La figura
virtuale del prossimo Presidente della Repubblica dovrebbe avere il pragmatismo
di Margaret Thatcher e la saggia competenza economica di Luigi Einaudi. Solo
così avremo una guida sicura e una partecipazione totale del popolo, ad
eccezione di Romano Prodi che ha duramente criticato l’operato della signora Thatcher.
Tra i candidati che si profilano nell’orizzonte maschile non vediamo associate
tali qualità. Uno sprazzo potrebbe venire dalle candidature femminili che
riservano sempre sorprese positive: ad esempio Emma Bonino, Anna Maria
Cancellieri, Paola Severino o un outsider che possa emergere come sono emerse
queste ultime signore. Non vogliamo essere tacciate di preferenza verso nostre
congeneri, ma ricordiamo che nella Storia, da Cleopatra a Caterina la Grande di
Russia, a Elisabetta I e II, di esempi illustri ce ne sono stati moltissimi.
Alle donne illustri non è mai mancata un’intelligenza speciale tale da
qualificarla mascolina o addirittura da cervello bisessuale. Costoro sono più
duttili, più sensibili, più diligenti, più inclini al sacrificio personale, più
intellettualmente oneste e quindi meno corruttibili: e soprattutto sono la
parte più umana e ideale del cielo.
In questo
momento drammatico dell’Italia, il più drammatico del dopo guerra, dalla scelta
per la nomina del Presidente della Repubblica dipende il nostro destino. Non si
può più sbagliare. Non abbiamo bisogno di notai o di populisti, ma di una
personalità che sappia ricostruire la stima e la fiducia del popolo in se stesso e nella “patria.” Signori Capi di
Partito fatevi finalmente un esame di coscienza se l’avete, e mettete da parte
il vostro inenarrabile egoismo ammantato di false ideologie: ricordatevi che la
vera e unica ideologia è il benessere del popolo
italiano.
m.alberini@iol.it