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sabato 7 luglio 2012

VISTO DA LEI - “Elezioni 2013, ultima occasione per l’Italia”

Non c’è più tempo. Bisogna fare tabula rasa della politica attuale. Se M5Stelle fosse in grado di arrivarci ben venga, ma, dandogli potere e una forza politica importante, temo non possa porre alcun riparo alla catastrofe attuale.  Sarebbe un’enorme perdita di tempo. Adesso, rimboccandosi le maniche, dobbiamo cercare di ricostruire la nostra nazione che è stata quinta potenza industriale del mondo.  Come siamo riusciti a tirarci fuori dalle macerie della Seconda Guerra mondiale, potremmo tirarci fuori dalle macerie della finanza criminale

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Gentilissima Mariella,

ho letto il suo editoriale su M5S di Grillo, …da condividere. Il problema però, sta nel formulare proposte che, almeno nelle intenzioni, abbiano le carte in regola per raggiungere gli scopi che si prefiggono. Il minestrone primordiale, ha generato la vita ma si è dimenticato dell’onesta e della moralità. Senza questi due ingredienti lassù ci sarà sempre lo sterco, chiunque ci vada. Mi permetto di proporre un’idea. Vengano abolite le scorte ai politici, nessuna protezione, chi non se la sente cambia lavoro. Non parlo solo di senatori e deputati, parlo di tutte le istituzioni, dal Presidente della Repubblica all’ultimo dei dirigenti comunali. Quale risultato si vorrebbe ottenere? La paura che avranno, se non faranno il proprio dovere, di prendere un sacco di legnate durante i trasferimenti, da indifesi, ufficio casa, casa ufficio. La paura è l’unico deterrente a delinquere per queste persone senza vergogna.

Cara Mariella,

leggo volentieri i suoi articoli che trovo particolarmente interessanti. L’ultimo in particolare mi ha colpita e non essendo iscritta a Facebook ricorro alla mail per esprimerle il mio parere. Ritengo che nel suo articolo l’analisi sia corretta ma la soluzione proposta non è condivisibile da parte di chi vuole un cambiamento della classe politica: qualora si arrivasse a un astensionismo anche superiore al 50%, i parlamentari eletti continuerebbero a governare perché la percentuale dei cittadini aventi diritto risulterebbe sicuramente molto bassa ma resterebbe alta la percentuale tra i votanti, quindi non cambierebbe nulla. E tra i candidati avremmo ancora l’affidabile trio ABC nonché tutti gli altri che già conosciamo. L’unica soluzione, invece, sarebbe votare un movimento, o partito, fuori dal coro con il compito di destabilizzare il sistema dall’interno. Come? Ammesso e non concesso che alcuni parlamentari vogliano cambiare le regole - e di onesti sicuramente ce ne sono anche adesso – quasi certamente i parlamentari che ci governano non approveranno mai nessuna legge che vada a limitare i propri benefici. L’unica possibilità è di eleggere un gran numero di deputati che si facciano carico di destabilizzare il sistema. Un cavallo di troia per intenderci. E qui arriviamo al movimento 5stelle. Anche se alle elezioni dovessero ottenere una larga aggioranza, molto probabilmente non sarebbero in grado di governare ma questo sarebbe il male minore perché si potrebbe ricorrere a un governo di tecnici che studiano e propongono i cambiamenti che poi saranno portati al voto. È a questo punto che i nuovi parlamentari faranno la differenza: qualche riforma che limiti i poteri della casta riducendone i benefici magari riesce a passare. Si obietterà: “Ma per essere governati bisogna ricorrere a un governo di tecnici quando paghiamo già dei politici?” Monti insegna. E le difficoltà più grandi le ha incontrate proprio in Parlamento. Dopo almeno le maggioranze saranno diverse. Questo in sintesi ritengo che sia il pensiero di chi vota il movimento 5stelle. Per concludere desidero esprimere gentilmente la richiesta che, qualora decidesse di pubblicare il mio commento, cosa che non credo farà, sia mantenuto l’anonimato.

Cara Mariella Alberini,

Io temo che non ci salveremo. I politici, se così vogliamo ancora chiamarli, sono massimamente incompetenti. Gli industriali privati sono in gran parte dei “furbetti del quartierino” (quanti soldi hanno “cuccato” dallo Stato per industrie decotte, stabilimenti mai realizzati, casse integrazioni a go-go, ecc. ecc.?). L’industria pubblica, dopo gestioni scellerate e debiti colossali, è praticamente scomparsa. L’agricoltura, tranne produzioni particolari e pregiate, è allo stremo. Il turismo è di bassa qualità e profilo. I beni archeologici rischiano di diventare solo “ricordi archelologici”, grazie a politiche e gestioni dissennate, se non folli. La malavita organizzata e i traffici illeciti sono ordinaria amministrazione. Il debito pubblico è fuori controllo. L’apparato pubblico, dallo Stato ai Comuni, è oltremodo costoso e parassitario. La Sanità è diventata "insana". L’istruzione è un optional (meglio definirla “distruzione”). Se questo è il quadro della situazione, Lei quali conclusioni trarrebbe? Che possiamo ancora tirarci fuori di guai? Che ci salverà Beppe Grillo? (veda quello che sta accadendo a Parma! Non si mandano dei dilettanti allo sbaraglio!). Che gli Italiani si daranno una scossa? Quali Italiani? Quelli rimasti di sani principi non superano sicuramente il 5%, quelli culturalmente in grado di invertire la corsa verso il baratro si contano sul palmo di una mano. Come può constatare Lei stessa, è proprio a livello matematico e statistico che siamo spacciati. La Metro B di Roma è un colabrodo, non c’è organizzazione, professionalità, rispetto dei regolamenti, decoro, ecc. ecc. La B1, figlia della B, ha amplificato i problemi. Non ci sono soldi per il personale, per i treni, per la manutenzione. Veda quello che è accaduto anche sulle linee FS regionali. Siamo allo sfascio totale, sfascio di competenze, di organizzazione, di volontà di fare, di tutto di più. Rileggendo l’Apocalisse di Giovanni, ritengo che siamo prossimi a una catastrofe globale, con la speranza che almeno questa faccia giustizia definitiva di tanti torti ed omissioni.

