Secondo i soloni della macro economia permane sui
mercati internazionali un’alea di incertezza legata alla dinamica della
crescita globale che colpisce sulla domanda delle materie prime e sulle aspettative degli operatori di
mercato.
Il dollaro troppo forte rischia di penalizzare
l’economia Usa e di creare apprensione sulla crescita globale.
E in Italia potrebbe esserci, secondo la visione per i
prossimi sei mesi dei Private banker più affidabili, una stasi di
rendimenti: vale a dire zero se va bene. Il tutto dovuto alla mancanza di coraggio
di molti Governi europei che ha portato a bassi livelli di inflazione
(addirittura di deflazione) e ad un livello di crescita media dei salari quasi
nullo.
Il Presidente Draghi sarà costretto ad osare ancora di
più per ridare quel refolo di speranza che è sempre riuscito a smuovere i
marcati.
Non scrivo di economia, ma non ci vuole un Mba a
Harvard per capire che andiamo verso tempi molto grami. Per una volta non ne
daremo la colpa al Presidente Renzi. Ma non ci vuole molto per capire che siamo
un Paese molto arretrato rispetto all’Europa
ed anche alla Mittel Europa ( Austria, Ungheria, Slovenia ecc) che dai
suoi angolini ha molto da insegnarci sia da un punto di vista dell’ordinamento
legislativo che politico che della pubblica amministrazione. La quale è uno
sterminato guazzabuglio che rinfocola
appunto l’ignominia burocratica della quale il nostro Paese è “campione
d’incassi”. Ci riferiamo ai milioni di aventi senza diritto ad un posto fisso e ad altri invece aventi
diritto alla pensione di invalidità, i quali non riescono ad ottenerla e
neanche l’accompagnamento per invalidità
permanente.
Un fenomeno che
alligna al nord mentre al sud è tutto il contrario.
La burocrazia ci ammorba più della stasi dei mercati.
Senza la burocrazia, gigante costruito con pazienza da Dc in quarant’anni di
potere quasi assoluto e sostenuto da tutti i governi successivi, saremmo forse
più avanti della Danimarca o addirittura dell’Inghilterra. La quale fa tremare
gli Europei con la sua Brexit a breve scadenza.
m.alberini@iol.it