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martedì 29 aprile 2014

Visto da lei - "Cose da Stato di Polizia"

Cara Mariella Alberini,
sovente vado a Lugano per motivi di salute e mi attengo scrupolosamente sotto il limite consentito dell’importo in euro dalle vigenti leggi doganali. In questi ultimi due mesi sono stato fermato due volte dai doganieri italiani. Rivoltato come un calzino, io e la mia auto, e sanzionato con un verbale strano che riconosceva la mia regolarità. Ho deciso di farmi curare in Italia per non subire il trattamento offensivo degli addetti al confine…
Lettera firmata, ricevuta via e-mail

Caro lettore,
l’Italia è invasa da una moltitudine di migranti temporanei dall’est non individuabili che vengono a localizzare case, negozi, depositi di materiale per programmare i noti frequentissimi furti. Una volta concluso il “colpo”, la refurtiva, nel giro di poche ore, esce indisturbata dall’Italia e a nulla vale la denuncia alle autorità competenti. Le quali invece si accaniscono sul normale cittadino che paga le tasse e va in Svizzera o per ragioni di salute o per diletto. Questo Italiano viene guardato con palese quanto ingiustificato sospetto dai doganieri  italici, i quali lo trattano con assurda  durezza quasi fosse un comune delinquente.
In particolare la Dogana di Brogeda-Como ha un cartello luminoso che recita l’obbligatorietà di denunciare il possesso di oltre 10.000  Euro. Se ce ne sono 5000 oppure 8000 o 9000, ti sottopongono a severo interrogatorio chiedendo persino in quale banca italiana hai prelevato la somma ed anche chiedendo la ricevuta del prelievo.
Poi ti fanno il famoso verbale che al cittadino dicono “per pura formalità”: in realtà serve a segnalare il malcapitato all’Agenzia delle Entrate che ti classifica come eventuale detentore di conti bancari all’estero.
Ciò detto, forse lei dovrebbe telefonare al dott. Lorenzo Clemente, Direttore Responsabile Dogane della Regione Lombardia (abbiamo controllato per lei questo nominativo in Regione, tel. 02 69913205), per esprimere il suo sdegno come cittadino cosiddetto “libero”.
I doganieri in divisa a questi confini hanno il vezzo di imitare gli “antichi” addetti della Gestapo o della Stasi in Germania orientale dopo averli “studiati” per imitarli nei frequentissimi film in TV o al cinema. Tutto ciò sfiora il ridicolo per non dire  che lede il diritto del cittadino in democrazia. Ma siamo ancora in democrazia? Ci sarebbe molto da dubitarne poiché da circa tre anni non abbiamo un Governo eletto da libere elezioni.
Cose da pazzi!  Anzi cose da Stato di Polizia!                                                            
m.alberini@iol.it