cover blog M Alberini

venerdì 24 febbraio 2012

VISTO DA LEI - “L’Italia è sempre in pericolo”

Gentile Mariella Alberini,
il nostro Futuro è  affidato alle cure di inesperti. Di conseguenza le tre piante che rappresentano la vita del Paese, si stanno inclinando molto peggio della Torre di Pisa, dove il capo pensa di attrarre molti turisti e finanziatori stranieri per salvare il bel giardino che per oltre cinquant’anni è stato dissanguato dalla presenza di malfattori politici che hanno dissipato le nostre fiorenti risorse. Purtroppo, l'Italia sta scivolando verso una recessione ordita da incapaci, sostenuti da incoscienti: chi per interesse e chi per profonda ignoranza. Il mondo esterno si è evoluto, persino gli Arabi hanno occupato il nostro Paese; e l’Italia è divenuta un grande canile con tanti ladri impuniti che si contendono l’osso, riuscendo a convincere un numero ragguardevole di cani a limitarsi ad abbaiare.  Intanto suonano le trombe per glorificarci delle prime informazioni mediatiche pubblicitarie, dove il Premier Mario Monti riceve grandi applausi dal Parlamento Europeo, ma non dagli Italiani, terribilmente incazzati da come la recente “dittatura” sta conducendo le azioni distruttive contro la Nazione. Fra le tante parole disseminate al vento dai giornalacci, a volte si riesce a captare il senso logico della realtà condivisa da quei pochi che non riescono a convincere le masse troppo distratte dal gioco del calcio, dalla Nave che sfida gli scogli, dalla povera ragazza stuprata dall’esercito italiano, da quel pazzo che getta il figlioletto di diciotto mesi nel fiume, dai Politici impuniti che rubano per conto dei Partiti, fornendo una sventagliata di distrazioni che ci allontanano dall’attualità Politica non più alla luce del sole, e sta catapultando l’Italia nel Terzo Mondo.   Le misure di Monti possono portarci alla recessione e piano piano arriveremo dove è arrivata la Grecia. Perché Monti dovrebbe tornare alle scuole elementari e studiare un'operazione fondamentale della aritmetica: la divisione. Il rapporto Debito/PIL è la divisione tra due grandezze: al numeratore c'è il Debito pubblico e al denominatore il PIL (Prodotto Interno Lordo). Monti vuole ridurre il numeratore (il Debito) imponendo nuove tasse, mentre il denominatore (PIL) si riduce di una quantità superiore, perché siamo in recessione e perché le maggiori tasse riducono i consumi della gente. In questo caso, il rapporto Debito/PIL crescerà; quindi Monti dovrà imporre nuove tasse per rientrare nei parametri dell'Unione Europea. Gli Stati Uniti sono diventati grandi e potenti con il concetto primario di rispetto per l’essere umano, senza distinzioni, e con la libertà di far girare i soldi perché creano movimento, lavoro, spesa, consumi e sostengono lo Stato…
                                                              
                         
                                                                                Lettera firmata, inviata e-mail
Gentile lettore,
la sua visione apocalittica del Governo Monti mi sembra eccessiva. Le misure intraprese realizzano quanto per anni non è stato possibile a causa del clima di odio instaurato dalle Sinistre. Se l’azione di Monti assomiglia a una dittatura, ben  venga in questo momento la dittatura per realizzare riforme che altri Paesi hanno in vigore da tempo.  I nostri sindacati dicono che l’articolo 18 è indice di civiltà e dimenticano che le stesse cose dicevano i sindacati dei minatori inglesi quando Margaret Tatcher cercava un accordo con loro. La loro scarsa preveggenza li portò ad auto seppellirsi. Speriamo che Monti tramite il ministro Fornero realizzi una riforma del Lavoro anche senza l’accordo dei sindacati: Marchionne insegna. Se realizzasse davvero quanto sopra, soltanto in questo modo si potrebbe definire bonificatore della situazione. Se vogliamo paragonare questo stuolo di professori a dei  medici generici, ci renderemmo conto che costoro non hanno alcuna pratica del buon bisturi.  In realtà si continua a eludere il nocciolo dei veri problemi dimostrando poca capacità di risolverli in profondità, ma ci si limita a operazioni di superficiale restyling. Le sue parole, caro lettore, rispecchiano lo stato d’animo di quella parte di Italiani che non intendono più votare per alcun partito poiché 60 anni di delusioni hanno largamente colmato la misura. E, a questo punto,  appare normale arrivare a conclusioni estreme. Ma anche l’eccesso di pessimismo non giova poiché l’unica strada da percorrere è quella che va avanti. Certo, non è detto che con i sanguinosi sacrifici imposti, si possa dichiarare L’Italia fuori pericolo.
Auguriamoci che il Governo Monti non cerchi di perseguire troppe riforme, ma sarebbe già molto se si limitasse  alle cinque più importanti: riforma del LAVORO,  riforma  della GIUSTIZIA,  riforma  della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, RIFORMA dell’ISTRUZIONE e soprattutto quella dei COSTI DELLA POLITICA. A proposito dell’Istruzione, ci chiediamo quale sia il numero effettivo dei docenti universitari. Da varie fonti sembra che assommino a circa 100.000. Se si tratta di un numero  reale, è assolutamente eccessivo e fuori logica anche perché sono state inventate facoltà cervellotiche frequentate da pochissimi allievi. Non sarebbe il caso, Professor Monti, di controllare anche questo?