Gentile
Mariella,
la
costituzione è l’insieme delle leggi fondamentali del nostro Stato ed è entrata
in vigore il 1° gennaio 1948. E’ composta da 139 articoli + 18 disposizioni
transitorie. La Costituzione italiana è democratica perché il potere appartiene
al popolo anche se indirettamente perché il popolo è rappresentato da deputati
e senatori. Nella Costituzione sono scritti i diritti e doveri del cittadino.
Il diritto più importante è il diritto
alla libertà perché senza di essa non si possono avere gli altri diritti come
quello di parola, di pensiero, di movimento ecc. La Costituzione italiana si
basa anche sul principio di uguaglianza: nessun cittadino ha maggiori qualità
rispetto ad un altro; se accade che un cittadino si trova in condizioni
svantaggiate, lo Stato cerca di dargli un aiuto di solito economico. Per essere
più uguali lo Stato ci garantisce tre diritti importanti: l’istruzione, il lavoro
e la protezione sociale. A capo dello Stato vi è il Presidente della Repubblica
che controlla le leggi emanate dal Parlamento e se trova delle irregolarità le
rinvia al Parlamento per riesaminarle.
Recitata
sul palco di Zelig, susciterebbe un'enorme risata. Un'accozzaglia di
corbellerie e quanto di più ipocrita si possa immaginare. La bontà di un'azione
si misura sulla base dei risultati che determina e, in questo caso, faremmo
bene ad accantonarla quanto prima. Sulla base di queste leggi, non riusciamo a
eleggere un presidente, non riusciamo a formare un governo che abbia un senso,
non riusciamo a tenere in carcere nemmeno i rei confessi. La sanità fa acqua da
tutte le parti, l'istruzione è da terzo mondo, e la sicurezza è un miraggio. E
non parliamo del diritto al lavoro ne’ di uguaglianza. Qualche esempio? Gente
pensionata dopo meno di 15 anni di lavoro e altri che dovranno lavorare fino a
67 anni, pensioni che vanno dai 600 €/mese di mia madre ai 35000€/mese del sig.
Dini. E che dire dei privilegi dei nostri parlamentari?
Sono...COSTITUZIONALI??? Come la pensa il nostro presidentissimo in merito? A
giudicare dai risultati, dobbiamo smettere immediatamente di santificare i
padri costituenti, perché hanno generato
una mostruosità. Deputati, senatori, segretari, sottosegretari, presidenti,
vicepresidenti, consulenti, tecnici, esperti, saggi, commissioni,
sottocommissioni e quant'altro.
Immaginiamoci
se le aziende dovessero essere gestite con questa filosofia, non durerebbero un
battito di ciglia. E poi i debiti, un'immensa massa di quattrini estorta ai
cittadini nei modi più subdoli, bruciata sull'altare del malaffare e della
corruzione.
Caro
Presidente Napolitano,...che mi dice? Dovessi immaginare una risposta, mi sento
di poter dire che sarebbe il solito discorso farcito di inutili banalità, anche
se,....declamate con la classica enfasi del dramma "napolitano". E
che applausi in parlamento!!! Beh! Inutile lamentarsi, abbiamo quello che ci
meritiamo.
Cara
Mariella,
vorrei che
insistesse con i suoi articoli chiedendo la riduzione di pensioni e vitalizi di
politici ed ex politici ad un max. di € 5.000,00 netti mensili che è sempre 10
volte più elevata di quello che prendono milioni di cittadini. Se esistono dei
diritti acquisiti si faccia presente che i cittadini hanno diritto di vivere.
Senza queste opportune e doverose riduzioni la classe politica non potrà
riavere credibilità. I tagli del 10% e altre proposte simili sono una ulteriore
presa in giro. Un pensionato cosa se ne fa di € 30.000,00 euro al mese?
Pubblicate i vitalizi con nomi e cognomi e dite a chiare lettere che sono soldi
che gonfiano il debito del nostro. Stato e impediscono un futuro ai nostri
figli.
Lettere firmate, ricevute via e-mail
Cari amici,
l’Italia è da rifare. Riteniamo tutti gli
Italiani d’accordo su questo punto. Questa Repubblica fondata sul lavoro è
preda solo di parassiti che succhiano il sangue a quei pochi (sempre meno)
creatori e realizzatori di iniziative. Risibile la riduzione del 10% per
pensioni da 35.000 euro al mese: come assurdo lo “slittamento” della prima rata
dell’Imu per trovare il tempo di inventarne la sostituta. Non è questo il miglior
sistema, Presidente Letta, di affrontare
le tre problematiche più urgenti: rimborso alle aziende creditrici dello
Stato, detassazione del Lavoro, incentivi a chi crea attività. Nell’antica
Repubblica di Venezia, quando il nemico era alle porte e la crisi mordeva, le
grandi famiglie si autotassavano per far fronte alle difficoltà e con il loro
esempio trascinavano tutto il popolo, il quale, a difesa della libertà della
Repubblica e della ripresa economica, concorreva come poteva. Oggi per
abbassare il debito pubblico basterebbe, per un periodo di tempo limitato,
mettere un tetto alle pensioni e agli emolumenti di tutta la Kasta di 5000 euro e troveremmo i soldi per
ridurre di molto l’esposizione a patto che le risorse recuperate non diventino
preda dei soliti “ladroni”. Il popolo non ne può più di questo copione: tutti
hanno la sensazione di trovarsi di nuovo davanti l’antico spettacolo della
vecchia politica. Ma come fate, signori del Governo, a non capire che ormai non potete più continuare con le
vostre pantomime: quelle esternazioni all’interno e all’esterno delle Camere, i
soliti litigi, le solite costose manifestazioni di piazza perdi-tempo in un’Italia ridotta allo stremo. E allora, se il
Presidente del Consiglio di questa Repubblica Parlamentare non ha i poteri per
intervenire subito a salvare il Paese vuol dire che il Paese necessita di un'altra
formula di guida. Una formula in grado di cambiare quello che si deve a
qualunque costo cambiare: ci vuole una Repubblica Presidenziale con un Presidente
capo del Governo, proveniente dalla società civile e non dalla politica
ed eletto direttamente dal popolo.
m.alberini@iol.it