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lunedì 2 dicembre 2013

VISTO DA LEI - "Calvario pensioni"

Gentile dott.ssa Alberini,
tra breve sarò un pensionato cosiddetto “d’oro”. Percepirò infatti una pensione che ricade sotto la nuova tassazione riservata SOLO a questa categoria dai recenti provvedimenti. La mia pensione deriverà esclusivamente dai sostanziosi  contributi versati da me e dalle multinazionali dove ho ricoperto importanti e ben retribuiti incarichi grazie ad una preparazione professionale nella quale prima la mia famiglia e poi io stesso ho molto investito, senza contare i sacrifici familiari e personali che ho dovuto affrontare in questi numerosi anni. Sono pienamente d’accordo che in un momento di difficoltà per il nostro Paese, e questa non è la sede per approfondirne le cause, TUTTI debbano contribuire ed essere EQUAMENTE penalizzati. Non è però questo il caso dei pensionati nelle mie condizioni. Io ho tanto lavorato con impegno e importanti risultati, così come certamente fanno tanti altri manager adeguatamente retribuiti ancora al lavoro. Perché non devono anch’essi o tutti quanti abbiano un reddito superiore a certe soglie essere penalizzati nello stesso modo? Mi sembra di ricordare che già nel passato la stessa Corte Costituzionale abbia riconosciuto la non costituzionalità di simili provvedimenti proprio per la loro natura discriminatoria. Potrei capire la differenza per chi percepisse pensione derivante da contributi figurativi o dal metodo retributivo (pensiamo come uno dei tanti esempi a quei parlamentari che solo con pochi anni di servizio percepiscono il diritto a una pensione certo non commisurata ai contributi versati…).
Amo, ho amato profondamente il mio Paese dove, dopo alcuni anni di lavoro all’estero, ho voluto ritornare per dare il mio contributo di cittadino, ma me ne sto pentendo.

Gentile Mariella,
a proposito dei “pensionati d’oro” ritengo estremamente iniquo che il peso della crisi sulle classi più povere sia scaricato solo su una piccola fetta di contribuenti che non possono evadere, e che sono retribuiti solo sulla base dei contributi versati, e cioè in base alla retribuzione di un duro lavoro. Si dovrebbe allora avere il coraggio di individuare coloro che hanno pensioni eccedenti i contributi versati dai medesimi e dai loro datori di lavoro. In questo caso sì i più ricchi potrebbero finanziare i più poveri! Anche se questo non è proprio giusto, con l’evasione ancora purtroppo dilagante (una VERA lotta all’evasione sarebbe probabilmente la panacea), si potrebbe così cominciare da chi percepisce di più rispetto al lavoro svolto.
Lettere firmate, ricevute via e-mail

Cari lettori,
l’iniquità dei beceri provvedimenti sulle pensioni decisi da chi non è all’altezza di governare e, soprattutto, di prendere misure atte a contrastare l’inarrestabile declino dell’Italia, è desolante.
La cosiddetta “legge di stabilità” si dovrebbe definire legge di instabilità dato che genera ingiuste sanzioni a chi si è spaccato la schiena per 35-40 anni di duro lavoro dando il massimo delle sue forze fisiche e intellettuali. Non c’è colpa se si sono saliti per merito i gradini della carriera. Ma penalizzare chi per questi meriti ha raggiunto una pensione oggi proclamata d’oro costituisce una delle tante ingiustizie dispensate a getto continuo dai soliti pseudo-statisti.
In un Paese che elargisce circa 23 milioni di pensioni, delle quali la maggior parte è stata decretata senza l’effettivo versamento dei contributi, ma ricorrendo a “contributi figurativi”, rappresenta la massima espressione dell’ipocrisia politica di chi ci ha governato e ci governa.
Costoro propinano alla gente comune termini britannici, sfoggiando una esperienza internazionale priva di reali capacità, come l’espressione “Spending Review” mai realizzata e l’iniziativa contro lo Spoil system mai debellato perché mai davvero contrastato.  
E’ chiaro che la parola d’ordine è quella di livellare tutto in basso alla faccia di un’ipotetica meritocrazia purtroppo inesistente in Italia o espressa solo a parole. In tal modo viene incentivato l’esodo dei migliori.
Siamo inermi dinnanzi all’indecenza di continui provvedimenti che massacrano la gente produttiva a vantaggio dei milioni di parassiti, ai quali nulla è stato tolto: anzi
tutto viene sacrificato.

Meditate signori politici, gli Italiani hanno superato ogni limite di sopportazione.

m.alberini@iol.it      

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