Cara Mariella
Alberini,
cosa ci
dobbiamo aspettare alla fine delle brevi ferie degli Italiani dallo scenario
politico che sta per aprirsi. Temo non vi saranno motivi per rasserenarsi nei
confronti di una crisi economica che l’attuale Governo non vuole risanare. Come
abbiamo constatato nel lavoro dei suoi primi quattro mesi, nessun radicale
provvedimento è stato adottato per raddrizzare la baracca e adesso…?
Lettera
firmata, ricevuta via e-mail
Caro amico,
adesso, nell’Italia dalle centomila leggi e leggine,
non può esistere che un clima politicamente scorretto come sempre è stato.
Perché sono tutte partorite per coprire una corruzione spaventosamente radicata
ed ormai inestirpabile a beneficio di quei venti milioni di italiani che vivono
grazie a questo sistema creato ad hoc e protetto ferocemente dalla politica più
infame del mondo.
Forse soltanto Cuba, Haiti e Uganda possono competere
con l’Italia in fatto di corruzione. Per pavoneggiarci possiamo dire che la nostra è quella più
raffinata perché il complesso di leggi
che la proteggono è un delirio di spaventosa ingiustizia. Tutto fa capo alla
gestione politica di qualsivoglia Ente culturale, economico, bancario,
sanitario, industriale e i pochi gruppi industriali ancora privati stanno
svendendo i gioielli di famiglia. E’ questo il panorama tristissimo che ci
troveremo davanti all’inizio di settembre
e nessuno, ma proprio nessuno dell’Italia politicamente scorretta
intende porvi rimedio. Un atteggiamento incomprensibile sotto tutti i punti di
vista perché questa gestione politica non può che divorare anche se stessa. Dunque
nessuna novità a parte la condanna definitiva del Cavaliere sperando di toglierlo
di mezzo davvero.
Però riteniamo indispensabile pubblicare la verità
sull'Economia italiana: tutti i dati che non potete non sapere di WSI, pubblicato
il 10 agosto 2013, ore 07.00. Il quadro esatto di come sta il paese. Una
"pagina della memoria economica", che fa da contraltare alla
propaganda dei "poteri forti".
NEW YORK (WSI) - In questa pagina WSI pubblica in
sintesi il quadro oggettivo dell'economia italiana, aggiornato con i più
recenti dati statistici, macro-economici e di politica monetaria. Una
"pagina della memoria economica", che fa da contraltare alla
massiccia propaganda mediatica di lobby (stato, politici, banche) che hanno
interesse a non raccontare la verità agli italiani e puntano anzi a manipolare
il consenso con strategie che beneficiano soltanto i "poteri forti",
strozzando i cittadini e le piccole imprese. Preghiamo i lettori di postare
aggiornamenti e segnalazioni, corredate di fonte (autorevole) e link
- Debito pubblico: record a 2.074 miliardi, veleggiamo
verso il 130% del Pil;
- Debito aggregato di Stato, famiglie, imprese e
banche: 400% del Pil, circa 6mila miliardi;
- Pil: atteso un altro -2% quest’anno. Si aggiunge al
-2,4 del 2012;
- Rapporto deficit/Pil: 2,9% nel 2013. Peggioramento
ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben
oltre la soglia del 3%;
- Prestiti delle banche alle imprese: -5% su base
annua nei mesi da marzo a maggio. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel
2012;
- Sofferenze bancarie: a maggio sono salite del 22,4%
annuo a 135,5 miliardi;
- Base produttiva: eroso circa il 20% dall’inizio
della crisi;
- Ricchezza: bruciati circa 12 punti di Pil
dall’inizio della crisi. 200 miliardi circa;
- Entrate tributarie: a maggio -0,7 miliardi rispetto
allo stesso mese di un anno fa (a 30,1 miliardi, -2,2%). Nei primi 5 mesi del
2013 il calo è dello 0,4% rispetto ai primi 5 mesi del 2012;
- Gettito Iva: -6,8% nei primi 5 mesi del 2013, un
vero disastro;
- Potere d’acquisto delle famiglie: -94 miliardi
dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo;
- Disoccupazione: sfondata quota 12,2%, dato peggiore
dal 1977;
- Disoccupazione giovanile: oltre il 38%;
- Neet: 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30,
ragazzi che non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, totalmente
inattivi;
- Precariato: contratti atipici per il 53% dei giovani
(dato Ocse);
- Ammortizzatori: 80 miliardi erogati dall’Inps
dall’inizio della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione
- Crollo produzione industriale: -17,8% negli ultimi
dieci anni
E allora cosa possiamo fare? Una percentuale della parte migliore delle élite italiane sta trasferendosi altrove per poter
ricominciare a produrre liberamente nei Paesi dove certezza di diritto e di meritocrazia
esistono da sempre. E gli altri? Si trovano davanti desolazione, arretratezza
culturale e iniziative assurde come quella di impedire la ricerca su animali da
laboratorio: così dovranno importarli dall’estero a prezzi assurdi. Tutto
questo invece di porre mano alle riforme che consentirebbero, tagliando a un
terzo i costi della politica e dello Stato, di risanare l’Italia in tre mesi e
far ripartire produttività e iniziativa privata. Ma ciò è impossibile al Governo
Letta perché i Parlamentari devono continuare ad essere circa 1000 invece dei
300 che basterebbero per la piccola Italia e percepire stipendi e
prebende vergognose. E gli altri 19 milioni e 900 mila italiani non possono
rinunciare a continuare ad essere mantenuti dalla Stato burocratico a oltranza
più in malafede del mondo.
m.alberini@iol.it