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lunedì 13 maggio 2013

VISTO DA LEI - "Un’Italia nuova per i nostri figli"


Gentile Mariella,
la costituzione è l’insieme delle leggi fondamentali del nostro Stato ed è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. E’ composta da 139 articoli + 18 disposizioni transitorie. La Costituzione italiana è democratica perché il potere appartiene al popolo anche se indirettamente perché il popolo è rappresentato da deputati e senatori. Nella Costituzione sono scritti i diritti e doveri del cittadino. Il diritto più  importante è il diritto alla libertà perché senza di essa non si possono avere gli altri diritti come quello di parola, di pensiero, di movimento ecc. La Costituzione italiana si basa anche sul principio di uguaglianza: nessun cittadino ha maggiori qualità rispetto ad un altro; se accade che un cittadino si trova in condizioni svantaggiate, lo Stato cerca di dargli un aiuto di solito economico. Per essere più uguali lo Stato ci garantisce tre diritti importanti: l’istruzione, il lavoro e la protezione sociale. A capo dello Stato vi è il Presidente della Repubblica che controlla le leggi emanate dal Parlamento e se trova delle irregolarità le rinvia al Parlamento per riesaminarle.
Recitata sul palco di Zelig, susciterebbe un'enorme risata. Un'accozzaglia di corbellerie e quanto di più ipocrita si possa immaginare. La bontà di un'azione si misura sulla base dei risultati che determina e, in questo caso, faremmo bene ad accantonarla quanto prima. Sulla base di queste leggi, non riusciamo a eleggere un presidente, non riusciamo a formare un governo che abbia un senso, non riusciamo a tenere in carcere nemmeno i rei confessi. La sanità fa acqua da tutte le parti, l'istruzione è da terzo mondo, e la sicurezza è un miraggio. E non parliamo del diritto al lavoro ne’ di uguaglianza. Qualche esempio? Gente pensionata dopo meno di 15 anni di lavoro e altri che dovranno lavorare fino a 67 anni, pensioni che vanno dai 600 €/mese di mia madre ai 35000€/mese del sig. Dini. E che dire dei privilegi dei nostri parlamentari? Sono...COSTITUZIONALI??? Come la pensa il nostro presidentissimo in merito? A giudicare dai risultati, dobbiamo smettere immediatamente di santificare i padri costituenti, perché  hanno generato una mostruosità. Deputati, senatori, segretari, sottosegretari, presidenti, vicepresidenti, consulenti, tecnici, esperti, saggi, commissioni, sottocommissioni e quant'altro.
Immaginiamoci se le aziende dovessero essere gestite con questa filosofia, non durerebbero un battito di ciglia. E poi i debiti, un'immensa massa di quattrini estorta ai cittadini nei modi più subdoli, bruciata sull'altare del malaffare e della corruzione.
Caro Presidente Napolitano,...che mi dice? Dovessi immaginare una risposta, mi sento di poter dire che sarebbe il solito discorso farcito di inutili banalità, anche se,....declamate con la classica enfasi del dramma "napolitano". E che applausi in parlamento!!! Beh! Inutile lamentarsi, abbiamo quello che ci meritiamo.

Cara Mariella,
vorrei che insistesse con i suoi articoli chiedendo la riduzione di pensioni e vitalizi di politici ed ex politici ad un max. di € 5.000,00 netti mensili che è sempre 10 volte più elevata di quello che prendono milioni di cittadini. Se esistono dei diritti acquisiti si faccia presente che i cittadini hanno diritto di vivere. Senza queste opportune e doverose riduzioni la classe politica non potrà riavere credibilità. I tagli del 10% e altre proposte simili sono una ulteriore presa in giro. Un pensionato cosa se ne fa di € 30.000,00 euro al mese? Pubblicate i vitalizi con nomi e cognomi e dite a chiare lettere che sono soldi che gonfiano il debito del nostro. Stato e impediscono un futuro ai nostri figli.
Lettere firmate, ricevute via e-mail

Cari amici,
l’Italia è da rifare. Riteniamo tutti gli Italiani d’accordo su questo punto. Questa Repubblica fondata sul lavoro è preda solo di parassiti che succhiano il sangue a quei pochi (sempre meno) creatori e realizzatori di iniziative. Risibile la riduzione del 10% per pensioni da 35.000 euro al mese: come assurdo lo “slittamento” della prima rata dell’Imu per trovare il tempo di inventarne la sostituta. Non è questo il miglior sistema, Presidente Letta, di affrontare  le tre problematiche più urgenti: rimborso alle aziende creditrici dello Stato, detassazione del Lavoro, incentivi a chi crea attività. Nell’antica Repubblica di Venezia, quando il nemico era alle porte e la crisi mordeva, le grandi famiglie si autotassavano per far fronte alle difficoltà e con il loro esempio trascinavano tutto il popolo, il quale, a difesa della libertà della Repubblica e della ripresa economica, concorreva come poteva. Oggi per abbassare il debito pubblico basterebbe, per un periodo di tempo limitato, mettere un tetto alle pensioni e agli emolumenti di tutta la  Kasta di 5000 euro e troveremmo i soldi per ridurre di molto l’esposizione a patto che le risorse recuperate non diventino preda dei soliti “ladroni”. Il popolo non ne può più di questo copione: tutti hanno la sensazione di trovarsi di nuovo davanti l’antico spettacolo della vecchia politica. Ma come fate, signori del Governo, a non capire  che ormai non potete più continuare con le vostre pantomime: quelle esternazioni all’interno e all’esterno delle Camere, i soliti litigi, le solite costose manifestazioni di piazza perdi-tempo in  un’Italia ridotta allo stremo. E allora, se il Presidente del Consiglio di questa Repubblica Parlamentare non ha i poteri per intervenire subito a salvare il Paese vuol dire che il Paese necessita di un'altra formula di guida. Una formula in grado di cambiare quello che si deve a qualunque costo cambiare: ci vuole una Repubblica Presidenziale con un  Presidente  capo del Governo, proveniente dalla società civile e non dalla politica ed  eletto direttamente dal popolo.
m.alberini@iol.it