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sabato 17 dicembre 2011

VISTO DA LEI - Politica killer: il massacro degli onesti

Pubblicato su Affaritaliani.it il 1^ ottobre 2011

Gentilissima Mariella Alberini,
le chiedo cortesemente un aiuto per rendere pubblica questa gravissima
situazione! Le scrivo per un problema pensionistico  grave e urgente relativo alla mobilità. Siamo in tantissimi nella stessa condizione e non sappiamo più cosa fare per avere  visibilità e giustizia. Chiedo se è possibile rendere nota la situazione affinché ne vengano a conoscenza anche altri che ancora sono all’oscuro e non si rendono conto in che ginepraio si troveranno a breve visto che nessuno ne parla. Il mio caso è simile a quello di altre 50.000 persone in mobilità: io nel 2007 ho firmato l'accordo azienda/stato secondo la legge Dini in base alla quale, (57 anni di età e 35 di contribuzione, e una finestra di tre mesi) a luglio 2011 avrei dovuto percepire la pensione dopo 3 anni e mezzo di mobilità. ’Inps ha respinto la mia domanda di pensione a causa del D.L. N 78, del 31 maggio 2010 convertito in legge nr. 122 del 30 luglio 2010. Con questi ultimi dispositivi di legge il Governo, oltre ad elevare i periodi di contribuzione e di età per accedere alla pensione, alla chetichella, ha stabilito che i lavoratori in mobilità, per i quali fino ad ora venivano congelate le norme di accesso alla pensione sulla base della legge Dini sopracitata, potranno accedere alla pensione solo in numero massimo di 10.000; introducendo inoltre una finestra di tredici mesi per tutti i lavoratori che andranno in pensione a partire dal 2011. A questo punto, a meno di vincere la lotteria dei 10.000, rischio di vedere prolungato il periodo di mobilità fino al compimento dei 41 anni di anzianità (oggi sono quasi 38) o 61 anni di età (oggi sono quasi 58); quindi, se non cambiano ancora le leggi, “forse” andrei in pensione a febbraio 2015!!! Per il governo sembra che tutti i mali dell’Italia derivino dalle pensioni che continuano a essere attaccate, non solo aumentando l’età pensionabile, ma rimangiandosi ed invalidando anche accordi già sottoscritti per effetto di leggi relativamente recenti. E già da alcuni mesi l’Inps ha respinto le domande di pensione a seguito mobilità anche ad altri lavoratori, che avrebbero dovuto andare in pensione. Alcune sedi Inps stanno già allertando gli interessati che non potranno andare in pensione perché eccedono il numero massimo, il 10.000 di cui sopra previsto dalla legge, comunicando loro che continuerà ad erogare l’indennità di mobilità, che comunque implica una decurtazione che supera la metà di quanto avrebbero percepito con la pensione. E’ uno scandalo: io non avrei mai accettato la mobilità se non avessi avuto delle garanzie, ma dopo tanti anni di lavoro devo aspettare i risultati di questa lotteria dei 10.000 mi sembra veramente troppo e, forse, è incostituzionale!!!
                                                                      
                 Lettera ricevuta via e-mail
Cara Viviana,
è giusto evidenziare una situazione comune a decine di migliaia di lavoratori. Il campo delle pensioni è stato arato in lungo e in largo dai politici che si sono avvicendati negli ultimi 50 anni. Una pensione elargita ha sempre rappresentato un voto sicuro per il partito di turno al Governo, ma la pensione è stata data soprattutto a coloro che non ne avevano diritto. Ricordiamo i ciechi che guidano, gli storpi che corrono, gli affetti di Alzheimer che giocano in Borsa. Ma soprattutto è stato un sotterfugio aumentare gli anni di pensione riconoscendo gli anni di università e del servizio militare e tutti gli altri trucchetti che avvantaggiavano i dipendenti pubblici. Dopo questa politica dissennata è arrivata la politica di riflusso che, ovvio, non tocca coloro i quali sono stati avvantaggiati, ma si rivale sugli onesti lavoratori che si erano “fidati” delle leggi di questo Stato. Per i parlamentari le “finestre” non ci sono: restano i balconi. Per i comuni mortali le finestre diventano feritoie.
A questo punto, il disgusto per la politica provocherà un astensionismo di circa il 50% nella consultazione elettorale del 2013 oppure, se anticipata,  nel 2012. Questa situazione insostenibile potrebbe costituire un fattore incentivante per creare un nuovo movimento d’opinione che determini una classe dirigente completamente nuova, mai compromessa prima in politica, per portare avanti un serio progetto di gestione dello Stato. Primo fra tutti il dimezzamento dei costi per raddrizzare i conti pubblici e tutti sappiamo che questo si può fare. Parafrasando Manzoni “addio consulenze d’oro, incarichi privilegiati, pensioni fasulle, viaggi e meeting a spese dello Stato, sedi sindacali e regionali all’estero, trucchi per eleggere parlamentari senza arte ne’ parte o direttori di ospedali pescati nella suburra della peggiore politica paesana.” Sembra un sogno, ma è alla portata di
tutti i cittadini di buona e decisa volontà. Se vogliamo togliere di mezzo l’incompetenza e la malafede degli attuali guitti ai vertici di tutte le Kaste, dobbiamo avere la forza e il coraggio di metterlo in atto per tradurlo in realtà.