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lunedì 18 novembre 2013

VISTO DA LEI - "Il peso immane del disastro italiano"

Cara Marella,
le invio questa lettera.
Carissimo Don Julian Carron, (Presidente Confraternita Comunione e Liberazione),
soltanto oggi per merito di un foglio prelevato in Chiesa, ho avuto l’occasione di leggere il Suo articolo apparso su Repubblica del 18 Settembre 2013. Provengo dall’estero dove ho seguito per diversi anni scuole religiose Cattoliche dei Salesiani di Don Bosco e conosco il valore e meriti impeccabili sia dei Salesiani come pure dei Gesuiti. Dopo aver girato il mondo nei cinque continenti per lavoro, portando sempre con me il dono della Fede, da quando mi trovo in Italia confesso che si è spento il mio Lumen Fidei per ragioni che reputo di solenne ipocrisia da parte della Curia e del Clero. Nel Suo articolo in oggetto, fa riferimento a filosofie di natura psicologica che agiscono sull’immaginazione nell’esaltazione di una convinzione, che porta a vedere la luce anche nelle tenebre, come indirettamente evidenziate dal Papa con riferimento al Lumen Fidei. La pregherei di seguire il mio discorso sino in fondo, confermando tutto il mio rispetto verso le persone e per nulla intendo mettere in discussione il Credo nella sua struttura originale partendo da Gesù, essendo fermamente dell’avviso che se non ci fosse il Cristianesimo, avremmo dovuto inventarlo, ma con la presente è mia intenzione mettere in evidenza il ricorso ad alcuni esempi discutibili che eludono le aspettative della risposta da parte di un Gesuita Capo della Chiesa Cattolica. Ogni uomo è portato per natura o per orgoglio personale a credere e battersi con la luce del proprio pensiero anche nelle tenebre più profonde attraverso l’immaginazione, per convinzione, per ignoranza o per disinformazione, sostenendo il proprio io come una lampadina virtuale che vede la luce anche nel buio più profondo, sulla base delle convinzioni del proprio sapere e delle esperienze vissute, le quali formeranno il proprio pensiero accompagnandolo per tutta la vita. Alcuni esempi nel passato recente confermano che l’uomo è imprevedibile quando spinto da convinzioni di certezza e di amor proprio è capace di affrontare anche la morte, come nel caso dei martiri del Fascismo, del Comunismo, dei Partigiani o delle Religioni in generale, spingendosi sino all’Estremismo. Possiamo notare che nonostante la presa di posizione della Chiesa con gli ultimi cambiamenti interni, la Luce della Fede Cristiana è in costante e progressivo decadimento lasciando sul terreno del Mondo molti delusi che a loro volta generano altrettanti oppositori verso la Chiesa…
Lettera firmata, ricevuta  via e-mail

Caro lettore,
non si può buttare addosso alla Chiesa tutte le croci e le nefandezze dell’epoca presente. Viviamo in una situazione politica, economica e sociale da incubo. E Papa Francesco può solo dire parole di conforto come sta facendo. Si legge nel suo viso tutta la preoccupazione per la gravità di quanto gli passa sotto gli occhi. Quel peso immane che ha costretto Papa Ratzinger a chiedere aiuto e a ritirarsi.
Il mondo tutto non sa dove sta andando. In particolare l’Italia con i suoi politicanti che non sanno far altro che cercare ovunque risorse che verranno divorate dai soliti noti.
Adesso cercano disperatamente di mettere le mani sui capitali all’estero che  troverebbero la collaborazione dei titolari qualora il sacrificio imposto portasse benefici al Paese alla luce del sole. Invece si guarda soltanto a rovine  e disastri irrimediabili poiché ignorati da decenni di malgoverno.
Lo spreco degli aiuti al Terzo mondo è uno dei tanti esempi di inetto sfacelo (ruberia) per il quale si è assistito: di ogni mille lire stanziate ne arrivava una a destinazione. Ed è la ragione principale per la quale tanti Italiani hanno  cercato di difendere i propri risparmi portandoli altrove.
La Chiesa non può certo rimediare a questo disastro epocale che coinvolge tutto il pianeta. Quelli che sono stati i suoi torti nel passato appartengono ad ogni religione poiché  rappresentata da esseri umani  non sempre ispirati alla fede cristiana.
m.alberini@iol.it