Carissima
Alberini,
la riforma
della Scuola in atto nasce per
l’ennesima volta in modo sbagliato tra contrasti delle varie categorie:
professori, sindacati, studenti ecc. Da 50 anni la scuola non ha pace anzi
provoca una sorta di guerriglia civica peggiorando la vita non solo delle famiglie,
ma di intere generazioni…
Lettera
firmata, inviata via e-mail
Gentile amico,
innanzi tutto esiste l’inadeguatezza culturale e
civica degli insegnanti sovente con diplomi o lauree diverse dalla materia che
devono trattare. E la mancanza di vera passione in questi docenti per catturare
l’interesse dei discepoli. I quali, soprattutto di questi tempi, mancano
sovente dell’incentivo per emergere fra i compagni di classe. Ciò è da
addebitarsi allo scarso carisma di
docenti svogliati quanto e più dei discenti.
La questione del sistema di accesso alle cattedre è inquinato da un
clientelismo mai combattuto e debellato.
Il quale permette a veri somari di accedere all’insegnamento. Ad esempio al Sud
sono facilitati le promozioni per arrivare ai concorsi valutando l’aspirante
docente in maniera scorretta: si tiene conto oltre che del “padrino” anche di classifiche
agevolate da voti alti immeritati. Tutto ciò genera una situazione distorta
soprattutto non adatta a riadattare in modo adeguato la tendenza di una scuola
che non prepara alla vera cultura e neppure a quella che dovrà essere la vita
futura dei giovani. I quali sono preda
di una forma di anarchia consentita anche da genitori al loro volta privi di
capacità di educare in tutti i sensi e, fin dalla prima infanzia, i loro figli.
Dalla fine della Seconda guerra mondiale, le varie
riforme che si sono succedute, hanno complicato invece di mettere ordine nella
scuola. Da ciò proviene un ulteriore peggioramento del sistema-Paese che
affligge l’Italia ormai da un 50ennio.
Un tempo, il figlio che tornava a casa con un brutto
voto veniva severamente redarguito. Oggi i genitori vanno dal professore a
protestare contro quella che giudicano eccesso di severità. E così si continua
a peggiorare la qualità della vita dal punto di vista dell’irresponsabilità dei
giovani, ma anche degli insegnanti. E continuare a vituperare la mancanza di
rispetto umano, di senso civico, di totale ingratitudine, di mancanza di
educazione dei sentimenti è risibile poiché tutto ciò parte dalla famiglia sì,
ma soprattutto dalla scuola.
Oggi la riforma deve riformare davvero un sistema didattico
del tutto sballato e privo di valori di fondo per i quali è ormai inquinata la
qualità di vita dell’ Italia tutta.
m.alberini@iol.it
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