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venerdì 6 gennaio 2012

VISTO DA LEI - “l’Italia in mille cocci”

Gent.ma Dr.ssa Mariella Alberini,
sono Consulente del Lavoro dal 1986 e, proprio in quel periodo, ho avuto modo di partecipare ad un incontro promosso dall'allora segretario cittadino del Partito Repubblicano ad Asti che ospitava nella splendida cornice di Palazzo Ottolenghi un componente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, all'epoca nominato "in quota" a quel Partito. Ricordo lo shock dopo aver sentito  il racconto dettagliato di come il Governo Rumor, al tempo della crisi del Petrolio dei primi anni '70, essendo tutto il Parlamento preoccupato per il saldo dei conti pubblici al perdurare della crisi del petrolio (sfociata nel 1972 nei calessi a Roma, nella cd. "austerity", nel prezzo del greggio alle stelle, etc.), avesse posto al C.N.E.L. una semplice domanda: in quanto tempo l'Italia si potrà risollevare arrivando al pareggio di bilancio oggi non più possibile? La risposta venne data poche settimane dopo: i conti dello Stato si sarebbero potuti mettere a posto, con manovre di assoluto rigore, non prima di dieci anni dopo. Al ricevere quella risposta, i Governanti ed i Parlamentari in carica avrebbero a loro volta subito affermato: molto bene! Se in dieci anni si possono mettere a posto i conti dello Stato, "allora significa che NOI possiamo spendere" con l'intenzione di lasciare agli eletti e nominati di dieci anni dopo le gatte da pelare...
Ritengo sia assolutamente plausibile ragionare su una chiave di lettura di questo tipo per comprendere la nostra situazione interna: parrebbe proprio il risultato di decisioni scellerate del tipo di quella descritta. E, se così è, la stiamo pagando ancor oggi molto cara e salata. Di fatto si è trattato di "cartolarizzare" il debito pubblico nel 1972 con un i vari Bot, Cct e Bpt, i quali si sono  rivelati, invece, una "bomba a orologeria”. Senza acquirenti reali ne’ valori concreti di crescita cui agganciarla, con la finta scusa (in quei termini) della "spesa di Stato" per rilanciare l'economia. E il conto della storia "torna": con l'intermezzo della stagione dei "golpe", quella dei sequestri, quella delle stragi, quella del terrorismo fino a Moro/78, concluso (nella prima fase) con Curcio/80-81. Solo i Mondiali di Calcio del 1982 rappresentano l'ultima vittoria dell'Italia "vera". Poi il vaso si è rotto in mille cocci, dalla fine di Craxi a tangentopoli, alla discesa in campo di Berlusconi, allo sfascio progressivo degli ambienti politici canonici fino ad allora ben delimitati: e l'avvento della Lega e la sparizione degli estremismi e la nascita del "conformismo" dilagante che oggi è disaffezione al cento per cento nei confronti della politica di partito….
                                                               Lettera firmata, inviata via e-mail
Gentile lettore,
è interessante il suo dettagliato resoconto della famigerata politica anni 70. Ci duole constatare che l’inizio del 2012 è il prosieguo carico di problemi, nati allora, e mai affrontati in modo decente. E adesso la manovra “salva Italia” che non ha risolto nulla. Ci domandiamo con ansia cosa ancora ci crollerà sulla testa per colpa di una politica da cinquant’anni più truffaldina che incosciente. Ci domandiamo anche perché non trovare il modo di usare la vera forza della piazza: quella dei rivoltosi del Cairo, di Tunisi, di Damasco ecc. Avere paura significa fare il gioco degli ormai delinquenziali politici e accoliti che non mollano la nostra gola come fanno i doberman fino a quando la vittima è dissanguata. E noi siamo già dissanguati poiché i veri sacrifici li fa la gente comune mentre gli oligarchi della politica, invece di studiare il modo di migliorare  l’economia dello Stato, studiano cavilli per incrementare le loro future pensioni di diamante. Questa povera Italia è sempre stata, e lo è oggi ancora di più, a due velocità. Colori i quali godono di corsie preferenziali hanno inventato il welfare che è stato la sciagura maggiore per la nazione. Perché a fronte di sempre maggiori guadagni dei privilegiati è stata data l’elemosina attraverso pensioni, casse integrazione, sussidi, riqualificazioni ai più diseredati. Risultato: tutti sono scontenti e si ritrovano addosso un enorme debito da ripianare. E’ mancata e continua a mancare nei politici la qualità del “buon padre di famiglia” che, da sempre, è stato ritenuto l’elemento indispensabile per governare i propri simili. La fantasia italica ha inventato di tutto ed il contrario di tutto.  Esempio: in un certo periodo fu adottato il criterio dei cosiddetti “contributi figurativi” per gonfiare le pensioni quali gli anni di università, il servizio militare e altre provvidenze che penalizzavano chi invece lavorava e pagava i contributi. Di queste “chicche” se ne trovano a centinaia. La più grande è forse il cosiddetto Statuto dei Lavoratori che, da oltre quarant’anni, ha creato disoccupazione e fallimenti. Il tutto in nome di una tutela del lavoratore che in realtà non è esistita visto che lo statuto si applica alle grandi aziende ormai scomparse. E oggi non viene applicato per le piccole aziende, nostro tessuto industriale: con buona pace del fu ministro Giacomo Brodolini, socialista, padre di questo provvedimento da regime sovietico. Purtroppo non c’è limite al peggio.

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