cover blog M Alberini

lunedì 4 novembre 2013

VISTO DA LEI - "Italia, periferia europea allo stremo"

Cara Mariella,
nei vari talk show, che sono un'inutile fucina di ipocrisia, non ho mai sentito un politico dichiarare che la legge elettorale va bene così, che il costo della politica va bene così, che il numero dei parlamentari è una conditio sine qua non, che il sistema bicamerale è perfetto, che l'amministrazione della giustizia non fa una grinza, che i servizi sono ok, che il tasso di disoccupazione va bene così, etc... etc... Anzi, tutti, senza distinzione di colore, a vituperare uno Stato che, ad essere buoni, sta davanti solo a qualche sfortunata realtà del quarto mondo. Che i nostri politici non siano tra i più graziati da Dio, in quanto ad attività celebrale, è cosa nota, visto che qualcuno di loro pensa che il Darfur sia una caramella genovese, che un anno luce sia un tempo, e che su un autotreno si possano caricare 75000 tonnellate di merce (stazza di una nave da crociera di media categoria)...ma dove avranno studiato questi fenomeni? Ma vi immaginate 1000 di questi idioti, che si mettono a ragionare su come risolvere un problema, che d'improvviso scoprono che una tassa non è la femmina del tasso. E' auspicabile che..., si dovrebbe..., siamo tutti d'accordo che...e così via e poi? Poi non cambia mai assolutamente nulla. Ma quale sarà la tecnica? Prendiamo per esempio la legge elettorale: un partito presenta una proposta qualsiasi che contiene un aspetto magari insignificante ma contestabile da parte della fazione avversa. Conseguenza: la proposta viene bocciata ma la parte avversa che fa? Per non venire accusata di immobilismo ne presenta un'altra magari simile, ma che contiene il solito granello che inceppa il meccanismo. Risultato: tutti possono vantare la volontà di cambiare ma non succede assolutamente nulla.
E' superfluo sottolineare che il tutto fa parte di un tacito accordo salva privilegi.
E alle prossime elezioni?... Sarà ancora così. Che fare? Permanendo il porcellum, o qualcosa di somigliante, disertare le urne? Per ora è l'unica azione non violenta che possiamo mettere in atto…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro amico,
l’Italia ormai fa parte di una periferia europea decadente e noi tutti viviamo in uno stato di profondo smarrimento per come il Paese sia stato ridotto da oltre 50 anni di errori gravissimi. A questi errori, per 50 anni, abbiamo contribuito votando con ignoranza della cosa pubblica e cecità nei confronti di persone indegne di rappresentarci.
Forse dovremmo cercare l’approfondimento della conoscenza degli altri Paesi nostri partner. L’evoluzione economica e politica attuale portano per contro a una maggiore integrazione che richiede una maggiore conoscenza di quali siano le priorità dei nostri partner stranieri. E di quale sia la loro percezione dell’Italia. In alcuni casi, poi, esistono forti temi di attualità locale con riflessi sulla EU e sull’Italia.
Il risultato delle elezioni tedesche è stato un colpo sentito in tutto il mondo, anche se Angela Merkel è uscita vincitrice, non avendo conquistato i seggi sufficienti a governare da sola, sta tuttora negoziando con i partiti di minoranza la formazione di una nuova coalizione di Governo. Ma cosa pensano davvero i tedeschi di noi, delle nostre imprese e delle nostre istituzioni? E quali saranno gli scenari e quali le conseguenze per l’Europa e per l’Italia? Come funziona l’assetto statale dell’Italia da tempo non è più solo una questione per gli italiani e i creditori dell’Italia nel mondo finanziario non aspetteranno che i politici italiani risolvano le loro piccole beghe.
A giugno la Merkel sostenne che “la crescita che viene dalla sola iniezione di liquidità non è sostenibile. Infatti, l’eccessiva liquidità era già stata la causa della crisi del 2008. La Germania oggi è una grande economia, ma senza un’Europa forte non potrà esserlo ancora nel lungo termine. L’unico modo per rendere la crescita sostenibile è fare riforme strutturali nella periferia europea. La solidarietà in Europa ci può fare sopravvivere due anni, ma senza riforme strutturali tra dieci anni l’Europa sarà solo una destinazione dove i turisti potranno visitare le città d’arte peraltro malridotte per mancanza di restauri”.
L’idea di Angela Merkel è l’espressione delle tre crisi che agli occhi dei tedeschi l’Italia deve affrontare:
Una crisi economica, che impone all’Italia di fare riforme strutturali per ritornare competitiva, che comporteranno sacrifici analoghi a quelli che i tedeschi affrontarono nel 2010.
Una crisi politica per gli italiani che non ritengano il proprio sistema politico in grado di proporre soluzioni tempestive considerate legittime e lungimiranti.
Una crisi di affidabilità che porta i tedeschi a domandarsi sempre che cosa verrà dopo (dopo l’attuale politico, l’attuale Governo, l’attuale maggioranza) in Italia: e se eventuali riforme non saranno cancellate da chi seguirà.
Il tira e molla degli ultimi mesi su IMU e IVA hanno confermato questa percezione.
La Germania quindi non imporrà scelte all’Italia, ma pretenderà che sia l’Italia stessa a perseguirle, e per farlo lascerà agire i mercati: solo così le riforme diventeranno inevitabili, strutturali, e permanenti.
“La gloria la si deve conquistare, l'onore invece basta non perderlo”. Oggi noi non abbiamo più alcuna gloria ne’ onore.
Riguardo alle eventuali prossime elezioni, chi scrive ritiene  obbligatorio votare  altrimenti i sostenitori dell’enorme piovra burocratica continueranno a imperversare sulle nostre rovine.

m.alberini@iol.it