico e finanziario per processi, avvocati, blocco dell’attività e quindi della sussistenza. Negli Stati Uniti non è casuale il libero acquisto di armi da difesa che, almeno in parte, fungono da deterrente verso teppisti e criminali. Soprattutto oggi si dovrebbe liberalizzare l’accesso delle armi ai privati per metterli in grado di difendersi quando ritornando a casa trovano l’appartamento invaso dai  malviventi. E non si dica che lo Stato in questi casi difende il cittadino, anzi lo costringe a denunce senza esito che comportano  scartoffie burocratiche sine die.
Questa non è civiltà

m.alberini@iol.it     



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