cover blog M Alberini

lunedì 14 settembre 2015

V I S T O D A L E I - "Migranti e filo spinato"

Cara Alberini,
sono una cinquantenne indipendente e coraggiosa. Ma da qualche tempo quando circolo a piedi per le vie della mia città ho paura soprattutto verso le ore serali. Non ne parliamo di quando devo attraversare una zona verde o un giardino pubblico. Il timore di essere aggredita, derubata ecc. è sempre presente. Questa situazione è insostenibile. Per cosiddetto senso di carità cristiana sono andati a pescare in mezzo al mare folle di migranti fra i quali chissà quanti delinquenti. Sarebbe interessante sapere quanti soldi si sono messi in tasca i soliti noti…

Lettera firmata, inviata via e-mail

Gentile lettrice,
la sua apprensione nel circolare in città a piedi o nei giardini pubblici è condivisa tra molte nostre congeneri. Di certo bisogna adeguarsi alla nuova emergenza. Non passeggiare in vie poco illuminate o deserte ne’ parchi dopo le 18.
La mancanza di identificazione dei migranti è stata, fin dall’inizio, una delle terribili lacune con le quali l’Italia ha accolto  folle di disperati, dei quali vorremmo sapere quanti sono in realtà quelli in fuga dalle guerre e quelli che vogliono crearsi una vita “europea”. La leggerezza con cui i vari governi italici, ma soprattutto quello attuale, si comporta  sull’emergenza immigrazione è demenziale. Non si può approvare il sistema drastico di Budapest o la chiusura improvvisa dei confini con il  filo spinato. Però bisogna pensare che questi governi dell’est europeo si occupano e preoccupano della tutela dei loro cittadini mentre da noi regna il caos. Dov’ è la politica comune su questo dramma assillante? Noi italiani abbiamo la sensazione che non ve ne sia alcuna. Il rifiuto dei Paesi dell’est ad accettare le quote obbligatorie di migranti è comprensibile anche se discutibile. Considerando le 14 guerre civili in atto sul pianeta, non è possibile che l’Europa possa far fronte a questo esodo di proporzioni  bibliche. 
Quindi si deve trovare un sistema per mettere un limite che consenta  agli europei la qualità di vita, alla quale hanno diritto poiché  se la sono guadagnata e  costruita in centinaia d’anni di lavoro e sacrifici.
Non riteniamo impossibile continuare a sostenere l’afflusso giornaliero di centinaia di migranti  dando loro decente alloggio, nutrimento e protezione  sanitaria. E ci chiediamo come possano ritenerlo possibile i signori del nostro Governo.


m.alberini@iol.it