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mercoledì 16 luglio 2014

VISTO DA LEI - "Mega-debito-pubblico"

Gentile Mariella Alberini,
mi piacerebbe sapere come questo governo di giovincelli PD pensa o si preoccupa di affrontare davvero il nostro mostruoso debito pubblico. Perché questo è il problema principale che nessun altro, a parte noi imbecilli italiani, dovrà pagare. Sarebbe interessante sapere dove troveremo i soldi alla luce delle rovine maestose di quello che fu il bel Paese…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail     

Caro amico,
la stagione riformista impazza su Senato, Capitolo V, Giustizia, Lavoro ecc. Però del debito pubblico alla Godzilla nessuno ne parla. Collocazione massiccia di titoli pubblici a tassi negativi per gli investitori (banche, enti, assicurazioni ecc.), ma conseguente dilatazione della spesa pubblica sempre più inarrestabile. Inutile parlare in Europa di flessibilità quando si continua solo a spendere. Se il “fenomeno” Renzi riducesse le rapine, perpetrate dai Partiti sugli appalti pubblici, arriveremmo di colpo ad un risparmio di almeno cento miliardi di euro (scusate se è molto) a riduzione del debito.
Abolire il Cnel su 120.000 Enti inutili è una goccia in meno nell’Oceano Pacifico di una spesa debordante di sprechi privilegiati.
Ci spieghiamo: sarà pur bello risparmiare qualche centinaio di milioni sul Senato riformato, ma si continuerà a pagare i portaborse degli ex senatori? Ogni giorno, insieme a vari scandali di reati finanziari (furti allo Stato), emergono nuove categorie e voci di spesa annidate nella burocrazia statale con buona pace della Spending Review.    
Qui se non si riducono a tutti indistintamente e in proporzione rendite, emolumenti e prebende non si riuscirà mai a uscire dalla spirale vorticosa del deficit statale. Perché Renzi non decreta qualche drastica riduzione di spesa mentre lotta per attuare riforme di ipotetico vantaggio futuro? Purtroppo qualche ottimista giudicherà la nostra visione globale troppo negativa, ma la realtà è forse peggiore.
In Grecia il governo ha dovuto intervenire con risultati innegabili. Vogliamo aspettare di arrivare al livello della Grecia? Ci manca poco.

m.alberini@iol.it