Cara
Mariella,
la condotta
della Polizia francese dopo i noti interventi dei fanatici franco mussulmani è
stata, a mio avviso, molto sbagliata. Non capisco perché abbiano ucciso i due
attentatori all'uscita della tipografia. Non avevano ostaggi, volevano
certamente farsi ammazzare. Non è stato alcun blitz: non era possibile usare
gas lacrimogeni, pallottole soporifere, sparargli in modo non mortale? Si è
persa l'occasione di ricostruire situazioni e movimenti per una sciocchezza. Ma
chi è il coordinatore ignorante di tutto ciò…?
Lettera ricevuta via e-mail
Gentile lettore,
di certo non vi è stato un coordinamento adeguato alla
situazione di emergenza da parte delle teste di cuoio francesi. Ma ciò che più
risulta assurdo è la cronaca dei media europei e, in particolare, di quelli
italiani. I quali, in sincronia, inneggiando alle profezie di Oriana Fallaci
sempre anche lei sopra le righe, hanno loro proclamato la guerra all’Europa da
parte di entità ancora sconosciute e terrorizzando anche L’Italia.
Abbiamo consultato un eminente personaggio saudita di
chiara fama e cultura internazionale, professore emerito all’Università di Harvard. Il quale
ha dichiarato che i terroristi franco-mussulmani sono schegge o cellule isolate
di matrice criminosa in autonoma follia di incursione.
E’ risibile la dichiarazione di guerra all’Europa
proclamata dai vari conduttori televisivi per approfittare della situazione e
mettersi in luce con toni melodrammatici.
Sappiamo tutti che nella Storia dei tempi nessun
avversario nemico ha mai avuto una tale facilità di infiltrazione nel tessuto
sociale di un Paese sotto l’egida del buonismo, della permissività e della
negligente garanzia legale.
La dissertazione lessicale di Renzi in TV sul termine
integrazione non ha tenuto conto che in questo caso facilita l’infiltrazione.
L’invasione barbarica dall’Est europeo e dall’Africa
con profughi ed altro aggrava in modo determinante la precaria situazione
economica dell’Italia. E ancor più le poche riforme proclamate e mai realizzate
che basterebbero a sbloccare lavoro e produttività. L’opposizione dei sindacati
a qualunque apertura nel variare i sistemi di lavoro. La tendenza criminosa di
sfruttare il denaro pubblico come si è visto nel caso delle Cooperative romane.
L’esplodere continuo della tassazione che aggrava la disaffezione all’impresa. L’inettitudine
del Governo provocata dalle varie fazioni partitiche non lasciano spazio, ne’
speranza alla solita ormai poverissima
Italia.
m.alberini@iol.it