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venerdì 17 febbraio 2012

VISTO DA LEI - “Pericolo guerra! Israele contro Iran”

Cara Mariella Alberini,
vorrei conoscere la sua opinione sulla possibile incursione bellica israeliana contro i siti atomici iraniani, prevista per la primavera. Un’eventualità preoccupante: ci manca solo questo. Quali potranno essere le conseguenze per l’Occidente e in particolare per l’Italia?
                                                              Lettera firmata, ricevuta via e-mail 
Gentile lettrice,
esiste il precedente dell’assassinio dello scienziato nucleare Mostafa Ahmadi-Roshan, ucciso insieme ad altre due persone  pochi giorni fa con una bomba mentre si trovava nella sua auto per le strade di Teheran. L’ayatollah Khamenei ha quindi ribadito che il controverso programma nucleare iraniano andrà avanti, perché "non dipende da una sola persona". Altri  cinque scienziati nucleari iraniani erano stati uccisi nello stesso modo e pare che il mandante sia il Mossad, il servizio segreto israeliano che ha finanziato, addestrato e armato un gruppo dissidente iraniano, i Mujaheddin del Popolo o Mek. I quali hanno materialmente eseguito le uccisioni: lo confidano funzionari americani, confermando così di fatto le accuse sollevate da Teheran. E’ evidente comunque che i Servizi Segreti Iraniani (Vevak) non sono in grado di prevenire questi attentati. Innanzitutto è necessario chiarire cosa sia il Mek: un movimento nato a metà degli anni ’60, basato sulla religione islamica, l’antiamericanismo e influenzato in parte dal marxismo. Ha organizzato diversi attentati contro lo Scià rovesciato con la rivoluzione del 1979. Dunque non si tratta di un movimento filo-occidentale, almeno ai suoi inizi. Poco dopo la rivoluzione islamica, il Mek ruppe con il governo dell’ayatollah Khomeini, e cominciò una lotta armata contro di esso. Guidato dalla coppia Massud e Maryam Rajavi, il Mek oggi può contare su circa 3.400 membri, che vivono a Camp Ashraf, in Iraq, a nord di Baghdad, territorio a loro ostile, ma nel quale possono sopravvivere in quanto tutelati da un accordo con l’Onu. Gli attacchi contro gli scienziati iraniani si inserirebbero, quindi, all’interno della lotta del Mek contro l’Iran. E il coinvolgimento di servizi segreti stranieri spiegherebbe l’alto grado di organizzazione e competenze tecniche con cui gli attentati sono stati eseguiti. La fonte principale che ha collegato il Mek, gli attentati e i servizi segreti israeliani è Mohammad Javad Larijani, un collaboratore della guida suprema politica e spirituale dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei. Quest’ultimo particolare fa dubitare notevolmente della veridicità delle confessioni dell’arrestato, ma la Nbc afferma di aver avuto conferma del ruolo del Mek e dei servizi segreti israeliani proprio da “due importanti funzionari statunitensi”, rimasti anonimi.
La tesi della Nbc è ritenuta plausibile anche da Ronen Bergman, israeliano esperto di questioni iraniane, autore del libro ‘La guerra segreta di Israele con l’Iran’.
Di certo, si parla ormai da mesi della possibilità che Israele decida di attaccare l’Iran, e già nel 1981, quando l’Iraq stava terminando la costruzione del suo primo reattore nucleare, l’aviazione israeliana lo distrusse con un attacco mirato.
 A questo punto, non è improbabile che Israele attacchi i siti nucleari iraniani e le conseguenze per l’Occidente potrebbero essere pesanti. In particolare per le forniture di petrolio che prenderebbero la via della Cina. Russia e Cina potrebbero insorgere per la rottura degli equilibri in Medio Oriente e tutto ciò potrebbe dare inizio a un’escalation militare, della quale non si possono conoscere gli esiti. Riguardo all’Italia, come minimo ci sarebbe una crisi nelle forniture petrolifere con relativi prezzi alle stelle e conseguenti ripercussioni finanziarie a cominciare da Wall Street. Di certo si sa che il Presidente Obama è contrario a simile eventualità bellica nel mezzo della sua campagna presidenziale, ma dovrà fare i conti con il suo staff di consiglieri di estrazione israelita.
Durante una recente intervista, pubblicata su Affaitaliani, l’ex Ministro (durante 26 anni) del petrolio saudita, lo Sceicco Zaki Yamani, mi disse: “Un attacco contro l’Iran potrebbe avere conseguenze sconvolgenti per l’intero scacchiere internazionale.”