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lunedì 11 agosto 2014

Visto da lei - "L'Italia delle Corporazioni"

Visto da lei di Mariella Alberini per Economiaitaliana.it dell’11.8.14

L’Italia delle Corporazioni

Gentile Mariella,
il Corriere della Sera del 6 agosto è uscito con un titolo a dir poco drammatico: la ripresa non c’è, l’Italia arretra. Cosa ci aspetta per il futuro?
Le risse per le riforme, gli scioperi di Fiumicino, gli inutili ottanta euro che nelle intenzioni proclamate da Renzi dovevano servire a rilanciare i consumi interni, e altri eventi mi inducono a pensare che il baratro è sempre più vicino.
Aggiungiamo la macabra barzelletta di uno Schettino chiamato dalla Università La Sapienza di Roma a tenere una lezione dal titolo “Come gestire il panico”.
Negli anni venti la situazione nel nostro paese era altrettanto difficile e caotica, ma il “Buonuomo Mussolini” riuscì a porvi rimedio. Dobbiamo essere nostalgici?
Lettera firmata, inviata via e-mail

Caro lettore,
l’incredibile caos esistente è anche frutto di un mare magnum di leggi che le nostre Camere hanno partorito in sessanta anni di Legislature: sempre definite “a tutela del cittadino”, ma in realtà si sono rivelate a tutela delle varie kaste e sottokaste. Non si può far nulla senza incorrere in scogli insuperabili di leggi e regolamenti che dicono tutto ed il contrario di tutto. E non è un caso se il nostro paese vanta il numero di Avvocati più alto del mondo. In fondo anche la Magistratura ne risente e la sua lentezza ne è una causa. Le Riforme in questa situazione rischiano di essere una pia illusione.
La nostra Italia è, da sempre, un Paese di Corporazioni e il nostro Buonuomo l’aveva capito tanto da ufficializzarle e irregimentarle in un Diritto Corporativo. Nostalgia? No. Ma riconoscimento di una Politica realistica a vantaggio del Paese.
La nostra non è una crisi solo economica ma strutturale.
A nulla è valso l’esempio del collasso dell’URSS, regime dove lo Stato pensava a tutto e voleva seguire il cittadino dalla culla alla tomba.
Questa cattiva imitazione tanto cara alla nostra Sinistra ci porterà al nulla.
Questo paese con diciassette milioni di pensioni, con una decina di milioni di dipendenti statali, la stragrande maggioranza inefficiente e improduttiva, con una residua industria strozzata da tasse, balzelli, obblighi sindacali e quant’altro, con centomila enti inutili è costretto a rincorrere un debito pubblico sempre in crescita per far fronte a queste spese.
Se non ci sarà l’apporto di una fioritura di iniziative di lavoro produttivo ci sarà il default perché nessuno riuscirà a dimensionare i sindacati, nessuno rottamerà lo Statuto dei lavoratori, nessuno riuscirà a convertire in lavoro produttivo le sacche di inefficienza incrostate nel tessuto del paese, nessuno riuscirà a parlare non solo di diritti ma anche di doveri. Anche se l’Italia continuerà a esprimere lati positivi come l’operazione di recupero del Costa Concordia ad attenuazione dell’incredibile comportamento in fase di naufragio del suo comandante con i riccioli sul collo rivelatosi una nullità.
m.alberini@iol.it