Caro Matteo Renzi,
ci scusiamo per il tono forse troppo confidenziale con
il quale ci rivolgiamo a lei, nuovo Presidente del Consiglio senza la elle
maiuscola, ma è provocato dalla sua giovanile e sorridente cordialità. E dal
fatto che, per ora, ci sembra uno di noi.
Abbiamo l’impressione che in questi giorni in Italia
stia succedendo tutto e il contrario di tutto. Dal manager delle Ferrovie dello
Stato che, da buon ex sindacalista, minaccia di andarsene salutato dal consenso
popolare perché non rinuncia ai privilegi acquisiti, alla CIGL alla quale non va
mai bene nulla.
Ci rallegra la sua frase: “non mi faccio fermare dalla
palude”. Ma, la prossima settimana, siamo molto curiosi di capire come
affronterà la Riforma del Senato.
Il nostro titolo del 17 marzo era “Renzi-Davide contro
la Kastocrazia” poiché è questa la sensazione positiva del suo modo di
affrontare tale gigante. Ci rallegra la
sua coraggiosa baldanza anche se nessuno capisce dove la porterà e quanto
riuscirà ad ottenere.
Non ci è chiaro invece perché una persona che si è
spaccata la schiena durante cinquant’anni di lavoro non all’ombra dello Stato,
e percepisce una pensione di centomila euro (frutto di contributi veri e non
virtuali…), debba “contribuire” alla pari di un Amato o di un Dini che hanno
approfittato di leggi compiacenti forse da loro ispirate per triplicare i loro
introiti pensionistici.
Vede, caro Presidente Renzi, la enorme discrepanza?
Non le sembra ingiusto penalizzare chi di lavoro è vissuto e al lavoro ha dato
lustro nell’anonimato signorile? Costoro vestivano giacca e cravatta tutti i
giorni cosa che lei non fa neppure a Palazzo Chigi.
A questo proposito ci permettiamo farle notare che
sarebbe giunto il momento di indossare
abiti classici con pantaloni non a tubo e cappotti di taglio più adatto ai suoi
incontri internazionali. Fra pochi giorni arriva l’ultra chic Presidente degli
Stati Uniti Obama e terremmo moltissimo
lei emulasse la sua estetica. Ci saranno le grandi problematiche internazionali
da condividere con testa fredda e piglio adeguato che al Presidente più potente
del pianeta sono abituali.
Ci sarebbero ancora tanti importantissimi argomenti da
proporre in questa nostra prima lettera, ma preferiamo rimandare e guardarla
lavorare con il suo ritmo serrato. Speriamo possa continuare senza che politica
e kastocrazia possano rallentare la sua corsa.
Siamo i più diretti interessati ad augurarle la più perfetta riuscita del suo difficile
programma. Auguri di cuore.
m.alberini@iol.it