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lunedì 20 maggio 2013

VISTO DA LEI - Ripresa, lavoro oppure “Anschluss”


Gentile Signora,
indubbiamente il momento è molto grave e l'incapacità dei nostri politici di rinunciare ai propri privilegi in favore dell'intera Nazione non permette di affrontare sia gli aspetti essenziali che quelli di immagine con la dovuta correttezza. Alla popolazione sono rimaste poche possibilità di contrasto: le vacue proteste, le manifestazioni di piazza, internet o poco altro. Le vacue proteste ormai sono al parossismo, in ogni occasione non si parla d'altro che di Kaste (attenzione il plurale è voluto per le tante egualmente potenti, dannose e auto garantiste), ma l'unico risultato è consistito nella pur importante presa di coscienza che qualcosa nel nostro sistema non funziona. Le manifestazioni di piazza, certo non è un'idea pazza e sarebbero importanti in una situazione in cui l'obiettivo della protesta si sentisse veramente colpito e costretto, ma ciò può a malapena accadere se si riesce a mobilitare una quantità abnorme di persone, capaci di superare scetticismo, senso del pericolo e pigrizia, pur di presentare oggettivamente il proprio scontento. Pensa che sia possibile senza un'adeguata organizzazione già facente parte del sistema? Non credo, e allora la manifestazione o viene sottovalutata e considerata solo come qualche cosa di coreografico, o viene strumentalizzata da qualche formazione partitica, o, peggio, da gruppi di estrema sinistra (i c.d. centri sociali) con gli effetti che tutti paventiamo. Leggo su Il Mondo la lettera di un lettore che auspica l’annessione (Anschluss) della Lombardia al Canton Ticino e la straordinaria affermazione  del Ministro elvetico Ueli Maurer che mi sembra interessante riportare: "Annettere la Lombardia per noi non sarebbe un problema. La Lombardia rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro paese. L'affermazione non è l'unica cosa curiosa della vicenda: è bizzarro che nessun giornale italiano gli abbia dedicato spazio. Pensate che cosa succederebbe se il ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, sostenesse che annettere Nizza e la Savoia non sarebbe difficile. Il terzo aspetto rilevante è quello che ha messo in luce il sito l'indipendenza.com: l'immediato consenso di molti lombardi all'ipotesi. Secondo i sostenitori della annessione scudocrociata, la Lombardia diventerebbe il 27º cantone svizzero (otterrebbe, cioè, una maggiore indipendenza), pagherebbe meno tasse, entrerebbe a far parte di un paese efficiente, serio e all'avanguardia, neutrale, estraneo all'influenza negativa dell'Unione Europea e degli Stati Uniti; passerebbe al franco svizzero, con una diminuzione dei tassi di inflazione, pagherebbe un minor pedaggio autostradale; e soprattutto continueremo a parlare italiano, mantenendo dunque le tradizioni. Letta & Alfano farebbero bene a farsi un paio di domande.”
Lettera firmata, ricevuta  via e-mail
                                           
 Caro lettore,
non neghiamo che numerosi lombardi, oppressi dall’attuale regime politico e dall’assoluta mancanza di regole democratiche e politiche  a favore della ripresa dell’Italia per salvarsi dalle miserevoli condizioni economiche attuali, sarebbero ben felici di diventare Ticinesi, ma si tratta di pura fantapolitica. Sarà poi vera l’esternazione entusiasta del Ministro della Difesa Elvetica, Ueli Maurer?  Purtroppo il crollo dell’Italia, dovuto alla mala politica di tanti anni, comporta uno squilibrio popolare e un gran desiderio di fuga verso paesi più organizzati, meno corrotti, più adeguati al vertiginoso cambiamento dei sistemi economici. Adesso tutti sono in attesa delle prossime iniziative del nuovo governo che ha sospeso l’IMU sulla prima casa, ma sta pensando di aumentare quella sulle seconde. Il tutto deve essere  deciso entro la fine d’agosto con riforme che se, non saranno adeguate alla situazione fallimentare del nostro Paese, rischiano far montare gli italiani sulle barricate. Sempre più si parla di ridurre il regime di austerità che ha colpito il commercio  e obbligato alla chiusura oltre centomila imprese? Quel regime di austerità applicato soltanto ai cittadini e non alla gigantesca burocrazia in gran parte responsabile del disastro italico. Ma come si fa a spendere per far ripartire i consumi quando non ci sono i soldi?
Che cosa aspetta il nuovo esecutivo a dimezzare  i costi della politica e dello Stato oltre a tagliare gli sprechi assurdi, da numerosi decenni portati avanti dai Direttori Generali dei ministeri che hanno stipendi superiori a quelli del Presidente della Repubblica? Se il Presidente del Consiglio italiano non ha il potere adeguato alla problematica emergenza  attuale, significa che questa Repubblica Parlamentare va cambiata con una Repubblica Presidenziale alla francese oppure aumentando il  potere d’azione del Premier come da tempo esiste in Gran Bretagna. E adesso, signori del nuovo governo, rimettete in piedi il Paese senza infilare le mani nelle tasche degli italiani.