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giovedì 10 febbraio 2011

VISTO DA LEI - “Fiamme in Nord Africa”

Cara Mariella Alberini,
prima in Algeria poi in Tunisia adesso in Egitto sta divampando un fuoco di rivoluzione costellato anche di torce umane, al quale noi Italiani, occupati e preoccupati per le nostre beghe interne, abbiamo prestato sempre relativa attenzione. Anche qui il social network sta funzionando da diffusore di ribellione. Secondo lei che cosa ha fatto scattare di colpo questa rivolta popolare?
C.T. - ricevuta via e-mail
Carissimo C.T.,
non c’è da meravigliarsi troppo. Anzi, forse questa sommossa del popolo contro regimi ventennali cristallizzati e immobili riguardo ai problemi di questi Paesi è esplosa in ritardo. La grande povertà si contrappone alla ostentata ricchezza di un’oligarchia familiare formatasi all’ombra di dittatori ormai obsoleti. Peccato che Hosni Mubarak, allievo illuminato del grande Anwar Al Sadat, sia anchilosato in una sorta di letargo politico, privo di aperture verso le impellenti necessità di riforme e di avvio a quel benessere di stampo occidentale, al quale ormai tutti ambiscono. Il timore della successione al “trono” del figlio Gamal nelle prossime elezioni, a mio avviso, è stata una delle cause di questa dilagante ondata di rivolta che sta sommergendo l’Egitto. Non posso dimenticare l’estrema povertà di piccoli centri molto lontani dal Cairo dove la vita appare uguale a quella di cent’anni fa. Da tempo, il Rais avrebbe dovuto imporre riforme tali da portare il popolo ad un livello di vita più accettabile. La stessa situazione si può imputare al Presidente Ben Alì ormai in esilio in Arabia Saudita. Il quale, ai tempi del suo primo mandato, aveva riacceso le speranze dei Tunisini, sostenuto dall’Italia di Craxi che vedeva nel suo nuovo governo una sponda positiva sull’altra riva del Mediterraneo. Purtroppo è vero che il potere logora chi non lo l’ha, ma anche chi lo ha. Il miraggio della qualità di vita occidentale, da tempo diffusa dalla TV, ha generato un emigrazione massiccia verso l’Europa assai deludente per coloro i quali si sono trovati a soffrire privazioni e incertezze quasi peggiori che nel loro Paese. Adesso pretendono un cambiamento radicale da tutti ritenuto ampiamente possibile se illuminate riforme porteranno ad una distribuzione della ricchezza e a nuove iniziative imprenditoriali: ad esempio la creazione di sistemi per lo smaltimento dei rifiuti ecc.
L’attuale ambizione nel Nord Africa, e anche nel resto di quell’ immenso, ricchissimo continente da sempre governato da dittatori spietati e disonesti, consiste nel fatto che tutti vorrebbero vivere secondo i nostri canoni. Tra l’altro i pastori Vatussi indossano jeans e usano il cellulare.                                                                        

m.alberini@iol.it                                      www.mariellaalberini.it