Gentile Signora,
indubbiamente il momento è molto grave e l'incapacità
dei nostri politici di rinunciare ai propri privilegi in favore dell'intera Nazione
non permette di affrontare sia gli aspetti essenziali che quelli di immagine
con la dovuta correttezza. Alla popolazione sono rimaste poche possibilità di
contrasto: le vacue proteste, le manifestazioni di piazza, internet o poco
altro. Le vacue proteste ormai sono al parossismo, in ogni occasione non si
parla d'altro che di Kaste (attenzione il plurale è voluto per le tante
egualmente potenti, dannose e auto garantiste), ma l'unico risultato è
consistito nella pur importante presa di coscienza che qualcosa nel nostro
sistema non funziona. Le manifestazioni di piazza, certo non è un'idea pazza e
sarebbero importanti in una situazione in cui l'obiettivo della protesta si
sentisse veramente colpito e costretto, ma ciò può a malapena accadere se si
riesce a mobilitare una quantità abnorme di persone, capaci di superare
scetticismo, senso del pericolo e pigrizia, pur di presentare oggettivamente il
proprio scontento. Pensa che sia possibile senza un'adeguata organizzazione già
facente parte del sistema? Non credo, e allora la manifestazione o viene
sottovalutata e considerata solo come qualche cosa di coreografico, o viene
strumentalizzata da qualche formazione partitica, o, peggio, da gruppi di
estrema sinistra (i c.d. centri sociali) con gli effetti che tutti paventiamo.
Leggo su Il Mondo la lettera di un lettore che auspica l’annessione (Anschluss) della Lombardia al Canton
Ticino e la straordinaria affermazione
del Ministro elvetico Ueli Maurer che mi sembra interessante riportare:
"Annettere la Lombardia per noi non sarebbe un problema. La Lombardia
rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro
paese. L'affermazione non è l'unica cosa curiosa della vicenda: è bizzarro che
nessun giornale italiano gli abbia dedicato spazio. Pensate che cosa
succederebbe se il ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, sostenesse che
annettere Nizza e la Savoia non sarebbe difficile. Il terzo aspetto rilevante è
quello che ha messo in luce il sito l'indipendenza.com: l'immediato consenso di
molti lombardi all'ipotesi. Secondo i sostenitori della annessione
scudocrociata, la Lombardia diventerebbe il 27º cantone svizzero (otterrebbe,
cioè, una maggiore indipendenza), pagherebbe meno tasse, entrerebbe a far parte
di un paese efficiente, serio e all'avanguardia, neutrale, estraneo
all'influenza negativa dell'Unione Europea e degli Stati Uniti; passerebbe al
franco svizzero, con una diminuzione dei tassi di inflazione, pagherebbe un
minor pedaggio autostradale; e soprattutto continueremo a parlare italiano,
mantenendo dunque le tradizioni. Letta & Alfano farebbero bene a farsi un
paio di domande.”
Lettera firmata, ricevuta via
e-mail
Caro lettore,
non neghiamo che numerosi lombardi, oppressi
dall’attuale regime politico e dall’assoluta mancanza di regole democratiche e
politiche a favore della ripresa
dell’Italia per salvarsi dalle miserevoli condizioni economiche attuali,
sarebbero ben felici di diventare Ticinesi, ma si tratta di pura fantapolitica.
Sarà poi vera l’esternazione entusiasta del Ministro della Difesa Elvetica,
Ueli Maurer? Purtroppo il crollo
dell’Italia, dovuto alla mala politica di tanti anni, comporta uno squilibrio
popolare e un gran desiderio di fuga verso paesi più organizzati, meno
corrotti, più adeguati al vertiginoso cambiamento dei sistemi economici. Adesso
tutti sono in attesa delle prossime iniziative del nuovo governo che ha sospeso
l’IMU sulla prima casa, ma sta pensando di aumentare quella sulle seconde. Il
tutto deve essere deciso entro la fine
d’agosto con riforme che se, non saranno adeguate alla situazione fallimentare
del nostro Paese, rischiano far montare gli italiani sulle barricate. Sempre
più si parla di ridurre il regime di austerità che ha colpito il commercio e obbligato alla chiusura oltre centomila
imprese? Quel regime di austerità applicato soltanto ai cittadini e non alla
gigantesca burocrazia in gran parte responsabile del disastro italico. Ma come
si fa a spendere per far ripartire i consumi quando non ci sono i soldi?
Che cosa aspetta il nuovo esecutivo a dimezzare i costi della politica e dello Stato oltre a tagliare
gli sprechi assurdi, da numerosi decenni portati avanti dai Direttori Generali
dei ministeri che hanno stipendi superiori a quelli del Presidente della
Repubblica? Se il Presidente del Consiglio italiano non ha il potere adeguato
alla problematica emergenza attuale,
significa che questa Repubblica Parlamentare va cambiata con una Repubblica
Presidenziale alla francese oppure aumentando il potere d’azione del Premier come da tempo
esiste in Gran Bretagna. E adesso, signori del nuovo governo, rimettete in
piedi il Paese senza infilare le mani nelle tasche degli italiani.