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domenica 18 dicembre 2011

INTERVISTA a Piero GIARDA di Mariella Alberini

Pubblicato su Affaritaliani.it il 5 novembre 2011

L’Italia ha bisogno di provvedimenti concreti, non di lettere

E’ stato chiamato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera per dare il suo contributo a scrivere la modifica diretta a introdurre il Pareggio di Bilancio dello Stato. La norma verrà inserita nella Costituzione. In questi tempi di marasma generale è confortante che l’Italia chieda aiuto a un economista-scienziato come il professor Piero Giarda, persona ultra qualificata e di provata professionalità. Milanese, classe 1936, ma si potrebbe scrivere ..56 a giudicare dall’ aspetto di eterno studente. Il suo tratto umano elegante, gentile, direi unico, proviene da spiritualità e cultura.  Cattedratico di Scienza delle Finanze all’Università Cattolica di Milano, ha studiato a Princeton e Harvard dove, nel 1970, ha insegnato. E’ stato sottosegretario al Ministero del Tesoro dal 1995 al 2001, poi Presidente della Banca Popolare Italiana, recentemente coordinatore di un gruppo di lavoro presso il Ministero dell’economia sul tema della spesa pubblica e designato dal Ministro dell’economia come presidente della commissione per l’attivazione della “spending review”.

D. In che cosa consiste questo complicatissimo incarico?
La proposta di modifica della Costituzione accompagna le decisioni di politica di bilancio che il Governo ha già adottato e che tendono a realizzare il Pareggio di Bilancio nel 2014 come ci è stato anche richiesto dagli organi di governo dell’ Unione Europea. L’attuale Costituzione non prevede questo vincolo, già introdotto nelle Costituzioni dei Paesi europei quali la Germania e la Spagna. Ho presentato alla Commissione Affari Costituzionali della Camera un documento favorevole a questa modifica a condizione siano consentite deviazioni temporanee dalla regola del pareggio quando si manifestino disavanzi derivanti dal mal funzionamento dell’economia. 

D. Quale differenza nota nell’assetto del lavoro da lei svolto quando era Sottosegretario al Tesoro e quello adesso in vigore?
R. Oggi le responsabilità sulla politica di bilancio sono quasi interamente a carico del Ministro dell’Economia con scarso coinvolgimento del consiglio dei Ministri e del suo Presidente. Nel passato non era così: le decisioni  più importanti che hanno garantito l’ingresso nell’euro vennero assunte per la primaria responsabilità del Presidente del Consiglio dei Ministri e di tutti i suoi componenti.

D. Non le sembra che l’euro avrebbe dovuto avere un cambio diverso con la vecchia liretta?
R. La decisione in sé era irrilevante trattandosi di un cambiamento delle monete di conto. Credo però che il Governo Berlusconi nel 2002 non abbia vigilato a sufficienza, se mai ne avesse avuto il potere, sulla concreta trasformazione dei prezzi dalla lira all’euro.

D.  E’ vero che nell’ambito del rapporto sulla spesa pubblica, da lei coordinato per il Ministro dell’Economia, sono stati individuate specifiche tipologie di sprechi?
R. Sono stati rilevati diversi aspetti.  Un forte aumento delle spese di amministrazione generale all’interno delle quali si nasconde l’aumento del cosiddetto costo della politica. La mancanza di innovazione nella produzione dei servizi pubblici: si produce oggi ancora con le stesse tecniche di produzione di 60 anni fa. Una incidenza molto elevata della spesa pensionistica sul totale della spesa pubblica, che non ha uguali in altri paesi al mondo. Le pessime regole di finanziamento di Regioni, Province e Comuni che non sono intaccate dai provvedimenti sul Federalismo Fiscale. 

D. Come giudica la lettera all’Europa dell’attuale Governo?
R. L’Italia ha bisogno di provvedimenti concreti e non di lettere. Nello specifico la lettera contiene pochissime indicazioni concrete ed è firmata da un personaggio che ha perso molta della sua credibilità.

D. Le sembra giusto che l’Italia venga messa sullo stesso piano o addirittura al di sotto della Spagna?
R. Il Leader spagnolo, avendo fatto fiasco, ha saputo farsi da parte per tempo. Il Leader italiano non lo ha ancora fatto. Le condizioni economico finanziarie della Spagna sono peggiori di quelle italiane, ma i costi che stiamo pagando per l’incertezza politica sono maggiori in Italia.

D. Cosa ci può dire sulla tenuta delle Banche italiane rispetto a quelle europee, in particolare quelle francesi?
R. Le banche italiane sono messe meglio delle banche francesi, ma sono state trattate dall’autorità Bancaria Europea come se fossero in condizioni peggiori. Il fatto si può attribuire alla bassa reputazione di cui il Governo Italiano gode attualmente in Europa. L’Autorità ha richiesto alle banche italiane aumenti di capitale molto più alti di quelli richiesti alle banche francesi.

D. Non le sembra che si sia parlato troppo poco del caso Dexia?
R. il caso Dexia esemplifica il trattamento privilegiato e ingiustificato che le banche francesi hanno ricevuto dagli organi di Governo europei.

D. Lei è un esempio fisico lampante dell’opportunità di innalzamento dell’età pensionabile. E’ giusto andare in pensione a 67 anni o più tardi?
R. La decisione di alzare l’età pensionabile a 67 anni era già stata assunta 3 anni fa. La recente ripetizione di una norma simile a quella già esistente simboleggia lo stato confusionale delle nostre decisioni pubbliche.

D. Quali sono i provvedimenti più urgenti da prendere da parte del Capo del Governo attuale o futuro?
R. Garantire il pareggio del bilancio nel 2014 attraverso interventi di aumento delle tasse e riduzione della spesa pubblica che durino nel tempo. Le strade da percorrere sono note: si va dall’abolizione delle Province, agli interventi sul numero e sulle indennità degli organi politici, agli interventi sulle pensioni d’anzianità. Sul fronte fiscale c’è il riordino dell’imposta patrimoniale con la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa e la sua estensione sulle attività finanziarie.