Spero che Lei sia più ottimista di me.

Gentile Mariella,

Nel luglio del 1977, "Der Spiegel" volle dire la sua sull'Italia con una copertina.choc: un grande piatto di spaghetti conditi da una pistola. Il titolo era "Italia paese delle vacanze"; lo strillo di copertina, nelle intenzioni, voleva essere ironicamente stridente: "Sequestro, scippo, estorsione". Sono passati trentacinque anni e il settimanale tedesco vuole riproporre concetti non dissimili: "l'Italia non è affidabile". Trentacinque anni fa il settimanale tedesco fece una "campagna estiva" disgustosa, una dissuasione in grande stile destinata ai connazionali inclini alle vacanze italiane. Indipendentemente da quanto mi direbbe il giornalista, anche ora "Der Spiegel" vuole solo favorire la sua tiratura facendo leva sui sentimenti meno nobili dei Tedeschi e speculando sulle nostre debolezze (proprio in un momento in cui dovremmo cercare di recuperare credibilità a livello internazionale!). Quanto ti dico non è un sospetto, ma una certezza. Non sarebbe infatti la prima volta che un giornalista strumentalizza mie dichiarazioni per propositi suoi, che non hanno nulla a che vedere il mio pensiero.

                                             Lettere firmate, inviate via e-mail



Cari lettori,

l’errore principale del governo Monti è stato di non avviare contemporaneamente

alla riforma delle pensioni una seria riforma del Lavoro cancellando l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e di introdurre la possibilità di licenziamento degli statali. Infatti la Riforma della spesa Pubblica si arena davanti alla possibilità di sfoltire gli organici dei dipendenti pubblici.

Dopo l’euforia degli stadi per la vittoria sulla Germania, l’alleggerimento del rigore economico richiesto dalla EU agli Stati in crisi rimane il problema di fondo: l’enorme spesa pubblica che aumenta il famoso debito.  E tutto è silenzio sulla crescita.

Non è mia abitudine strumentalizzare nessuno e tanto meno le vostre lettere. Se me le inviate vuol dire che tenete a pubblicarle ed ottenere risposte. In linea di massima concordo con la gravissima situazione di sfascio sovrastante l’Italia. Nella rubrica precedente, ben conscia del dramma italiano, ho cercato di analizzare all’insegna del buon senso quello che potrebbe accadere nelle prossime elezioni politiche 2013. Ribadisco l’importanza che esista in ascesa un Movimento come  M5Stelle per dare voce alla massima protesta dei cittadini italiani ormai alla disperazione. Ma, come ho già scritto, non sarà mandando M5Stelle in Parlamento che otterremo la soluzione e il risanamento del nostro Paese. Una valanga di critiche assurde e insulse ci è piovuta addosso dal web  di certo inviata dai ferventi grillini che si preparano a votare M5Stelle. Da ancor prima delle ultime elezioni legislative, sostengo che si DEVE METTERE in crisi il sistema dei partiti e, per  spazzarlo via mandando a casa tutti i politicanti italiani, bisogna raggiungere il massimo astensionismo dal voto affinché poi si riprenda una politica di vera democrazia, sana e nuova. Non sarà certo M5Stelle a reinventare l’Italia, ma una volta fatto piazza pulita allora si porterebbe fare avanti la parte sana (che esiste) del Paese. Non c’è più tempo. Bisogna fare tabula rasa della politica attuale. Se M5Stelle fosse in grado di arrivarci ben venga, ma, dandogli potere e una forza politica importante, temo non possa porre alcun riparo alla catastrofe attuale.  Sarebbe un’enorme perdita di tempo. Adesso, rimboccandosi le maniche, dobbiamo cercare di ricostruire la nostra nazione che è stata quinta potenza industriale del mondo.  Come siamo riusciti a tirarci fuori dalle macerie della Seconda Guerra mondiale, potremmo tirarci fuori dalle macerie della finanza criminale. Purtroppo le reazioni causate dalla precedente rubrica evidenziano l’incoscienza e la superficialità, con le quali tanti Italiani si lasciano suggestionare dal cosiddetto “NUOVO”  che avanza e non vedono che è una pessima imitazione di quello che fu la Lega Nord agli esordi. Un Movimento dotato comunque di presupposti locali forti e validi oltre che di una organizzazione di militanti più preparata da quel Bossi che oggi ha finito il suo ciclo politico. Chi scrive non ha certo la formula magica per indicare la strada del riscatto da 60 anni perduta. Però soltanto disertando le urne senza lasciarsi attrarre da miraggi di facile populismo si potrà mandare finalmente a casa questa genìa di politicanti ormai marci e  incapaci. Il fatto che esista già il 50% delle astensioni dal voto non impedisce al rimanente frazionato di pretendere di governare. Ma sarebbe un esercizio di potere impossibile perché è indispensabile tenere conto che la metà degli AVENTI DIRITTO al voto non riconosce di essere rappresentato da questo sistema politico.