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lunedì 15 agosto 2011

VISTO DA LEI - Habemus Papam, un film da evitare

Pubblicato su www.affaritaliani.it il  30 aprile 2011 

Cara Mariella Alberini,
ho notato che l’argomento “cinema” viene da lei  trattato con interesse ed  esperienza. Non ho mai amato i film di Nanni Moretti. Dopo le inneggianti critiche ad “Habemus Papam “ sono andata a vederlo e non solo mi sono annoiata, ma da cattolica osservante l’ho giudicato indisponente e offensivo per tutti quei fedeli che guardano al Vaticano come allo Stato che rappresenta oltre un miliardo e mezzo di cristiani. La sua opinione…?
A.B. , lettera ricevuta via e-mail

Gentile Angelica,
per poterle rispondere sono andata a vedere quel film anche se, come lei, non sono interessata al cinema di Nanni Moretti. Sono cattolica per tradizione familiare anche se non strettamente osservante, ma rispettosa della nostra Chiesa e del mistico Stato Vaticano dove ho avuto occasione di recarmi sovente per motivi di lavoro. E proprio per l’atmosfera di particolare misticismo, di pace, di indefinibile, ma incomparabile bellezza spirituale  che si respira nel piccolo Stato dietro San Pietro, mi ha dato fastidio quel film. E’ impregnato di un certo tipo di scherno dissacrante di un ipotetico Conclave,  irrisolto per la crisi di inadeguatezza di un Pontefice che non si sente in grado di assolvere il suo compito. Di certo Michel Piccoli è un ottimo attore che interpreta la parte calandosi nei panni di futuro Papa come un uomo qualunque, al quale è stato imposto un ruolo che non vuole accettare. Però le sue doti di grande artista non bastano quando interviene l’antipatico “psichiatra”, Moretti, il quale non sapendo cosa altro fare trasforma i cardinali in giocatori internazionali di palla a volo nel cortile dietro San Pietro. E a questo punto, il film scade in una satira inaccettabile, offensiva dei porporati, ai quali viene  tolta la solenne dignità del loro abito. Mi meraviglia che i soloni della critica cinematografica non abbiano notato la blasfemìa con cui si penetra addirittura nell’appartamento del sommo pontefice dove una guardia svizzera sia abboffa con leccornìe assolutamente inconcepibili a quel desco. Sembrava di vedere una scena del boccaccesco film “La grande bouffe” dove UgoTognazzi  veniva ucciso dalla sua ingordigia. A questo punto, qualcuno potrebbe darmi della “bacchettona” e, sinceramente, non me ne importa nulla. Aggiungerei piuttosto che pur di girare un film di originalità che diventa sempre più fastidiosa durante lo scorrere delle immagini, Moretti non smentisce la sua vena di saccente supponenza che ha caratterizzato più o meno tutte le sue opere. Mi creda, gentile lettrice, lei ed io abbiamo sprecato due ore. 
m.alberini@iol.it                                          www.mariellaalberini.it