Carissima
Alberini,
non riesco a
capire perché, con questa famosa riforma del bicameralismo, non si sia abolito
del tutto la funzione di Palazzo Madama trasformando lo storico edificio in un
magnifico museo privo dei costi pazzeschi di personale addetto che così
continueremo a pagare. Ma figuriamoci se
non si continuava a lucrare sulle spalle del contribuente e se si lasciavano
vacanti posti di lavoro dai costi inutili e super pagati…
Lettera
ricevuta, inviata via e-mail
Caro lettore,
è impensabile non si trovasse il modo di continuare ad
andare avanti con il solito magna magna italico. Purtroppo gli Italiani non sono
portati ad alcuna ribellione e continuano a subire le iniquità di una
democrazia che non è più tale. Il Governo
seguita a gloriarsi di questa “famosa” riforma a metà: la quale se in
parte toglie il bicameralismo dall’altra lascia immutati i costi faraonici di
Palazzo Madama. Ma bisogna continuare a mantenere l’alto seggio del Presidente
del Senato e tutto l’ambaradan che comporta. Figuriamoci se si rinuncia alle
cariche dei senatori a vita con pannoloni di ricambio a nostro carico e a tutto
l’apparato elegantissimo e prestigioso di senatoriale tradizione.
In Italia, il vizio politico di fare le cosa a metà
continua imperterrito a massacrare il Paese e non si capisce come Renzi-ventotto-palle,
così rampante, così deciso ad
approfittare del suo momento con perniciosa baldanza non abbia capito di farla
finita con quello che si deve eliminare in modo definitivo. Ciò comporterà in
futuro chissà quali inciuci regionali, comunali e conseguenti problematiche di
eventuali complicazioni delle quali non escludiamo dovrà occuparsi la
Magistratura con vari avvisi di garanzia. Non si può escludere, o forse è già
in atto, in mancanza dei soliti mega guadagni illeciti dilaganti nel quotidiano
anche regionale, si arrivi a gonfiare le forniture delle brioche dell’elegantissimo
bar ristorante dominato da Maitre in guanti bianchi fino ai pranzi a costo
minimo per i senatori e massimo per pantalone che paga. I brutti vizi dei
novelli senatori, provenienti da Regioni, comuni ecc. pullulano da Milano a
Messina. Come è possibile non vengano importati a mafia capitale da quei
duecento signorotti provinciali assurti a ruolo tanto “aristocratico”?
m.alberini@iol.it