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lunedì 28 settembre 2015

V I S T O D A L E I - "Schoc in Germany"

Cara Mariella Alberini,
lo schoc causato dalle carte truccate sulla taratura dei motori Diesel Volkswagen sconvolge le credenziali del Made in Germany. Ma come è possibile che di colpo gli Stati Uniti si accorgano degli undici milioni di veicoli taroccati dal punto di vista ecologico in giro per gli States…”

Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Carissimo amico,
ogni mattina su questo pianeta si accendono miliardi motori inquinanti. Gli Stati Uniti così attenti all’ecologia hanno a suo tempo approvato la regolarità dei motori Volkswagen oggi  sotto processo. Allora come la mettiamo? Possibile se ne siano accorti solo adesso? E i media americani scaturiscono di colpo paginate sullo scandalo automobilistico più eclatante in tutto il pianeta? Una stangata simile in Germania non era mai arrivata dall’epoca dei disastri della Seconda Guerra mondiale. Ne va di mezzo la sua credibilità tecnologica, commerciale e di affidabilità.
Dispiace molto poiché il caposaldo della qualità tedesca ne esce malissimo. Dispiace anche per il dolore cocente di Frau Merkel che, ad un tratto, si trova a dover palleggiare questa patata scottante fra le sue manine così morbide in apparenza, ma tanto forti. Dispiace a noi italiani per l’amore sempre nutrito verso il vecchio glorioso Maggiolini che perde smalto.
Però a rifletterci sopra dobbiamo renderci conto che gli USA hanno da poco ripreso a produrre  automobili ed è il caso di menzionare la famosa Tessla in grado di marciare con motore elettrico autoricaricabile  e quindi rappresentare l’auto del futuro terrestre esente da inquinamento. A pensar male si fa peccato ma sovente ci si azzecca. Possibile vi sia un colpo alle spalle della Volkswagen per acciaccarla a lungo termine e metterla fuori gioco?
Di certo dietro ogni scandalo ci sono mandanti per farlo scoppiare. Anche Strauss Khan, afflitto da libidine violenta, fu vittima di un tranello ancillare architettato alla vigilia della sua candidatura all’Eliseo. Le congiure si sprecano su questa infelice Terra da quando è comparso il Primate dei Primati e continuano.
Chi non esce dalla competizione e si ritira sul Monte Athos non può smettere di guardarsi alle spalle senza sosta.
Forse la Germania si è affidata troppo alla sua immagine di credibilità mondiale   e a causa di ciò paga un altissimo prezzo.

m.alberini@iol.it