La musica è cambiata, ha detto il Premier Matteo Renzi in risposta a
Susanna Camusso, leader della CGIL che lo accusa di attentare alla Democrazia
perché rifiuta la cosiddetta concertazione con i Sindacati nelle decisioni del
Governo. Che sia finalmente arrivata l’ora di dimensionare lo strapotere del
sindacato in Italia. Lei cosa ne pensa?
Lettera ricevuta,
inviata via e-mail
Caro lettore,
un’Armata in guerra conta
circa settecentomila uomini. Tanti sono i rappresentanti sindacali nel nostro
paese, per la maggior parte annidati nella burocrazia come Scuola, Sanità, Enti
parastatali e altro. In una indagine commissionata dall’ex premier Monti a
Giuliano Amato, questi concluse che solo sui distacchi nel Pubblico impiego si
rilevano assenze retribuite dal lavoro corrispondenti a 3.655 dipendenti l’anno
per un costo di centoquindici milioni circa di euro. Ma i Sindacati in Italia
hanno molte altre colpe ben più gravi. Dagli scioperi indiscriminati e continui
degli anni Settanta, che misero in ginocchio l’industria privata alla creazione
di un clima di odio sociale per cui ogni caporeparto o capoufficio, ogni
dirigente o imprenditore era il nemico da combattere e abbattere.
Tutto ebbe inizio negli anni
Settanta con l’entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori, quando bastava
chiedere a un collaboratore l’esecuzione di un compito per essere denunciati
alla Magistratura del lavoro per comportamento antisindacale. E non si vide mai
come in quel periodo una Magistratura così efficiente e veloce nel comminare
sentenze di condanna.
Di tutto questo cosa resta
oggi? Il deserto del Lavoro inteso come iniziativa umana volta a creare
benessere. E il lavoro non si crea con le leggi, ma temperando quelle che ne frenano lo sviluppo.
La maggior parte dei
Sindacati, che in Italia sono tanti, si ostina a combattere battaglie di retroguardia
come la difesa strenua dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ma sono
in pochi a sapere che i Sindacati possono licenziare i loro dipendenti perché
per loro l’articolo 18 non vale. Splendido esempio di una democrazia
imperfetta. A fatica e con molti contrasti il Governo Renzi ha comunque, con i
voti determinanti di Forza Italia, incassato l’approvazione della Camera per la
legge sul Lavoro. E adesso? Adesso noi diciamo che, tanto per usare una
terminologia Renziana, è il momento di “asfaltare” i sindacati per sempre.
Solo così possiamo sperare che
la musica cambi per davvero.
m.alberini@iol.it