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martedì 3 giugno 2014

VISTO DA LEI - "Promemoria a Matteo Renzi"

Caro Presidente Renzi,
abbiamo apprezzato  la diplomatica assenza di trionfalismi dopo il risultato elettorale europeo. Aumentata invece in TV la loquela torrentizia delle sue disquisizioni infarcite di promesse.
Di certo Lei ha presente quel 40%  di assenteismo alle urne che rappresenta il suo peggiore avversario. Poiché alle prossime Elezioni politiche  potrebbe raddoppiare la percentuale dei Suoi avversari. Ciò sempre nel caso Lei non mantenga le sempre reiterate promesse di Riforme capillari su tutto l’apparato politico-burocratico.
Ma proprio di questo vorremmo occuparci  oggi.
A nessuno è chiaro cosa avverrà delle Province. Ricordiamo che, fin dai tempi dell’unità d’Italia, hanno rappresentato l’ossatura organizzativa del territorio. Molto care ai Premier Rattazzi, Crispi, Giolitti, Orlando, Mussolini stesso fino a Mario Scelba, i quali attraverso i Prefetti ne controllavano l’efficienza. E ne traevano notizie capillari per il controllo del territorio.
Le subentrate Regioni, a nostro avviso, non sono mai riuscite a sostituirne le funzioni. E hanno finito per scardinarne l’assetto. Quale sarà la nuova impostazione noi non  la afferriamo. In non più paziente attesa aspettiamo i Suoi lumi…
Riguardo il Senato, l’idea di abolirlo è auspicata da tutti gli Italiani. Ma quanto prospetta, vale a dire la nota assemblea di Sindaci e Consiglieri, non vorremmo diventasse una fiera di quaquaraquà  con funzioni a dir poco assurde o anche una sorta di prestigioso biglietto da visita vuoto di contenuto.  Sarà davvero il primo passo per eliminarlo a breve  del tutto? E’ quanto vorremmo tutti. Altrimenti potrebbe diventare uno degli infiniti enti inutili.
La Sua legge sul Lavoro rimane senza corposità. Come ben sa non è il Governo a creare nuovo Lavoro: può solo facilitarlo attraverso un’opportuna  legislazione che liberi l’impresa dai vincoli e dalle tasse che la opprimono. Fino a quando non attuerà tutto ciò è inutile parlare di ripresa del Lavoro.
Altrettanto vano parlare di disoccupazione in un Paese che ospita 8 milioni di immigrati in aumento. Ieri ne sono satati salvati altri 3 mila. Non tutti delinquono: una gran parte lavora. E citiamo i cinesi che hanno assorbito bar e ristoranti delle grandi città; ripristinato il lavoro di bassa sartoria ecc. E le donne dell’est sono in forza come badanti e colf. Quasi tutti gli ospedali hanno infermieri extra comunitari. E le portinerie nelle città impiegano mano d’opera straniera. Certo i nostri giovani laureati, e non, disdegnano simili mansioni in attesa di uno stipendio fisso che non arriverà mai.
Adesso caro Presidente attendiamo con impazienza l’opera Sua opera di Riforma e bonifica della palude maleodorante di corrotti  ed aspiranti tali. Buon lavoro…
m.alberini@iol.it