Cara
Mariella,
ancora una
volta il Cremlino è imbrattato di sangue. E il Presidente Putin viene additato
come il mandante dell’esecuzione di Boris Nemtsov. Quattro colpi di Makarov e il leader dell’ Movimento di opposizione a
Putin muore come un cane su un marciapiede di Mosca sotto pioggia mista a
nevischio. Ci sono molti però da valutare. Non crede…?
Lettera
firmata, ricevuta via e-mail
Caro lettore,
è difficile pensare che un’intelligenza politica come
quella di Vladimir Putin possa ricorrere a un delitto tanto plateale per
eliminare un avversario politico. E’
molto difficile credere ad un autogol tanto clamoroso.
Di certo, governanti assoluti come Putin sono
circondati da nemici all’ultimo sangue.
Si può ipotizzare che una di queste fazioni possa
avere escogitato un omicidio così clamoroso nel tentativo di addebitarlo al
Presidente. In realtà Nemtsov combatteva una corruzione della quale, ai tempi
di Eltsin, come suo vice primo ministro, lui aveva visto nascere ed espandersi in
maniera eclatante. Quindi da quale pulpito veniva la sua lotta alla corruzione?
Le piste sono tante: quella islamica dell’Isis, quella cecena, quella ucraina e
non ultima quella della sua relazione con la bellisssima 23enne, Anna
Duritskaia, che potrebbe aver suscitato la vendetta da parte di un rivale geloso.
Di certo, le indagini sostenute con ferreo rigore dal Governo russo porteranno
ad una incriminazione, della quale nessuno sarà convinto.
Nel frattempo l’Isis minaccia l’Italia dettagliando un
piano agghiacciante come da tempi gli italiani temono. Potrebbe essere Roma con
i palazzi del potere e le sue mille meraviglie storiche l’epicentro del
bersaglio? Poiché ora i feroci Isisiani se la prendono anche con le
incomparabili opere d’arte, testimonianze di cultura antica.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, mai è esistito
pericolo tanto vasto sotto tutti punti di vista.
Vorremmo molto capire gli scopi delle esercitazioni
della Marina Militare Italiana con tale cospicuo dispiegamento di navi lungo le
coste libiche. Non sembra affatto interrotto il flusso degli emigranti, ai
quali pare garantita dallo Stato una “una paghetta” di mille euro al mese: più
del doppio di tante pensioni minime di lavoratori italiani.
Quale sarà l’inciucio in atto?
m.alberini@iol.it